Terni, crisi senza fine: industria e artigianato in calo, commercio in caduta libera

Altro che “segnali incoraggianti” di cui alcuni rappresentanti istituzionali parlavano tempo fa: a Terni la crisi è sempre più dura, l’economia è praticamente allo sfascio. Lo attestano in modo drammatico i dati dell’Osservatorio congiunturale trimestrale della Camera di commercio relativi al terzo trimestre 2014. Emergono i cali consistenti dei settori di industria e artigianato e il crollo del settore del commercio.

INDUSTRIA Il settore industriale, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, ha subito una flessione importante sia a livello di produzione (-5%) che a livello di fatturato totale (-5,2%) e ordinativi, (-4,6%). Gli unici andamenti con il segno positivo continuano ad essere legati all’estero (indicando così l’assottigliamento del mercato interno).

ARTIGIANATO L’artigianato, rispetto all’industria, peggiora più lentamente con una flessione dell’1,4% sulla produzione manifatturiera, dell’1,8% sul fatturato totale e dell’1,1% sugli ordinativi totali. Si tratta comunque di dati negativi e, per l’ultimo trimestre del 2014 si prevede, a livello provinciale, una ulteriore diminuzione sia per quanto riguarda la produzione che per gli ordinativi e il fatturato; fa eccezione anche qui la previsione per gli ordinativi del mercato estero che dovrebbero aumentare soprattutto nel settore delle industrie meccaniche e elettroniche e, in misura minore, anche in quelle alimentari e tessili.

COMMERCIO Se industria e artigianato se la passano male, il commercio è a rischio estinzione: tra luglio e settembre ha registrato una riduzione delle vendite del 7,5%, a livello provinciale. Non siamo quindi più di fronte ad un calo, ma ad un crollo, ad una caduta libera. E, rispetto ai mesi scorsi, non è più a riparo nemmeno la grande distribuzione: ha registrato una variazione negativa rispetto al terzo trimestre del 2013 di 2,4 punti percentuali. Le previsioni per il successivo quarto trimestre dell’anno stimano un periodo di stabilità delle vendite (quindi dovrebbero essere mantenuti bassi livelli di vendita).

ANAGRAFE IMPRESE Infine, per quanto riguarda il numero delle imprese, il terzo trimestre si chiude “con una dinamica moderatamente positiva”: il bilancio demografico fra imprese nate e imprese che hanno cessato l’attività ha fatto registrare, infatti, un saldo attivo di 62 unità.

DATI SEMESTRALI Come se non bastasse, a ribadire lo stato comatoso dell’economia ternana, arriva anche il nuovo rapporto semestrale sull’economia ternana, curato dall’Osservatorio provinciale istituito in prefettura.

Secondo la pubblicazione – ai cui contribuiscono, oltre allo stesso ente camerale, anche Istat, Provincia, Inps e direzione territoriale del lavoro, con il contributo informativo della Banca d’Italia – nel primo semestre 2014, come i precedenti, la realtà produttiva ternana si caratterizza per la riduzione del numero di imprese attive: agricoltura e costruzioni sono i settori di attività maggiormente interessati dalla flessione. Per quanto riguarda il commercio con l’estero si registra una diminuzione sia delle esportazioni che delle importazioni.

Anche i rapporti di lavoro attivati nella prima metà del 2014 sono diminuiti rispetto allo stesso semestre del 2013, con un calo più marcato per i lavoratori stranieri. Le difficoltà di inserimento lavorativo determinano una quindi crescita del numero degli iscritti disoccupati. Si riducono inoltre le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni, soprattutto gli interventi autorizzativi di cassa in deroga, a causa della diminuzione delle risorse disponibili, mentre diminuiscono meno rapidamente quelli attinenti alla cassa ordinaria e straordinaria.

Per quanto riguarda il credito, il relativo mercato evidenzia una contrazione dei prestiti bancari ed un peggioramento della qualità del credito. Segnali positivi invece dal settore turistico, caratterizzato da una ripresa degli arrivi e delle presenze negli esercizi ricettivi, soprattutto per quanto riguarda la clientela straniera.

Secondo il prefetto Gianfelice Bellesini, “il rapporto, ripetuto nel tempo, vuole essere uno strumento di lavoro e di costruzione per imprese, amministratori, decisori pubblici, aiutando a capire meglio quello che potremmo d’istinto non essere in grado d’interpretare correttamente”.

Stampa