Terni, CoSeC all’attacco: “Tavolo mense è una farsa, il Comune scopra le carte”

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MenseCaos mense, nuovo capitolo. Domani alle 15, come avevamo annunciato, il CoSeC sarà al tavolo tecnico alla Siviera organizzato dal Comune per il riordino del servizio mense, ma resterà fuori, in presidio. Oggi però arriva un nuovo affondo, ancora più forte, verso l’amministrazione comunale. Destinatario, l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi. Il quale ha annunciato che nessuna delle cucine in loco verrà dismessa. Cosa chiede il Co.Se.C è noto: azzerare tutto e ripartire da zero, in fretta, visto che entro aprile deve essere pubblicato il nuovo bando: “E’ facile parlare di mantenimento delle cucine in loco- scrivono in una nota – se poi le stesse non avranno modo di esistere a causa del dimezzamento dell’offerta scolastica dei servizi educativi comunali”.

Una nota dettagliata, con accuse circostanziate, alla vigilia di quello che definiscono un “tavolo farsa”: “La campagna di disinformazione che l’amministrazione sta portando avanti sul dibattito per la riorganizzazione delle mense scolastiche- scrivono – si avvale del cambio di linea rispetto a quanto precedentemente annunciato: il mantenimento delle cucine in loco. Tale notizia non può che renderci felici e ne rivendichiamo il merito, ma si tratta solo di un malcelato tentativo di persuasione, atto a mascherare i tagli e la svendita decisi a scapito di un servizio comunale come quello scolastico e di refezione. Una goffa operazione che ci farebbe sorridere, se non fosse che si sta parlando di un patrimonio pubblico e di un servizio primario, di cui beneficiano innumerevoli famiglie e bambini della nostra città. (…) L’abbandono in massa durante l’incontro per l’istituzione del tavolo tecnico, avrebbe dovuto far riflettere l’amministrazione comunale, vista anche l’eterogeneità dei soggetti coinvolti nella protesta, circa la necessità di un passo indietro rispetto alla mera ricerca di una legittimazione, sulla base di scelte già prese. Eppure, ancora una volta invece si è preferito trincerarsi dietro a belle parole svuotate di senso, come quelle della partecipazione, o a pirotecnici ruoli come quello dei ‘facilitatori’; quasi a farci credere che non si ritengano abbastanza preparati e sensibili al tema la platea coinvolta e gli stessi cittadini, per poter dare contributo ad un’autentica e democratica discussione”.

Vittorio Piacenti D'UbaldiIl Co.Se.C parla non di concessione, ma di privatizzazione del servizio, mettendo sul piatto quelli che  a loro dire sarebbero i tagli previsti: a dipendenti e forniture, con abbassamento della qualità e aumento dei costi “in particolare per i pochi nidi che resterebbero di pertinenza comunale e che raggiungerebbero prezzi ben al di sopra di quelli del privato”. poi l’attacco diretto all’assessore, che a detta del Co.Se.C propone numeri “che nulla hanno a che fare con la realtà di ciò che si sta preparando” e che a loro dire non consentono un raffronto con l’offerta che si verrà a creare perchè il Comune ha fornito solo i dati del 2015.

“Ci spieghi piuttosto, caro assessore, -scrivono ancora – quali saranno le intenzioni dell’amministrazione rispetto al canone di concessione per le cucine di proprietà comunale e come eviterete un meccanismo di aggiudicazione per ‘doppia leva’: punterete ancora una volta a far seguire i tagli col massimo guadagno a favore vostro e del privato, ma a scapito delle tariffe per l’utenza? Verserete per caso una tariffa sociale per garantire l’equo accesso di tutta la popolazione al servizio? Oppure ancora una volta sceglierete facendo finta di ascoltare, per garantirvi la prerogativa di tutelare i vostri interessi e quelli della mancanza di libera competizione?”. Altro giro, altra corsa.

LA POSIZIONE DEL COMUNE – Proprio prima di Pasqua, l’assessore aveva detto la sua: “Il mantenimento delle cucine in loco  sono una vittoria della città, un obiettivo raggiunto con il confronto costruttivo, senza posizioni preconcette, un primo traguardo che supera posizioni e dichiarazioni a dir poco premature. Ecco, a tal proposito, mi aspetto che ora venga ritirata la petizione avanzata da alcuni elementi sindacali, perché ora non ha più alcuna ragione d’essere.”. Secondo le cifre diramate dal Comune, il costo totale della refezione scolastica ammonta a €. 3.038.000 di cui €. 1.801.000 per la modalità indiretta (in loco e trasportato) e €. 1.237.000 per la modalità diretta (comprensiva delle spese di derrate alimentari, personale dipendente (cuoche ed amministrativi) ed ausiliari esterni, utenze. Le entrate sono  €. 1.043.000 di rette, 108.000 di contributi statali, 8.000 di contributo comunitario, per un totale di € 1.159.000.

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