Terni, Isrim ad un passo dal fallimento: riunione in Prefettura senza esito e con polemiche

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palazzobazzaniSalvo insperati colpi di scena, l’Isrim fallirà il prossimo 11 luglio. E’ questo il verdetto dell’incontro avvenuto questa mattina nella Prefettura di Terni. Un vertice anticipato da polemiche e conclusosi senza esito ne decisioni utili. All’incontro, richiesto dal consigliere di Confimpresa Francesco Bartoli e convocato dal prefetto Gianfelice Bellesini, erano presenti i lavoratori, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, il presidente della Provincia Feliciano Polli e un rappresentante della Regione Umbria.

Prima ancora dell’inizio, previsto per mezzogiorno, Di Girolamo e Polli avrebbero puntato i piedi chiedendo al prefetto di escludere dall’incontro e far allontanare il consigliere comunale Enrico Melasecche e il consigliere regionale Alfredo De Sio che erano arrivati per accompagnare i lavoratori. I due hanno accettato non senza criticare duramente sindaco e presidente della Provincia.

Nel corso dell’incontro non è stata individuata alcuna soluzione: l’Isrim viaggia dritto verso il fallimento e i 32 lavoratori vanno verso la perdita del posto. Bartoli al termine ha fatto sapere di voler informare il Governo.

BARTOLI Questo il resoconto del consigliere di Confimpresa, Francesco Bartoli:

“L’incontro avvenuto in data odierna in Prefettura con i lavoratori dell’Isrim, i rappresentanti dei soci dello stesso istituto e i liquidatori ha fatto emergere un quadro debitorio complessivo che si è aggravato dopo gli accertamenti della GdF arrivando ad un importo di 5,9 milioni di euro complessivi.

L’accertamento della GdF è stato trasmesso alla Procura della Repubblica per una serie di ipotesi di reato tra cui la truffa aggravata in cui sarebbero coinvolti alcuni amministratori dell’Istituto.

In un quadro cosi delineato, si sono estinte le speranze dei lavoratori che erano riposte nella possibilità che il fallimento dell’Istituto fosse evitato. Anche i liquidatori hanno confermato che se da qui all’11 luglio giorno in cui è stata fissata l’assemblea dei soci non interverranno novità di rilievo, chiederanno che vengano consegnati i libri contabili in Tribunale ed avviata la procedura concorsuale.

L’unico evento di rilievo che potrebbe scongiurare tale ipotesi è costituito dalla volontà dei soci (Regione, Provincia, Comune), di ricapitalizzare l’istituto ripianando il debito per poi ricollocare lo stesso sul mercato ma ad una mia precisa domanda sulla possibilità di tale evenienza né il rappresentante della Regione, né il presidente della Provincia Polli, né il sindaco Di Girolamo hanno risposto. Un’atteggiamento pilatesco che la dice tutta sulla volontà di risolvere i problemi anche quando questi sono creati dagli stessi amministratori pubblici.

La nostra opinione è che in questo caso si voglia scaricare sullo Stato (che attraverso il Miur è il principale creditore) le responsabilità del buco milionario creato in questi anni dagli amministratori locali con buona pace dei lavoratori coinvolti, tutto personale altamente qualificato che sarà costretto a trovarsi un’altra collocazione.

Questa triste conclusione emerge anche dalla mancata risposta ad una precisa domanda dei lavoratori che chiedevano la possibilità di un eventuale ricollocazione nell’ambito di altre società partecipate dei soci pubblici dell’Istituto come prevede tra l’altro la legge di stabilità.

Zero, silenzio assoluto su qualsiasi prospettiva alternativa al fallimento che a questo punto è annunciato con buona pace di tutti i lavoratori.

Milioni di euro di soldi pubblici sprecati un patrimonio di ottimi ricercatori formati con i danari della fiscalità generale costretti ad emigrare, enti locali che non vogliono investire in ricerca e formazione, candidandosi a diventare sempre di più una regione arretrata.

