Terni, inceneritore Printer verso la riaccensione: impianto acquistato da azienda di Ravenna

A Terni si profila la riaccensione di un secondo inceneritore: dopo Terni Ena, a tornare in funzione sarà l’impianto Printer. La Tozzi Holding di Ravenna ha infatti acquistato l’inceneritore acquisendo un’autorizzazione a bruciare biomasse valida fino al 2019. A renderlo noto è ancora una volta il Comitato No Inceneritori, mentre l’amministrazione comunale continua a tacere e a non prendere posizione, salvo aver fornito alcune basilari informazioni nel corso dell’ultimo question time.

Manifestazioni, incontri pubblici, convegni, raccolta firme: tutta la mobilitazione dei cittadini ternani contro l’incenerimento dei rifiuti non è servito a fermare la riaccensione di Terni Ena ne ad impedire le operazioni per il riavvio di Printer.

Questo il comunicato del Comitato No Inceneritori Terni:

Come avevamo immaginato l’affare printer, acquisita dalla Tozzi Holding di Ravenna, è giustificato solo da una autorizzazione fin troppo generosa. Infatti questa avrà validità fino al 2019, così risponde l’assessore Bencivenga durante il question time di lunedì. E’ evidente che un impianto che tecnologicamente è inefficiente vale economicamente solo perchè permetterà di bruciare non solo biomasse legnose ma anche linoleum. E per molti anni.

Abbiamo appreso che il sindaco di Terni incontrerà l’impresa di Ravenna per capire i dettagli dell’operazione di acquisto e riaccensione dell’impianto. Ovviamente, come ormai ci sentiamo ripetere da anni, l’assessore all’ambiente ha parlato solo ed esclusivamente dei controlli futuri affidati all’ARPA e nemmeno lontanamente adombra altre azioni di carattere politico o tecnico per evitarne la riaccensione.

Chiediamo come sia stato possibile che a portare alla luce della cittadinanza l’acquisto di Printer sia stato il Comitato No Inceneritori e non il sindaco dato che tecnofin ha fatto parte di ISRIM. Ma ormai a Terni è normale verificare come il potere dei privati nelle partecipate pubbliche, da ACEA ( in merito a cui invitiamo a rivedere la puntata di Report del 14 aprile) a TECNOFIN, continui a determinare scelte assurde e prive di prospettive future: un inceneritore di rifiuti e ora una centrale a biomasse da 2,5 MW. Ambedue privi di alcun valore ed efficienza reale, ma semplicemente finanziati da milioni di euro di incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, che garantiranno profitti enormi per le imprese mentre lasceranno alla collettività l’onere dei danni ambientali e delle conseguenze sulla salute. Il fatto che inoltre ci indigna attiene al merito della situazione ambientale complessiva della Conca che ormai sta svelando tutta la sua criticità; a nulla valgono nemmeno le inchieste giudiziarie che puntano a verificare l’effettività dei controlli da parte dell’ARPA come dimostra il processo sul rogo di Vascigliano.

Ovviamente non staremo a guardare. L’11 maggio ci sarà a Terni una manifestazione regionale contro l’incentivazione alle false rinnovabili, ma faremo iniziative di avvicinamento in cui costruiremo momenti pubblici di opposizione a questo secondo inceneritore che sembra davvero la beffa, oltre il danno. Abbiamo inoltre oggi stesso chiesto un incontro urgente al Sindaco da cui ci attendiamo una solerte risposta; è il caso che prima della Tozzi ascolti i cittadini e che dia seguito ai suoi pronunciamenti pubblici contro la pratica dell’incenerimento.

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