Terni, diossina e Pcb in uova, convocata assemblea pubblica e chiesta esenzione ticket sanitario

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galline (1)Nei controlli a campione eseguiti nel 2013 l’Ausl 2 ha riscontrato diossina e inquinanti nelle uova deposte da galline allevate in alcune zone di Terni. In particolare, su 22 campioni analizzati, tre uova sono risultate positive alla diossina e una positiva al Pcb. Due casi riguardano Borgo Rivo, uno San Liberatore di Collestatte e uno i pressi della discarica Ast di vocabolo Valle (positivo al Pcb). Tutti negativi invece gli esami su 8 campioni di latte ovi-caprino. I risultati sono stati resi noti solo in questi giorni nonostante Italia Nostra Terni e WWF Umbria ne avessero chiesto la pubblicazione già dallo scorso marzo (lanciando a tal proposito anche una petizione online firmata da migliaia di persone).

ASSEMBLEA PUBBLICA La stessa Italia Nostra Terni insieme a Comitato No Inceneritori Terni e all’osservatorio Indipendente sulle esposizioni del polo di incenerimento di Maratta va all’attacco e annuncia un’assemblea pubblica sulla questione. Scrivono le tre associazioni: “Apprendiamo finalmente dai risultati delle analisi sulla presenza di inquinanti nelle uova che a Borgo Rivo risultano due dei quattro superamenti dei valori di diossine rispetto alla soglia di attenzione. L’ASL 2 finalmente rende edotta la città, che da anni si batte contro l’incenerimento e che ha visto il quartiere di Borgo Rivo particolarmente attivo nelle mobilitazioni di questi ultimi anni. Non a caso. Borgo Rivo infatti è uno dei quartieri compresi nell’area a massima ricaduta delle polveri emesse dagli inceneritori di Maratta. Ora però non tornano delle cose. Nelle campagne di analisi sui terreni per la presenza di contaminanti condotte dall’ARPA dal 2006, non risultano mai superamenti dei limiti per le diossine, campionate in tre punti compresi tra Maratta e Borgo Rivo. Come è possibile che sui terreni non risulti nulla mentre nelle uova delle galline sì?”.

Proseguono ancora le tre associazioni: “La spiegazione fornita in merito alla presenza di diossine causata dalla ‘bruciatura di buste di plastica’, come riportato dall’articolo del Corriere dell’Umbria, ci sembra esageratamente artificiosa: non si capisce infatti come e perché si brucino ‘buste di plastica’ solo a Borgo Rivo e non nelle altre zone di analisi. Il rischio evidente è che si faccia di tutto per sottacere la gravità delle esposizioni a quindici anni di incenerimento, con continui rinnovi di autorizzazioni ai due inceneritori oggi esistenti. E come al solito sono sempre i comportamenti individuali ad essere messi sotto accusa, mai le responsabilità degli inquinatori autorizzati”.

In conclusione “riteniamo che i nodi stiano arrivando al pettine e che urge mobilitare la città per esigere indagini complessive esaurienti e chiare, mentre dal basso attivare strumenti di osservazione e vigilanza sulle esposizioni attraverso l’Osservatorio Indipendente. Il 2 settembre ci sarà una assemblea pubblica proprio nel quartiere di Borgo Rivo per affrontare questa allarmante conferma dei danni dell’incenerimento”.

ITALIA NOSTRA E WWF Oggi le due associazioni che per prime hanno sollevato la questione, Italia Nostra Terni e WWF Umbria, attaccano gli amministratori locali e chiedono l’esenzione del ticket per gli ammalati a causa dell’inquinamento ambientale. Andrea Liberati (Italia Nostra Terni) e Giuseppe Rinaldi (WWF Umbria) scrivono in un comunicato: “Lo diciamo da tempo, ma qualcuno tenta disperatamente tuttora di fare orecchie da mercante: e i pericoli per la salute dei ternani, in questo modo, non diminuiscono di certo, come mostrato da diversi studi scientifici anche di livello statuale. Ora si giunge fatalmente al redde rationem”.

Liberati e Rinaldi proseguono: “Rispetto poi alle ulteriori novità che, da Pentima-Valle, stanno affiorando nelle cronache – animali finiti nell’inceneritore di Orvieto, allevamenti coercitivamente chiusi, vicende finora ignote ai più – sembrerebbe persino tardi ormai per redigere la perimetrazione delle cosiddette zone di pericolo di Terni, infestate da un’alta contaminazione di metalli pesanti e diossine. Giacché molti dati sono oggettivi e pubblici, gli amministratori locali e regionali certamente conoscono il problema, ma costoro hanno taciuto e preferiscono tacere ancora”.

“Così – continuano le due associazioni – dopo gli elevatissimi tassi di nichel e cromo nei suoli, i metalli pesanti e il cromo esavalente nelle acque di falda, adesso il cerchio si chiude col superamento della soglia di allarme per diossine e PCB in circa il 20% dei campioni di uova prelevati da ASL2 nel 2013 a Terni, specificamente nelle aree attorno alla discarica di scorie della Thyssen Krupp e a Borgo Rivo, punto di massima ricaduta dell’incenerimento”.

Chiedono Liberati e Rinaldi: “Cosa vogliamo fare, signori del Palazzo? A Brescia, dopo notevoli insistenze da parte di associazioni come le nostre, si è infine giunti a classificare il livello di inquinamento non solo dei suoli agricoli, ma anche dei parchi soggetti a pubblica fruizione, con l’installazione di specifici cartelloni di diverso colore a seconda dell’effettiva situazione ambientale, e pure con l’interdizione all’accesso, all’allevamento e alla coltura, se del caso. Qui invece tutto accade in una bislacca e silente atmosfera. Siamo all’anno zero, altro che bonifiche!”.

Secondo Italia Nostra e WWF “emerge ancora una volta un grave deficit culturale: tuttavia le cronache e la trasparenza garantita da Internet presto lo spazzeranno via. Cosa ne resterà? Una città priva di orizzonti, desertificata, disoccupata e (già) malata, come attestano ufficialmente gli studi del Ministero della Sanità, Sentieri I e II. Pertanto, in fiduciosa attesa che i responsabili di questo disastro ambientale e sanitario vengano assicurati alla giustizia, Italia Nostra e WWF ora scriveranno al presidente di Regione, Provincia e sindaco onde richiedere in favore dei cittadini ternani il riconoscimento di un’esenzione ticket straordinaria per le patologie legate all’inquinamento, così come altre associazioni stanno facendo altrove in Italia: per quale motivo i residenti della Conca, una volta ammalati, dovrebbero pure pagarsi spese affatto imputabili alle loro condotte?”

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