Non è potando ulteriormente una pianta sofferente che la si fa rinverdire. Occorre investire. Vogliamo lo sviluppo economico attraverso le federazioni di atenei, i poli della ricerca? Perché no. Ma nulla si può fare senza rifinanziare il sistema e senza tenere presente che formazione e ricerca non sono un lusso, sono una necessità se si vuole essere competitivi nel XXI secolo.

Ecco, a Terni avevamo un fiore all’occhiello, l’Isrim, lo hanno fatto fallire, a questo punto il nostro compito sarà quello di portare a conoscenza dell’intera vicenda direttamente il Governo, con in prima persona il presidente del Consiglio Matteo Renzi a cui verrà inviata una relazione dettagliata sulla vicenda. Vedremo se anche Matteo Renzi se ne laverà le mani”.

MELASECCHE Il comunicato del consigliere comunale Enrico Melasecche:

“Questa mattina sono stato invitato dai lavoratori ISRIM a far parte della loro delegazione per l’incontro in Prefettura, l’ennesimo sul tema, convocato dal Prefetto per fare il punto sulla situazione dell’Istituto Superiore Materiali Speciali.

Partecipato al 68% da Regione e Comune di Terni l’ISRIM costò circa 20 miliardi di lire solo di attrezzature di laboratorio ma è stato gestito in vent’anni dalla politica regionale e locale in modo a dir poco imbarazzante, con perdite sistematiche e logiche tutte interne al sistema di potere in vigore.

I risultato sono sotto gli occhi di tutti: trentacinque lavoratori, in gran parte laureati in biologia, fisica, matematica, ingegneri, in gran parte ricercatori, vengono, incolpevoli, di fatto messi sul lastrico e Terni perde l’ennesimo punto di riferimento per colpe evidentissime degli ultimi due sindaci che si sono succeduti che non sono stati minimamente in grado di gestire la quota di proprietà del Comune (nominando peraltro Assessori decisamente incompetenti) ma neanche di essere tramite con la Regione e Sviluppumbria affichè l’Assessore Regionale Riommi mantenesse la parola data ai lavoratori in merito ad un minimo di garanzie per la salvaguardia delle loro professionalità e dei posti di lavoro.

Ebbene, questa mattina colpo di scena, dopo circa un’ora di attesa rispetto all’orario fissato delle ore 12, il Prefetto in persona, scusandosi, ha chiamato il sottoscritto ed il consigliere regionale De Sio comunicandoci che la nostra presenza nella delegazione dei lavoratori, nonostante fosse stata richiesta dai lavoratori stessi, non era gradita da Di Girolamo e Polli per cui ci ha chiesto cortesemente, in evidente imbarazzo, di lasciare la delegazione.

Poichè l’unico obiettivo è per i sottoscritti è quello della difesa degli interessi dei lavoratori, abbiamo informato questi, sgomenti per l’accaduto, prima di lasciare la Prefettura.

Rimane il giudizio durissimo dei lavoratori e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città di fronte ad atteggiamenti puerili di chi ha piena e totale responsabilità del dramma dell’ISRIM e nulla ha fatto per condurre una gestione sana e trasparente.

Le vicende recenti, in merito all’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, su presunte false fatturazioni fatte dall’ISRIM, ammesso che trovino conferma, vanno ad appesantire una situazione già drammatica e pongono seri problemi su una conduzione di quell’Ente come di molte altre partecipate.

Per l’incapacità di Sindaci e Presidenti di Regione non possono però pagare nè i lavoratori nè i cittadini con milioni di euro gettati al vento per cui continueremo a seguire direttamente l’ISRIM e Di Girolamo dovrà rispondere alla interrogazione in Consiglio Comunale di fronte alla Città per la sua conduzione improntata alla totale incapacità. I responsabili di questo disastro dovranno rispondere anche agli organi di controllo pubblico oltre che alla pubblica opinione.

Di Girolamo dimostri di non essere il fantasma di sindaco come moltissimi lo hanno dipinto prendendo in mano la situazione, convocando la Presidente della Regione e trovando i fondi (che trova sempre quando si tratta di tutelare clienti ed amici) necessari ad evitare il fallimento dell’ISRIM perché sia chiaro che tale esito rappresenterebbe l’ennesimo suo fallimento”.

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