Terni, l’assessore Piacenti d’Ubaldi si è dimesso, le reazioni della politica

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Dopo un ultimo mese tumultuoso, tra il no da parte del tribunale del riesame e le vicende giudiziarie, si è infine dimesso l’assessore al bilancio del comune di Terni Vittorio Piacenti d’Ubaldi.

A comunicarlo nella serata di ieri il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo: “Condivido profondamente la sua convinzione che le vicende personali di chi riveste cariche pubbliche non possano mai essere anteposte al prestigio e all’autorevolezza dell’istituzione che si rappresenta, così come l’impegno nelle istituzioni non possa neanche per un momento distaccarsi dal proseguimento dell’interesse generale.” ha commentato lo stesso sindaco.

“Convidido – a poi proseguito – con la stessa intensità le parole che parlano di un’esperienza faticosa ma bella, a tratti anche entusiasmante, in anni di grandissime difficoltà politiche, amministrative e finanziarie. Lo ringrazio dal profondo del cuore per il suo contributo, per il suo impegno, per la sua generosità, per le sue capacità e per la sua correttezza. Abbiamo lavorato nell’interesse dell’Ente e dei cittadini, soprattutto nell’azione di risanamento dei conti del Comune, un’azione forte, sofferta, a volte contrastata, ma che è il presupposto essenziale per dare un futuro migliore all’Ente stesso, alle amministrazioni che verranno, alla città nel suo complesso”.

Approccio ovviamente opposto quello che traspare dalle seguenti parole di Thomas De Luca, esponente di spicco del movimento 5 stelle: “Le dimissioni di Piacenti D’Ubaldi, oltremodo tardive a distanza da quasi un mese dal suo arresto, sono l’ultimo capitolo dell’era Di Girolamo. Il Sindaco parla di “vicende personali” ma avrebbe fatto meglio a tacere. Le accuse mosse contro Piacenti D’Ubaldi non riguardano azioni commesse da privato cittadino ma riguardano la sua attività amministrativa di assessore del Partito Democratico. Atti e condotte che si sono verificate all’interno dell’habitat della giunta, riguardanti partecipate le cui nomine apicali sono di esclusiva competenza del Sindaco.”

“Anche da questo – prosegue il 5 stelle – si vede la statura di un partito che invece di rimuovere un amministratore oggetto di misure cautelari, assumendosi la responsabilità politica di quello che è successo, lo ha costretto alle dimissioni al fine di far venire meno il motivo delle sue restrizioni. Lo ha espulso come fosse un corpo estraneo, un partito usa e getta che lo ha buttato via senza battere ciglio, disconoscendo il suo ruolo di protagonista di questa consiliatura. La responsabilità politica, la questione morale non riguardano l’uno ma riguarda il Sindaco e tutti i partiti che ancora lo sostengono.Cambiando l’ordine degli assessori il sistema non cambia. L’attuale situazione è sotto gli occhi di tutti: da una parte c’è un manipolo di uomini chiusi nel bunker di palazzo Spada dall’altra un’intera città contro di loro, una città unita che non li vuole più, una città pronta a scendere in piazza per chiudere il periodo peggiore della storia di Terni dal dopoguerra. Il tempo è scaduto.”

Linea simile per il capogruppo di FdI Marco Cecconi: “In questa commedia dell’assurdo, il sindaco Di Girolamo recepisce le dimissioni in questione ringraziando Piacenti D’Ubaldi “dal profondo del cuore” e citandone, tra i numerosi meriti, anche quello della “competenza”: come se le contestazioni mosse proprio ai suoi bilanci comunali in tutta questa consiliatura dalla Corte dei Conti fossero acqua fresca; come se l’estate scorsa la magistratura contabile non avesse bollato come “inattendibile” il Piano di riequilibrio approvato dalla maggioranza a guida-PD nel dicembre 2016 e firmato proprio da Piacenti D’Ubaldi; come se, ancora
una volta, tale magistratura non avesse denunciato, un mese fa, altri debiti oltre a
quelli messi nero su bianco in quel Piano da Piacenti D’Ubaldi e come se, per ultimo,
non avesse respinto al mittente il cosiddetto “aggiornamento” di quel Piano
dichiarandolo “irricevibile”. Competente un assessore che spaccia come la soluzione
del dissesto una delibera che la Corte dei Conti definisce priva del benché minimo
fondamento giuridico?”

“In questa commedia dell’assurdo – prosegue Cecconi – abbiamo speso decine di migliaia di euro (mentre, in contemporanea, si prefigurano tagli ai servizi e una mannaia di tasse comunali in più sulla casa e sulle imprese, proprio per colpa dei debiti lasciati accumulare da Di Girolamo & C. e che Piacenti D’Ubaldi non ha trovato il modo di sanare) per continuare a pagare l’indennità di servizio ad assessori vari che, nel frattempo, quel servizio assessorile non potevano più svolgerlo, a causa delle ripetute sospensioni e interdizioni disposte nell’ambito dell’Operazione-Spada 1 e dell’Operazione-Spada 2: da Bucari a (per l’appunto) Piacenti D’Ubaldi, configurandosi a nostro avviso un vero e proprio danno erariale che segnaleremo nelle sedi opportune.”

Infine arrivano anche le caustiche parole di Enrico Melasecche, che concede a Piacenti d’Ubaldi l’onore delle armi: “Anche Piacenti se ne va, dimissionario per non essere dimissionato. Segue a poca distanza l’abbandono del suo sponsor, l’avv. Andrea Cavicchioli, che ha avuto però l’intelligenza di gettare la spugna per tempo per non tenere ancora bordone a questo sindaco in una situazione che si è andata facendo sempre più imbarazzante. Ho incrociato il fioretto con Piacenti (talvolta anche la mazza da baseball) in questi quasi quattro anni di battaglie durissime a causa del montare della peggiore emergenza economico finanziaria che si ricordi, sia del Comune che delle società
partecipate. Il suo primo grave errore è il non aver preso le distanze, pretendendo il beneficio di inventario, per l’eredità del primo quinquennio Di Girolamo, fradicia di debiti pregressi, di cui ha prima pervicacemente negato l’esistenza, firmando bilanci vergognosamente taroccati, poi, in modo odioso caricandoli sul futuro delle famiglie e delle imprese. Ha poi mentito successivamente in varie occasioni anche sull’esistenza dei debiti fuori bilancio. Porta su di sè anche la responsabilità di una delega al Personale in cui ha fallito completamente, debilitandolo ulteriormente. Di positivo va detto che ha affrontato molto alla garibaldina, con una determinazione non usuale, problemi gravissimi, come quello della finanza derivata che avevo fatto emergere negli anni precedenti scivolando poi sulla buccia di banana delle consulenze. Ricorderemo a lungo lui e soprattutto Di Girolamo, lo ricorderanno soprattutto i nostri figli ed i nostri nipoti perché ad ogni Capodanno, da qui al 2045, allo scoccare della mezzanotte sapranno che dovranno lavorare per pagare al Comune nuove imposte per 1,83 milioni di euro cui dovranno aggiungere una quota ancor più alta dei debiti ordinari rinviati con ben tre manovre successive, infine un terzo importo per i debiti fuori bilancio che i consiglieri del PD saranno costretti loro malgrado entro breve a riconoscere a meno che non subentri nel frattempo il commissario governativo visto che stanno facendo di tutto per non bere questo calice avvelenato. Grazie Massimo e Leo, una coppia che si scoppia. Siete stati per tutti i ternani dei buoni padri di famiglia.”

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