Terni, controlli della polizia negli ortofrutta gestiti da stranieri: lavoratore espulso e datore denunciato

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frutta e verdura

Negli ultimi anni a Terni si sono moltiplicati i negozi di ortofrutta gestiti da stranieri che applicano prezzi particolarmente competitivi. Un fenomeno che ha generato qualche sospetto ma che, nell’ultimo rapporto sulla criminalità organizzata a Terni, è risultato esente da infiltrazioni mafiose. Recentemente, in alcuni di questi esercizi commerciali, la polizia ha però riscontrato l’impiego di alcuni lavoratori clandestini e ha deciso di intensificare i controlli che proseguiranno anche nel prossimo futuro. L’ultimo caso è di ieri pomeriggio: a finire nei guai due giovani bengalesi, uno denunciato per impiego di manodopera clandestina, l’altro espulso dall’Italia.

Ieri pomeriggio una pattuglia della volante ha controllato delle persone ferme a chiacchierare davanti ad un negozio di frutta e verdura in via Eugenio Chiesa. Due di loro sono risultate regolari in Italia, mentre un cittadino del Bangladesh di 24 anni, che ha dichiarato di lavorare come addetto alla gestione del negozio, ha mostrato agli agenti solo la copia di un ricorso presentato un anno fa da un cittadino italiano, in qualità di datore di lavoro, contro il provvedimento di rifiuto per la regolarizzazione dello straniero. Non avendo altri documenti, il ragazzo è stato accompagnato in questura dove ha telefonato al titolare del negozio, anche lui cittadino del Bangladesh, di 28 anni, regolarmente residente a Terni, che ha confermato di conoscere il ragazzo, dicendo che però non lavorava affatto per lui. Per questa versione dei fatti, nettamente in contrasto, non solo con quella del ragazzo, ma anche con quella fornita dai vari testimoni, che avevano già confermato la presenza dello straniero nel negozio da oltre un mese, è stato denunciato in stato di libertà per impiego di manodopera clandestina, mentre il ragazzo è stato espulso dall’Italia. Copia degli atti è stata inviata alla direzione INPS, in relazione ai contributi non versati dal datore di lavoro straniero, e allo Sportello unico per l’immigrazione della prefettura, a conferma del rapporto inesistente fra il ragazzo e il datore italiano che aveva presentato il ricorso.

Lunedì è stato espulso anche un altro giovane bengalese, in questo caso non impiegato in frutta e verdura. I poliziotti di quartiere lo hanno fermato per un normale controllo in una via del centro ed è risultato totalmente sprovvisto di documenti d’identità. Tramite i riscontri fotodattiloscopici, è stato identificato per un cittadino del Bangladesh di 25 anni, entrato clandestinamente in Italia e trattenutosi sul territorio nazionale senza avere i requisiti per chiedere un titolo di soggiorno. E’ stato denunciato per il reato di clandestinità e gli è stato notificato un provvedimento di espulsione; dovrà lasciare l’Italia entro 7 giorni.

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  • dogo

    Basta con questi negozi di frutta gestiti da nordafrivcani o asiatici in condizioni igieniche da terzo mondo e che fanno una concorrenza sleale ai negozianti ternani.
    Occorrerebbe anche che la GDF faccia controlli più puntuali sulla emissione degli scontrini da parte di quei negozi (ma anche su quelli di altro genere gestiti dai cinesi),cosa che nella maggior parte dei casi non avviene spesso ,quasi sempre MAI.