Terni, inceneritore Aria, M5S: ”Un affare del Pd, politica collusa al servizio delle lobby”

L’inceneritore di Acea-Aria che si trova a Terni, a Maratta, è un affare che riguarda completamente e solamente il Pd ed è esempio lampante di “un modello di politica collusa e inefficace, al servizio delle lobby e contro i cittadini”. A sostenerlo è il Movimento 5 Stelle che in un comunicato commenta la recente richiesta dell’azienda proprietaria dell’inceneritore di voler iniziare a bruciare anche rifiuti (attualmente può bruciare soltanto pulper di cartiera, qui l’articolo).

I pentastellati ricordano la nocività di simili impianti e spiegano che Acea è guidata da un cda composto da nominati del Pd che ora chiede autorizzazioni per aumentare la propria attività di incenerimento ad una amministrazione guidata dal Pd. Facendo appello a quanto promesso durante la campagna elettorale dallo stesso Pd ternano, il Movimento 5 Stelle chiede che ad Aria SpA sia negata l’autorizzazione a bruciare rifiuti.

Il comunicato stampa del Movimento 5 Stelle:

“I cittadini ternani sono venuti a conoscenza tramite un avviso sul giornale che Aria SpA ha avviato l’iter autorizzativo per bruciare rifiuti non pericolosi all’interno dell’inceneritore di Maratta.

Crediamo non sia un caso che avviso sia stato pubblicato proprio il giorno dopo i risultati del ballottaggio e dubitiamo fortemente che l’informazione non circolasse già nei corridoi di Palazzo Spada. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se questa informazione fosse stata diffusa un mese o anche solo una settimana prima del ballottaggio. L’esito delle elezioni sarebbe stato il medesimo?

Considerando che Acea ha recentemente rinnovato il suo consiglio di amministrazione oggi quasi totalmente a composizione renziana, possiamo affermare che ci troviamo di fatto con una società controllata dal Partito Democratico che chiede a delle istituzioni governate dallo stesso partito di poter bruciare rifiuti.

Si tratta di un affare, quindi, totalmente in mano al PD. Un partito che, durante la campagna elettorale, ha affermato – scrivendolo anche sul proprio programma – di essere contrario all’incenerimento e al trattamento termico dei rifiuti.

Terni è una città di crisi ambientale complessa. Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità, recentemente pubblicato, attesta nel periodo tra il 2003 e il 2010 ben 265 decessi che si potevano e dovevano evitare e un eccesso di ricoveri per tutte le cause, e in particolare per per tutti i tumori maligni (2.972 casi totali per gli uomini con un eccesso del +4% e 2.750 casi totali per le donne con un eccesso del +2%). In entrambi i generi si sono verificati poi eccessi rispetto alla media di malattie respiratorie: 3.835 casi totali negli uomini (+9%) e 3.057 casi totali nelle donne (+12%). Tutto questo nel periodo storico che coincide con la massima espansione del polo di incenerimento ternano.

Il ministero afferma all’interno dello studio che le malattie respiratorie hanno un evidenza a priori con l’esposizione ambientale dell’area ternana.

La letteratura scientifica mette in diretta correlazione le patologie a carico dell’apparato respiratorio e l’esposizione agli inceneritori, con conseguenze che, a differenza delle patologie tumorali, si evidenziano nella popolazione dopo un’esposizione agli inquinanti relativamente breve. Tutto questo non può più essere ignorato, dal momento in cui gli inceneritori rappresentano un ulteriore carico inquinante su una situazione già complessa.

Il fallimento della raccolta differenziata a Terni, d’altra parte, è direttamente correlato alla presenza del polo di incenerimento. La Raccolta differenziata a Terni, quindi, è stata progettata per fallire. L’ASM ogni anno migliora gli utili ma le tasse aumentano e i servizi sono pessimi. Oltre al danno ambientale viene preclusa un opportunità di sviluppo economico che potrebbe vedere nascere un polo industriale del riciclo con sinergie con le aziende già presenti nel territorio e ricadute positive per lo sviluppo della ricerca e del polo universitario e notevoli risparmi per le tasche dei contribuenti. Non si può affermare di sostenere la raccolta differenziata e contemporaneamente proseguire un percorso di incenerimento.

Il danno che la città subisce per la presenza di questo inceneritore è inimmaginabile perché non si tratta solo di un camino che sprigiona veleni, ma – soprattutto – del traino di un modello di politica collusa e inefficace, al servizio delle lobby e contro i cittadini: la metafora di come si tarpano le ali a ogni tentativo di rilancio del territorio, occludendo ogni alternativa visione politica.

Se Terni è una delle 18 città più inquinate d’Italia è sicuramente anche la città più inquinata della regione. Le politiche regionali di gestione del ciclo dei rifiuti hanno reso negli ultimi 20 anni Terni il buco nero dell’Umbria. La Regione sta sacrificando i ternani sull’altare dell’interesse di alcuni soggetti spesso, peraltro, provenienti anche da fuori regione e noi ci opporremo con forza a tutto questo.

Adesso inizia l’iter della conferenza dei servizi in cui il Comune avrà un ruolo da protagonista. Abbiamo sessanta giorni di tempo per far sentire la nostra voce e lo faremo con tutta la nostra forza e con tutti i mezzi di cui siamo forniti. Il Movimento Cinque Stelle si mette a totale disposizione dei cittadini, dei comitati e delle associazioni.

Partiamo da un presupposto essenziale: chi si afferma fervente sostenitore della strategia Rifiuti Zero non può al tempo stesso sostenere una posizione favorevole a qualsiasi tipo di incenerimento, dei rifiuti tal quali o in forma di combustibile solido secondario. Rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche, a cominciare dal Partito democratico, perché – coerentemente con quanto promesso agli elettori – si battano contro l’incenerimento dei rifiuti negando ad Aria SpA l’autorizzazione a bruciare rifiuti bloccando quindi, anche, l’iter autorizzativo ad Aria SpA”.

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