Terni, la San Vincenzo de’Paoli: “Nuovi poveri fra le famiglie giovani, servono più aiuti”

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Antonella CatanzaniTanti nuovi poveri, italiani ma anche stranieri. E un’azione di carità che non si ferma ma che ha bisogno di tante risorse. Domani mattina alle 9.30 presso la parrocchia di Santa Maria del Rivo il gruppo ternano della Società San Vincenzo de’Paoli si riunirà (l’assemblea è pubblica e sarà aperta dalla Santa Messa celebrata da don Luca Andreani) per tirare le somme dell’attività del 2015 e se il bilancio è importante per la mole di lavoro svolto, il quadro della città che ne esce non è certo edificante. Oltre 2700 persone aiutate, tra cui 433 minorenni, e distribuite risorse per oltre 130 mila euro. Ma i soldi non bastano: “Quest’anno gli assistiti sono in calo rispetto all’anno precedente, ma non perché siano diminuiti i poveri anzi – dice la presidente Antonella Catanzani– le situazioni si sono aggravate, ma è diminuita la nostra capacità di aiutarli per mancanza di disponibilità economiche e di minori contributi economici elargiti da enti e benefattori privati. Rispetto al 2013 abbiamo aiutato 1.235 persone in meno sia perché abbiamo fatto un migliore monitoraggio e selezione dei casi seguiti e un buon lavoro di rete, ma anche e soprattutto perché abbiamo avuto momenti di difficoltà economica”. Attualmente l’attività è finanziata, oltrechè dai contributi volontari, anche dalla Fondazione Carit con un contributo di 70 mila euro per il progetto “Aiutiamoli a sopravvivere con dignità”, ovvero l’accompagnamento costante e l’aiuto materiale che permette alla persona che sta vivendo situazioni economiche difficili di riappropriarsi della dignità offesa. Gli interventi effettuati permettono di colmare, almeno in parte, le principali carenze dovute alle disuguaglianze sociali, compresa la difficoltà nelle relazioni familiari e interpersonali in generale.

Il quadro si fa più fosco pensando al presente. Perché al fianco della povertà tradizionale, si sta sviluppando, dice l’associazione di carità, anche tutta una nuova povertà parallela: “Si tratta – spiega – di  tante giovani famiglie che, con difficoltà, palesano lo stato di bisogno in una fase di vita che era stata progettata con l’entusiasmo di chi pensa di avere la certezza del lavoro. Inoltre, seguendo il trend dello scorso anno, diverse famiglie straniere, soprattutto comunitarie, sono state costrette a lasciare la città a causa del perdurare della mancanza di lavoro e si sono trasferite al Nord Italia o in altri Paesi europei. Cominciamo a verificare lo stesso fenomeno anche nei singoli, italiani e stranieri, in maggior parte giovani e di sesso maschile, in cerca di prospettive migliori altrove. In questo mare di disillusioni, scoraggiamento e rassegnazione sta anche a noi che condividiamo ogni giorno il peso di questa crisi, far emergere con proposte e pressioni qualche buona opportunità, economica, culturale, solidale che Terni può ancora offrire”.

LE CIFRE – Delle 2700 persone aiutate il 55% delle sono di nazionalità italiana, il 15% comunitaria e il 30% extracomunitaria. Sono stati distribuiti aiuti per  130 mila euro, il 20% in meno dello scorso anno, principalmente destinati a pagamento di affitti, spese condominiali e utenze (luce, acqua e gas); distribuiti anche 12 mila pacchi composti da generi alimentari e prodotti per l’igiene persona e della casa; pagamento di testi, materiali scolastici e spese varie. Non solo: ai senzatetto sono stati invece forniti 30 sacchi a pelo, 35 coperte, calzature e vestiario, 140 sacchetti con prodotti per l’igiene personale e 2.800 sacchetti con generi alimentari. I volontari sono 108, il 73% donne e il 60% over 65, in leggera flessione rispetto l’anno precedente.

IL 2016 – Per il 2016 il progetto speciale si chiama “Emporio bimbi” ed è nato dalla considerazione che i bambini non hanno colpe, né della crisi, né della povertà in cui vivono, né del degrado morale e culturale della loro famiglia. L’Emporio serve a fornire tutti quei beni essenziali che spesso mancano nelle case: dagli alimentari ai pannolini ai prodotti per l’igiene personale, al materiale scolastico, abbigliamento, giocattoli e attrezzature per la prima infanzia.

 

 

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