Terni, Civilità laica replica a vescovo: ”Su Charlie Ebdo parole lontane da spirito di tolleranza”

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civiltà-laicaIeri il vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese, incontrando i giornalisti, ha parlato della strage di Charlie Ebdo sostenendo tra l’altro di essere “contro la violenza sempre, anche quella che si esprime con parole gratuite e offende i sentimenti” e non sentendosi di condividere quel tipo di giornalismo. “Non venite a dirmi che quella è espressione di libertà, quella non è libertà”. Oggi a quelle parole replica Civiltà laica. Il presidente dell’associazione, Alessandro Chiometti, è fortemente critico e sostiene che quella posizione sia lontana dallo spirito di tolleranza.

Il comunicato di Alessandro Chiometti di Civiltà laica:

“Stamani (26 gennaio 2015) i mass media locali, sia cartacei che on line, davano grande risalto alle parole del Vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese, che si allinea al modo di pensare dettato dal suo superiore Papa Francesco I qualche giorno fa.

In buona sostanza, tralasciando i giri di parole: non si deve uccidere però quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata perché i sentimenti religiosi non vanno offesi.

Le parole del vescovo, riportate come al solito senza un qualsiasi commento critico o confrontate con un punto di vista diverso, quindi confermano che la Chiesa Cattolica è ben lontana da l’accettare quello spirito di tolleranza che nasce da Voltaire e che è alla base delle democrazie moderne. Del resto la politica fino ad oggi ha sempre concesso che per la Chiesa ci sia un regolamento di favore che la solleva da ciò che vale per i comuni mortali, quindi è ovvio che tutt’oggi nel 2015 gli alti prelati continuino a rivendicare privilegi anacronistici che pesano sulla società tutta.

Come è ovvio a chiunque abbia una mente critica e non indottrinata dalla sacralità cattolica, ne’ il vescovo di Terni ne Papa Francesco I hanno il diritto universale di decidere cosa è sacro e cosa non è sacro. Chiunque può ritenere ‘sacra’ una cosa, un ideale, una persona che non rientra nei canoni cattolici. C’è chi può ritenere sacro il marxismo, chi il fascismo, chi i Carabinieri, chi la figura di Berlusconi chi quella del Dalai Lama.

Se bastasse che qualcosa sia ‘sacra’ per qualcuno per non poterci ridere sopra (altrimenti si offendono delle persone) in breve tempo non si potrebbe ridere o scherzare su alcunché.

Tanto più ridicolo sarebbe pensare di dare a qualcuno l’autorità per decidere su cosa è sacro e cosa non lo è perché è lapalissiano che “qualcuno” non rappresenterà mai ‘tutti’.

Del resto per fare un esempio antipatico, chi scrive ritiene altamente offensivo per la ragione e per la natura tutta, sostenere che una donna possa aver partorito rimanendo vergine prima dopo e durante il parto. Tuttavia, sempre chi scrive non solo non si arma di kalashnikov per vendicare questa offesa alla natura ma nemmeno chiede che questa amenità teologica venga censurata.

Questa è la differenza tra tollerare l’idea del prossimo ed essere intolleranti, fra capire che qualcuno può trovare ridicolo e quindi riderci sopra di cose che noi consideriamo ‘sacre’ e inveire contro di lui appellandosi a censure e autocensure di gusto medievale.

Del resto è la differenza fra chi è veramente laico e chi continua a giustificare, se non apertamente in modo subdolo fra le righe, l’atto di violenza con un aberrante ‘però se la sono cercata’. E qui non si parla solo di Charlie Hebdo ma il discorso può essere esteso ai casi di stupro e femminicidio.

Sapevamo fin dal primo giorno che ci sarebbero stati ‘distinguo’ e ‘giustificazioni’ per i fatti di Parigi, quindi non ci sorprendono ne’ Papa Francesco I ne’ il vescovo di Terni, ma a volte è proprio triste non essere smentiti”.

