Terni, dubbi sull’aggressione e ombre sul passato di Samir: ”Mi spaccò bottiglia in testa”

I dubbi sull’aggressione denunciata dall’imam di Terni, secondo cui Samir El Abboubi sarebbe stato aggredito per ritorsione nei confronti del fratello (l’omicida di David Raggi), erano iniziati ad emergere ben presto. Lo stesso 22enne, alle telecamere di Virus (Rai Due), aveva poi confermato di essere stato picchiato alle spalle da tre persone. Ora però si fanno avanti anche delle ombre sul passato di Samir che sembrano rendere un po’ meno attendibile la sua versione dei fatti.

Samir è il fratellastro di Amine Aassoul cioè il 29enne che ha ucciso senza motivo il 27enne ternano in piazza dell’Olmo. I due hanno la stessa madre ma padre diverso (entrambi marocchini). Giovedì scorso l’imam di Terni aveva dipinto Samir come “un bravo ragazzo” ed aveva denunciato un inquietante episodio: il 22enne picchiato in un parcheggio da diverse persone, poi per paura non ha sporto denuncia. La sera stessa su Rai Due era andato in onda un servizio in cui a parlare era lo stesso Samir, che affermava: “Mi hanno menato in tre. Camminavo e…pam pam pam. Sono caduto di faccia sull’asfalto”. Nella stessa intervista aveva anche detto: “Mio fratello è una brava persona, penso che l’alcol gli ha dato alla testa. Io non so come giustificarlo, è una cosa ingiustificabile”.

Qualcuno ha notato come ci fosse qualche differenza tra la versione dell’imam e quella dello stesso Samir. A diverse ore di distanza si sono quindi accesi i riflettori sul giovane ed è emerso un passato non proprio cristallino. Prima di tutto si è rincorsa la voce secondo cui il 22enne, tornato tardi a casa, avesse raccontato al padre di aver avuto una rissa in discoteca, spiegando così i segni sul volto. Poi sono emersi i precedenti di polizia di Samir: furti, rapine e diverse risse avvenute soprattutto nel 2011 e nel 2012. Tra questi un episodio sconcertante, per cui è in atto un processo.

Racconta chi è stato suo malgrado una delle vittime: “Era la sera di Halloween del 2011, insieme a mio fratello stavamo accompagnando a casa la sua ragazza. Arrivati dietro al cinema Politeama, c’era un gruppo di una decina di ragazzini che, ubriachi, si spintonavano. Improvvisamente, senza alcun motivo, ci hanno aggredito. Sopratutto mio fratello e la sua ragazza. Ad un certo punto uno ha dato una bottigliata in testa a mio fratello”. E la bottigliata l’avrebbe data proprio Samir. Lo spiega chi l’ha ricevuta: “Io, nella mischia, sono stato attaccato proprio da Samir: prima spinte e pugni, poi subito dopo una bottigliata in testa. Tanto che la denuncia è diretta proprio verso lui, che tra l’altro è stato riconosciuto immediatamente dopo, anche per via del piercing che portava quel giorno”.

Riprende a parlare l’altro fratello: “Quando ho visto la bottigliata, sono intervenuto in sua difesa e allora mi hanno aggredito, mi hanno dato un pugno rompendomi la mandibola. Mi hanno dato 40 giorni di prognosi e mi hanno compromesso la masticazione: ancora oggi mi fa male quando mastico alimenti duri. E mio fratello ha ancora la cicatrice procurata dalla bottigliata”. Al momento dell’aggressione, spiega ancora, “c’erano delle persone ma non è intervenuto nessuno. Solo al termine delle botte, un ragazzo ha rincorso uno dei ragazzini e lo ha bloccato. Alla fine sono stati identificati 4 di loro, tra cui Samir”.

Oggi si aggiunge l’amarezza per le assurde lungaggini burocratiche e per la lentezza della giustizia. “Dopo 4 anni, la causa va ancora avanti, continui rinvii e ancora non si è arrivati ad una conclusione”. Nonostante i soldi spesi, il tempo perso per le udienze che si tengono a Perugia (al tribunale dei Minorenni, perché all’epoca gli aggressori, compreso Samir, non avevano nemmeno 18 anni, tranne uno di loro), non hanno ancora avuto giustizia per quella assurda aggressione di cui portano tuttora i segni.

Stampa