Terni, inquinamento aria, Prc: ”Aumentano Ipa e Pm10, dati preoccupanti”

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inquinamentoPeggiora la situazione ambientale di Terni: aumenta l’inquinamento dell’aria. Lo attestano i dati dell’Arpa che il Partito della rifondazione comunista ha analizzato arrivando a (ulteriori) conclusioni preoccupanti. In particolare il Prc denuncia la crescita degli Idrocarburi Policiclici Aromatici oltre che del Pm10, rilevata dalla centralina de Le Grazie. E confrontando i dati con quelli degli anni passati, vengono trovate delle possibili connessioni con la riaccensione degli inceneritori.

Il comunicato del Prc di Terni:

“Un ulteriore segnale di allarme, rispetto alla già critica situazione ambientale della Conca ternana, si coglie esaminando i dati mensili dell’Arpa sulla presenza degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa) nell’aria, ed in particolare del benzo(a)pirene, rilevato dalla centralina di Le Grazie.

Gli Ipa sono presenti ovunque in atmosfera, derivano dalla combustione incompleta di materiale organico, dall’uso di olio combustibile, gas, carbone e legno nella produzione di energia. La fonte più importante di origine antropica è rappresentata dalle emissioni veicolari, seguita dagli impianti termici e dagli inceneritori. Gli Ipa possono essere riscontrati anche nei cibi in seguito alla cottura (alla brace o affumicati) o su frutta e verdura per deposizioni atmosferiche in zone inquinate.

Lo Iarc, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha classificato nel 1987 gli Ipa come ‘probabili’ o ‘possibili’ cancerogeni per l’uomo, poi nel 2008 il benzo(a)pirene è stato classificato come ‘sicuramente’ cancerogeno per l’uomo.

Il Piano regionale per la qualità dell’aria dell’Umbria già segnalava nel 2010 come, in tutta la regione, la sola centralina di Le Grazie evidenziasse valori degli Ipa superiori al valore obiettivo, con medie annuali intorno allo 0,7 ng/m³ . I valori di riferimento sono: buono <0,6; accettabile tra 0,7-1,0; scadente >1,0.

Negli ultimi due anni il valore medio annuale della concentrazione degli Ipa ed in particolare del benzo(a)pirene, riscontrato nella centralina Le Grazie, è salito a 1,2 (2013) e 1,3 (2014), evidenziando una tendenza alla crescita e superando il valore limite della zona “scadente”. Una soglia che prescrive interventi immediati per la difesa della salute pubblica e che a Terni passa, invece, completamente sotto silenzio.

Di fronte a questi dati, il PRC chiede all’ARPA di estendere urgentemente la rilevazione degli IPA alle centraline di Borgo Rivo e Carrara, come è avvenuto a Perugia dove, pur non in presenza di valori significativi degli IPA, si è estesa, di recente, la loro misurazione ad un’altra centralina (Ponte San Giovanni oltre Fontivegge).

In particolare riteniamo importante estendere la misura degli Ipa alla stazione di Borgo Rivo, situata nella zona di massima ricaduta dei fumi e delle polveri degli inceneritori di Maratta, per valutare il loro impatto, dal momento che il livello di concentrazione di questo inquinante sembrerebbe non dipendere dall’attività dell’Acciaieria. Nel Novembre scorso, infatti, quando l’impianto siderurgico è stato fermo per la vertenza, non si è riscontrata alcuna variazione del livello di concentrazione degli Ipa.

Altro dato molto preoccupante, per registrare l’inquinamento complessivo della nostra conca, riguarda il Pm10 che, per la prima volta dal 2006, nella centralina di Le Grazie, raggiunge il valore limite anche sul secondo indicatore, quello della media annuale fissato a 40 µg/m³. Questo oltre ai 55 sforamenti del valore limite giornaliero (50 µg/m³), registrati nel 2014, ben oltre i 35 giorni posto come limite massimo dalla normativa vigente. Sforamenti che si registrano da anni.

Come abbiamo più volte denunciato, questa situazione richiede interventi strutturali che vanno ben oltre il palliativo del blocco parziale del traffico, unico provvedimento messo in campo da anni dalla amministrazione comunale ternana. Provvedimento, oltretutto, a più riprese sospeso, sino alla definitiva revoca di questi giorni. Ma anche gli enti preposti come l’Usl, oltre all’Arpa, o interessati come l’ordine dei medici sono chiamati a svegliarsi dal loro letargo.

Dall’esame dello storico dei dati delle centraline della rete di monitoraggio della qualità dell’aria dell’Arpa sembra, inoltre, emergere che, negli anni di spegnimento degli inceneritori di Maratta, si è avuto un calo sia della media annuale, sia del numero dei superamenti giornalieri del Pm10.

Questo dato andrebbe ulteriormente approfondito e studiato ma in ogni caso ripropone il problema della presenza nel nostro territorio di impianti di incenerimento che aumentano il livello di inquinamento, già preoccupante, senza nessun beneficio per la nostra collettività ma solo per gli interessi di privati”.

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  • Andrea Pileri

    Benché lo smaltimento per incenerimento trovi la mia contrarietà, le cause di questo aumento caso vanno molto probabilmente cercate altrove e molto più vicino a noi è cioè nell’aumentato consumo di biomasse per uso domestico