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  • Pierluigi

    Mi associo alle parole del presidente di Civiltà laica che mettono in risalto il fatto che la chiesa cattolica, con un suo esponente di punta, non accetta la satira che, da sempre, attacca il potere.
    Da libero religioso sostengo la laicità ma non il laicismo.
    Una rivista come “Charlie Hebdo” in Italia non potrebbe esistere visto che sarebbe continuamente censurata e denunciata.

    • bautista

      DICI CAZZATE.LA RIVISTA E’ VENDUTA IN ITALIA E SPESSO RAFFIGURA IL PAPA FRANCESCO MENTRE FA SESSO DA PASSIVO.
      SEI IL SOLITO COGLIONE CHE DALL’ALTO DA GIUDIZI FACILI.
      VEDIAMO SE DISEGNANO TUA MADRE A PECORINA SE TI INCAZZI!!! ANZI, TUA MOGLIE O TUA FIGLIA.

  • cittadino

    Il peggior male di questo mondo da sempre sono TUTTE le religioni.

  • vincenza

    Non mi associo alle riflessioni di Civilta’ laica.La satira deve essere libera e rivolgersi a tutti i comportamenti umani,anche quelli collegati alle varie professioni di fede. La’ dove stigmatizza gli atteggiamenti di un cristiano,un protestante,un musulmano,un ebreo e’ tutto ok.Quando pero’ tira in ballo il dio di un credente ,tocca le corde piu’ intime di una persona.Quando ho visto la vignetta sulla Trinita’,secondo la religione cristiana,ho provato una forte sensazione di fastidio.E mi sono chiesta “che senso ha?”

  • bautista

    IO A VOLTE HO FATTO SATIRA SULLA SITUAZIONE DELLE ACCIAIERIE.
    ME LE HANNO PROMESSE, E NESSUNO DI VOI HA DETTO SUL BLOG CHE LA SATIRA E’ UN DIRITTO.
    VOI SIETE QUELLI A CUI PIACE LA SATIRA QUANDO COLPISCE GLI ALTRI.
    SE TOCCA VOI VI INCAZZATE.
    ORA FACCIO SATIRA: SIETE IMBECILLI.
    SE NON CI RIDETE SOPRA SIETE ANCHE INCOERENTI.
    VI RICORDO CHE I VIGNETTISTI FRANCESI DISEGNAVANO MAOMETTO MENTRE SI FACEVA TROMBARE.
    SE PER VOI E’ SATIRA FATEVI TROMBARE IN MANIERA SATIRICA!!!

  • Sandro Savoldelli

    Concordo nella sostanza anche se non completamente nella forma. Di fatto, per il tono e per la citazione critica del dogma della Madonna vergine anche questo intervento trasuda intolleranza… verso la Chiesa Cattolica. Penso che i Cattolici abbiano tutto il diritto di credere con fede a questo ed altri particolari che ci appaiono in contraddizione con la scienza. E lo dico da non cattolico, voglio specificare. Personalmente rispetto l’opinione di tutti, compresa quella del Vescovo e del Presidente Chiometti, Per me non c’è contraddizione in questo, sono entrambe rispettabili.
    La mia opinione invece è che la libertà di ridere sulle religioni o su qualsiasi altra cosa debba essere difesa. Restano da definire i paletti giuridici, gli stessi che delimitano il confine del reato di diffamazione. Del resto perché esiste il reato di diffamazione ? Perché c’è un limite alla mia libertà di dire qualcosa su qualcuno. Penso che anche per le religioni o per le altre sacralità che vari gruppi di persone sentono di difendere debba esistere un limite giuridico, oltre il quale c’è la diffamazione o, direbbe qualcuno, il “vilipendio”.
    Oltre a questo vale il buonsenso: io che oggi sostengo con forza Charlie Hebdo, barbaramente attaccato da fanatici assassini, beh, personalmente non avrei fatto quel tipo di umorismo in modo reiterato…