Terni, giovane maltrattata, segregata e legata: denunciato il compagno

Maltrattamenti fisici e psicologici, minacce, lasciata senza soldi e senza cure mediche, costretta a convivere con la paura di vedersi portare via il proprio bambino. E’ questo l’incubo che, in un’abitazione di Terni, ha vissuto una giovanissima donna rumena, vittima del proprio compagno, un connazionale di 27 anni.

Alle 13 di ieri la giovane ha telefonato al 113 e, piangendo, ha chiesto aiuto, ha iniziato a raccontare l’inferno che stava vivendo. Quando sono intervenuti gli agenti di polizia, la ragazza ha raccontato che la sera precedente aveva avuto l’ennesima lite con il compagno poiché non accettava la decisione della donna di andarsene. Lei era provata da una convivenza di maltrattamenti fisici e psicologici e dalle privazioni economiche, dal momento che l’uomo non lavorava e trascorreva tutto il tempo con i suoi connazionali a bere e giocare a carte, con lei costretta a chiedere da mangiare ai vicini.

Dopo la lite, la giovane si era svegliata nel pieno della notte ritrovandosi con una corda stretta alle caviglie. Era stato il suo compagno rumeno a legarla, per impedirle di lasciarlo. Ed aveva portato con sé il loro figlioletto, di appena un anno di età. La giovane era riuscita a liberasi della corda, ma l’uomo gliela aveva legata di nuovo, più volte intorno al collo, per spaventarla e farla tornare sulla sua decisione.

La mattina, in un momento di distrazione del compagno, la donna aveva suonato al campanello dei vicini di casa, e in lacrime aveva chiesto loro se poteva affidargli la borsa con i documenti suoi e del bambino, che lei aveva preparato da tempo per partire, perché temeva che il compagno gliela nascondesse, così come aveva fatto ogni volta che lei gli aveva esternato la sua esasperazione e la volontà di interrompere la convivenza.

Le indagini della polizia svolte nell’immediatezza, hanno consentito di trovare elementi di riscontro rispetto ai racconti della donna per quanto riguarda le condizioni di isolamento in cui lei ed il bambino avevano vissuto da quando nel mese di dicembre 2013 si erano stabiliti a Terni. Riscontri anche per quanto riguarda la povertà a cui era costretta, tali da non consentire alla donna nemmeno le cure mediche. Inoltre per gli agenti erano evidenti la paura e l’assoggettamento della donna al suo compagno, che le si rivolgeva con disprezzo e frasi offensive, sia urlando tra le mura domestiche, che nelle rare occasioni in cui uscivano insieme.

Accompagnati in questura, l’uomo ha ammesso di aver legato la corda al collo della compagna, minimizzando la gravità del fatto, dicendo che voleva solo spaventarla. E’ stato denunciato per maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi di assistenza familiare, continuati. La giovane compagna e il figlio sono stati affidati ad un centro antiviolenza.

Stampa