Terni, giudice ordina reintegro lavoratore licenziato da Coop, Cobas attacca Cgil

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solidali lav CoopA dicembre 2013 si diffuse la notizia del licenziamento di due lavoratori della Coop di Terni, accusati di aver mangiato merendine dell’Ipermercato. Oltre alle polemiche tra forze politiche e tra sindacati, seguirono anche i ricorsi giudiziari. Sabato scorso i Cobas hanno reso noto che il tribunale di Terni ha confermato in secondo grado il reintegro e il risarcimento per uno dei lavoratori licenziati. Nella nota del sindacalista Franco Coppoli, viene inoltre attaccata la Cgil, accusata di essere in “strana sintonia” con la stessa Coop e di non voler pubblicare in bacheca la sentenza di reintegro.

La nota di Franco Coppoli dei Cobas Terni:

“Il Giudice del lavoro di Terni, con la sentenza 262 del 22 luglio 2015, ha affermato che il fatto non sussiste respingendo come infondata l’opposizione della Coop Centroitalia e confermando l’ordinanza del 22/12/2014 di reintegro e risarcimento del lavoratore ingiustamente licenziato da Coop Centroitalia, condannando la cooperativa di distribuzione a rifondere le spese processuali.

Una seconda vittoria importante che oltre a ingiungere alla Coop Centroitalia a ridare diritti, salario e contributi previdenziali a TP, lavoratore iscritto ai Cobas e difeso dall’avvocato Gabriella Caponi per la confederazione Cobas di Terni, ne ristabilisce pienamente la dignità e la caratura che l’accusa di furto, pretestuosa ed inconsistente da parte di Coop, aveva di fatto messo in dubbio.

E’ stata dunque respinta l’opposizione di Coop Centroitalia all’ordinanza del giudice del lavoro di Terni del 22 dicembre 2014 che aveva già ordinato la reintegra del lavoratore e condannato la Coop Centroitalia, al pagamento dell’indennità risarcitoria nonché al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal licenziamento alla reintegra e alle spese processuali.

Quello che è assurdo è che questa sentenza non potrà essere affissa nella bacheca sindacale all’interno della Coop Centroitalia, perché nonostante i l 30% dei lavoratori abbiano votato Cobas alle RSU, la direzione di Coop ha consegnato le chiavi alla sola CGIL che monopolizza, in “strana” sintonia col datore di lavoro, la stessa bacheca e come Cobas del lavoro privato siamo ancora in attesa della conclusione di un art. 28 L. 300/70 contro Coop per comportamento antisindacale.

Ricordiamo brevemente l’ingiusto licenziamento di P.T.: nel novembre del 2013 Coop Centroitalia rispondeva di fatto alla costituzione del COBAS e all’affermazione alle elezioni RSU del sindacato di base nel punto vendita di Terni, votato da oltre il 30% dei lavoratori, con un licenziamento che abbiamo sempre definito “politico” e del quale abbiamo sempre denunciato l’inconsistenza e insussistenza delle motivazioni nonché il carattere pretestuoso e strumentale da parte di Coop Centroitalia.

Partiva subito una campagna di solidarietà nazionale contro il licenziamento di PT, un lavoratore di sessanta anni accusato di furto di merendine da Coop Centroitalia attraverso l’uso strumentale di immagini che nulla mostravano se non la loro palese illegalità essendo state riprese nei magazzini senza alcuna comunicazione alle RSU e ai sindacati, in piena violazione delle norme e dei diritti dei lavoratori.

Se nell’immagine pubblicitaria Coop lancia slogan come “La Coop sei tu” nelle pratiche di relazione sindacali è ben altro il quadro che si viene a definire. Con un’arroganza ed un attacco ai diritti dei lavoratori che non appartengono assolutamente alla storia del movimento operaio e del mutualismo da cui Coop proviene ma da cui si è allontanata abissalmente, come queste pratiche confermano. Ma ora dovrà reintegrare e risarcire PT.

“Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti” diceva l’IWW, oggi possiamo dire che con questa sentenza giustizia è stata fatta non solo per PT, ma per tutti i lavoratori, contro i licenziamenti illegittimi il videocontrollo illegale e l’arroganza padronale”.

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  • Piero

    Sono d’accordo con i Cobas.
    La Cgil e’ un sindacato consociativo, soprattutto, nei confronti della Coop e di altre cooperative sociali.
    Grande soddisfazione per la decisione del giudice del lavoro.

  • robersis

    Sono e rimangono COMUNISTI. Non sanno cosa sia la democrazia e il rispetto. Basta ricordare la lettera che alcune dipendenti coop scrissero alla Littizzetto. Purtroppo nella nostra città la grande distribuzione è in mano loro, come quasi tutte le altre attività. Se vuoi campare, in questa città, COMUNISTA devi votare. Per quanto riguarda la cgil che dire, se le condizioni di lavoro che la coop impone ai suoi dipendenti le impone un privato non COMUNISTA ai suoi dipendenti la cgil allora si che interviene.

  • Spirit

    Che schifo la coop centro italia. Non e’ un posto di lavoro. E’ una colonia penale. Trattano i lavoratori come al tempo dello schiavismo. Comunisti scifosi .Renziani di merda Naturalmente tutto questo grazie al benestare della cgil. Che oramai i lavoratori non sanno piu’ come sono fatti.

  • gennaro diniz

    In tal senso pregasi leggere il libro del signor “Esselunga” : “Falce e Carrello”…………

  • Spirit

    MESSAGGIO ALLA COOP CENRO ITALIA: ” VE SO COSTATE CARE LE MERENDINE ”