Terni, Liberati e Trenta: ”Il protocollo anti-corruzione è solo fumo negli occhi”

Il protocollo anti-corruzione siglato ieri tra Procura, Comune e Provincia di Terni è soltanto fumo negli occhi. E’ quanto sostengono in un comunicato congiunto due esponenti del Movimento 5 Stelle: Andrea Liberati, consigliere regionale, e Angelica Trenta, consigliere comunale. I due chiedono tra l’altro quali controlli siano stati effettuati in merito a cooperative che vincono appalti e ottengono proroghe e quali esiti abbiano avuto le indagini relative alle ombre di Mafia Capitale su Terni.

Il comunicato di Andrea Liberati e Angelica Trenta:

“Fumo negli occhi. Ammuina. Questa è la reazione di molti ternani e di non pochi osservatori indipendenti dinanzi al ‘Protocollo anticorruzione’ siglato tra Procura –il dottor Cesare Martellino- e Comune e Provincia –peraltro gestiti dalla stessa persona, Leopoldo Di Girolamo.

La domanda sorge allora spontanea: quale credibilità avrebbe il predetto protocollo, visto che è sottoscritto da un politico il cui partito –il PD- è gonfio di soggetti indagati e sotto processo, bellamente ricandidati e appena rieletti in Regione Umbria, talora persino condannati e rimessi comunque in lista, come De Luca in Campania? Quale credibilità avrebbe tale protocollo, quando innumerevoli esposti, presentati da cittadini e associazioni alla struttura diretta proprio dal dottor Martellino e da chi lo ha preceduto, sono finiti in un beneamato nulla, nel buco nero delle archiviazioni, accrescendo il senso di impotenza della gente comune dinanzi a una classe di impuniti e impunibili?

Se dunque imperversa la corruzione esistono motivi chiarissimi che nascono dal combinato disposto della mancanza di una classe dirigente rigorosa in costanza di pericolose relazioni tra politica e giustizia.

I cittadini ad esempio si domandano quali controlli siano stati esercitati nei confronti delle amministrazioni, visto che alcune cooperative, porte girevoli dello stesso PD, non solo vincono da anni gli stessi appalti milionari, ma addirittura ne ottengono non di rado la proroga a discapito delle casse pubbliche, facendo ampiamente e ripetutamente strame della legge. E sono sempre i medesimi cittadini a formulare legittimi interrogativi su quale esito abbiano avuto le indagini della Procura di Terni su ‘Mafia Capitale’, così come su altri temi cruciali nel rapporto tra risorse pubbliche e partitocrazia.

Più che un ‘Protocollo anticorruzione’, più di tante belle parole -fumo negli occhi di chi ancora ci crede- servirebbero soltanto amministratori politici onesti e più coraggiosi capi di Procura. Il punto è tutto qui. Le ammuine fatele altrove”.

Stampa