Terni, diossina in alimenti, ”4 galline inquinate”. Petizione online: raccolte 10 mila firme

Ieri Italia Nostra e WWF hanno lanciato una petizione online con la richiesta della pubblicazione dei dati relativi alla presenza di diossina e metalli pesanti negli alimenti che in sole 24 ore è stata firmata da oltre 10 mila cittadini. [QUI LA PETIZIONE] I rappresentanti delle due associazioni, Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, in un loro comunicato scrivono che questa mattina in una trasmissione di Rai Radio Uno è stato affermato che quattro prelievi di uova di galline su 22 effettuati a Terni sono risultati inquinati, sopra la soglia di tollerabilità. Alla luce di ciò acquista ancora maggiore importanza la pubblicazione di tutti i dati per prendere coscienza della effettiva situazione.

Liberati e Rinaldi nel loro comunicato sostengono inoltre che la richiesta di stato di crisi complessa di cui si parla da tempo dovrebbe essere necessariamente accompagnata da un totale risanamento ambientale di Terni che al tempo stesso rappresenta un’urgenza e una possibilità di crescita e sviluppo.

Il comunicato stampa di Andrea Liberati (Italia Nostra Terni) e Giuseppe Rinaldi (WWF Umbria):

“Da qualche mese attori istituzionali locali e rappresentanti delle parti sociali parlano della possibilità o meno di richiedere al Governo lo stato di crisi complessa per il nostro territorio. Il nostro particolare punto di vista consente di apprezzare tale proposta solo alla luce di un patto ancor più largo, che preveda l’urgente risanamento ambientale della Conca Ternana, a partire dal SIN ‘Terni-Papigno’, aree a rischio e di cui lo Stato medesimo impone un’urgente bonifica.

D’altronde, sebbene misconosciuta, la sanatio è un’opzione obbligata per la futuribile area di crisi complessa, soprattutto alla luce della richiesta già espressa nella c.d. ‘Carta di Mantova’ (ottobre 2013) dai 57 sindaci della rete SIN. Costoro hanno infatti domandato al Governo il riconoscimento dello stato di ‘crisi ambientale e sanitaria’ per i loro SIN: è pertanto evidente come le crisi di Terni –complessa e ambientale/sanitaria- viaggino in parallelo. Il dibattito ne tenga conto.

E’ d’altra parte necessario che, pur nel rispetto delle leggi vigenti e delle normative europee sulla concorrenza, lo Stato sia responsabilizzato, pro quota: quelle aree sono state nelle sue mani dagli anni ‘30 fino alla privatizzazione del 1994. Sarebbe un principio di diritto naturale, oltreché di buon senso, riconoscere il notevole contributo pubblico all’inquinamento, con espresso riferimento alla quantità impressionante di scorie e altro materiale fin lì accumulate dalla Terni ‘di Stato’ nelle colline a sud-est della città. Occorrono ora ingentissime risorse per la bonifica, leva di nuovo sviluppo e occupazione. Il Governo deve dunque fare la sua parte, così come i tedeschi di AST-TK, comunque costretti dalla logica degli eventi a investire sulla filiera del recupero scorie e a rinunciare all’assurda espansione verso la Cascata delle Marmore di discariche ormai sature.

E’ poi necessario informare, informare, informare. Perché le Istituzioni non inviano una lettera informativa ai residenti su cosa sia un SIN? Su cosa significhi viverci dentro? Sul perché ne sia prevista la bonifica? I cittadini non sanno. Non va bene.

Ecco il senso della nostra richiesta alla presidente Marini affinché si pubblichino tutti i dati relativi alle concentrazioni di diossine e metalli pesanti negli alimenti.

Stamattina intanto, su Rai Radio Uno, nel corso della trasmissione ‘Prima di tutto’, la giornalista Elena Paba ha informato che, da carte ufficiali in suo possesso e relative al monitoraggio 2013 a Terni, è emerso che quattro prelievi di uova di galline su 22 erano inquinati sopra la soglia di massima tollerabilità: occorre perciò poter leggere meglio i numeri, costruire uno storico disaggregato dei dati, capire dove siano stati precisamente effettuati i prelievi, così da interpretare le tendenze in atto e adottare misure volte al contenimento dei contaminanti negli alimenti.

In trasparenza: sono già oltre 10.000 persone ad averlo chiesto in sole 24 ore con change.org, nota piattaforma internazionale di petizioni on line. E la raccolta delle sottoscrizioni prosegue”. [QUI LA PETIZIONE]

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