Terni, ladri in casa propria: rubano gioielli dei genitori e li rivendono ai compro oro, 4 giovani indagati

Ladri in casa propria: due giovani, aiutati da altri due amici, hanno rubato i gioielli di famiglia, dei propri genitori, e li hanno rivenduti a dei compro oro. Dopo essere stati scoperti, tre minorenni ed un maggiorenne residenti a Terni sono stati deferiti per ricettazione.

La polizia ha avviato le indagini alla fine di luglio, quando una mamma preoccupata si è rivolta alla questura: aveva scoperto che la figlia minore aveva venduto, insieme a degli amici, i gioielli di famiglia a dei compro oro. Gli accertamenti hanno permesso in breve tempo di appurare che la figlia della signora, come poi confermato dalla ragazza, aveva sottratto i preziosi e che aveva chiesto ad un amico minorenne di portarli in un negozio per rivenderli. La stessa operazione, era stata eseguita anche a casa di un’altra amica, sempre minorenne, ed insieme, coinvolgendo in questo caso un ragazzo maggiorenne, avevano rivenduto i gioielli.

La polizia, oltre ad aver interrogato le persone coinvolte, ha verificato la regolarità delle transazioni, che sono risultate conformi alla legge, dato che fino all’8 marzo 2013, i compro oro, ai sensi dell’articolo 128 del Testo Unico delle Leggi di Polizia, potevano “acquistare oro da ogni persona che esibisse valido documento di identità, compresi i minorenni”. Gli agenti hanno controllato nei registri e, in effetti, da quella data, i titolari dei negozi interessati non hanno più acquistato gioielli portati da minori. Fino a marzo però i quattro giovani hanno regolarmente venduto preziosi per un totale di circa 6 mila euro.

Le famiglie delle due ragazze hanno dichiarato di non voler procedere nei confronti dei giovani, ma tutti e quattro sono comunque stati deferiti per il reato di ricettazione e le due ragazze minori sono state segnalate alla Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Perugia per il reato di furto aggravato. Reato in questo caso non punibile per assenza di querela e perché commesso in danno di congiunti.

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