Terni, debiti del Comune verso All Foods, Cosec: “Amministrazione negava, è in malafede”

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palazzo-spada-terniDuro attacco del Comitato Servizi Educativi Comunali (Cosec) nei confronti dell’amministrazione del Comune di Terni. Il caso è quello sollevato dal consigliere comunale Enrico Melasecche: i debiti fuori bilancio nei confronti di All Foods e Cns che ovviamente ha a che vedere con il tema di principale interesse del Cosec: le mense scolastiche.

Il comitato non va per il sottile: parla di “totale mancanza di trasparenza” da parte dell’amministrazione comunale, in merito ai bollettini della refezione scolastica domanda “che fine fanno i nostri soldi e perché nel 2016 si sta continuando a non saldare la ditta appaltatrice?”.

Infine l’accusa frontale: “Un’amministrazione in così chiara malafede non può essere legittimata nel prendere decisioni a colpi di delibere, il cui unico fine è la svendita di uno dei pochi servizi rimasti a diritto dei genitori e dei bambini”.

Il comunicato del Cosec:

“In tutti questi mesi abbiamo assistito ad una totale mancanza di trasparenza e al diniego di dati che evidenziassero concretamente i reali costi del servizio di refezione scolastica.

Finti tavoli di partecipazione, sedute di commissione e riunioni di consiglio svuotate di ogni potere. Mai in queste occasioni abbiamo ricevuto risposte chiare e incontrovertibili su quella che fosse la reale situazione economica del servizio.

Nonostante le nostre richieste, in nessun caso ci sono stati forniti dati certi che certificassero le voci di spesa relative alla gestione diretta e indiretta; il motto era semplice: siccome uno costa più dell’altro bisogna riorganizzare, o meglio, privatizzare.

L’amministrazione comunale ha totalmente negato non solo la presenza di un ingente debito nei confronti degli appaltanti All Foods e C.N.S., ma ha anche evidenziato come talune decisioni siano state prese a tavolino ben prima di ogni ipotetico confronto, decretando la cessione del servizio a causa di un debito ormai insormontabile.

Una scelta che permetterebbe all’impresa pieno controllo nella gestione e quindi di fare il bello e il cattivo tempo su tariffe e qualità, in nome della prerogativa economica; senza magari pagare alcun canone, vista l’antecedente morosità.

Tutto questo senza considerare il già insensato aumento del 15% sulle tariffe e la mancata rimodulazione delle fasce Isee, che stanno ulteriormente gravando sulle spalle delle famiglie.

I bollettini della refezione, pur in costante ritardo, continuano ad essere pagati: ma che fine fanno i nostri soldi e perché nel 2016 si sta continuando a non saldare la ditta appaltatrice?

Intanto il Comune, in procinto di dichiarare il predissesto finanziario, ad agosto ha deciso di chiudere la scuola dell’infanzia di Campitello e si accinge a chiuderne altre due, Grillo Parlante e Trebisonda. In particolare in quest’ultima è ormai tristemente ufficiale come non sia stata presentata alcuna richiesta di statizzazione; ennesima bugia di una lunga serie.

Altrettanto ufficiale lo spiaggiamento del ‘piano’ di potenziamento della fascia 0-3, di cui ne è prova il mancato trasferimento del nido Cucciolo nell’edificio della ormai ex scuola di Campitello. Oltretutto, sulla situazione grava come un macigno la generale riduzione dei posti disponibili nei nidi e nelle infanzia comunali, determinato dalla strenua, dannosa e pervicace volontà politica di non procedere con nuove assunzioni, né per il personale dei nidi, né tanto meno per il personale delle infanzia.

Ci chiediamo come, in una fase in cui sono tangibili e quotidiani episodi gravissimi di attacco e smantellamento del servizio pubblico, operato in maniera spietata e chirurgica dalla Giunta con la connivenza dei consiglieri di maggioranza, sia possibile trovare le risorse per realizzare l’iniziativa ‘Micromondi’.

Un evento bello e significativo per l’infanzia e per la città tutta, ma che siamo costretti a sottolineare come sembri fin dai suoi albori in sintonia con quelle che si sono rivelate essere le reali intenzioni dell’amministrazione: cioè l’affossamento del servizio pubblico al fine di favorire i soggetti privati, spacciando per servizio pubblico ciò che servizio pubblico non è.

Non ci spieghiamo altrimenti il motivo per cui la manifestazione non sia mai stata utilizzata come cassa di risonanza, per promuovere e comunicare la variegata realtà ed il lavoro svolto quotidianamente, da quei gioielli che sono i servizi educativi comunali.

Forse si temeva che così facendo sarebbero aumentate le domande di iscrizione a questi servizi, circostanza che avrebbe reso, quantomeno, più problematiche le chiusure.

Riteniamo necessario azzerare qualsiasi processo decisionale in atto che punti a proseguire lo smantellamento dei servizi scolastici e di refezione comunali.

Un’amministrazione in così chiara malafede non può essere legittimata nel prendere decisioni a colpi di delibere, il cui unico fine è la svendita di uno dei pochi servizi rimasti a diritto dei genitori e dei bambini”.

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