Terni, Liberati: “Sugli inceneritori grave comportamento del sindaco e imbarazzante Marini”

Dopo aver sospeso e poi ripreso l’occupazione del Consiglio regionale, Andrea Liberati torna ad attaccare le amministrazioni locali in merito agli inceneritori di Terni. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle critica duramente i sindaci di Narni, San Gemini e Stroncone per essere rimasti silenti pur avendo possibilità di intervento. Peggio il giudizio sul primo cittadino di Terni, accusato di non essersi affatto opposto agli impianti di Maratta. Infine ne ha per la presidente della Regione Catiuscia Marini che non ha ancora proferito parola sull’intera questione.

Il comunicato di Andrea Liberati:

“I sindaci dei Comuni di Narni, San Gemini, Stroncone, pur titolari di legittimo interesse, non hanno mai domandato di far parte dei procedimenti passati e attuali sugli inceneritori, cosa che, stando ai dirigenti auditi stamane in Regione da parte della II Commissione, avrebbero potuto ottenere se solo lo avessero richiesto, giacché ampiamente informati sugli iter in corso, come dimostra la protesta generalizzata nella Conca, ma anche il fatto che Italia Nostra e altri soggetti hanno pure presentato puntuali osservazioni.

Inoltre i tecnici hanno riferito che il sindaco di Terni non ha mai espresso un parere contrario legalmente valido contro gli inceneritori, a partire dall’impianto Terni Biomassa; e, tantomeno, questi si è mosso entro i 20 giorni previsti dalla normativa. Né è ricorso ai suoi poteri di Autorità sanitaria. Al cospetto di Leopoldo di Girolamo, Don Abbondio è un coraggioso eroe!

La Regione stessa, a metà 2015, aveva già evitato l’assoggettabilità di queste oscena attività alla necessaria Valutazione di Impatto Ambientale, facilitando il procedimento, de facto favorendo gli affumicatori di professione: un’altra condotta pubblica vergognosa, tanto più considerando che Terni, sulla carta, sarebbe in piena ‘area di risanamento’.

Stranissimo che la Regione, evitando la VIA all’impianto di Terni Biomassa, non abbia notato quali siano i venti prevalenti in quella zona, visto che le emissioni dell’impianto finiranno -per certo- anche nell’aria e nei suoli dei Comuni limitrofi di Narni, San Gemini, Stroncone, mai finiti nelle Conferenze dei Servizi, nemmeno per sbaglio.

Dunque, contro la salute dei residenti, un gigantesco cortocircuito, grazie a:

1) le omissive condotte di Leopoldo Di Girolamo;

2) la mancata VIA da parte della Regione;

3) la mancata partecipazione al tavolo da parte dei sindaci dei Comuni limitrofi.

E’ stato infine riferito che, qualora Terni Biomassa ottenesse l’AIA, la scadenza dell’autorizzazione avverrebbe addirittura nel 2027, impregiudicata la possibilità di ricorrere al Tribunale da parte dei soggetti legittimati, così come di intervenire seriamente, con atti incisivi, in qualsiasi momento da parte del sindaco di Terni e pure da parte di ASL2, autorità che tuttora può esprimere un parere negativo anche alla luce della V.I.S. (Valutazione di Impatto sanitario) presentata lo scorso gennaio, nonché di tutti gli altri studi fin qui prodotti ufficialmente dall’Istituto Superiore di Sanità (Sentieri) e dalla stessa ASL2, come quello che, nel 2015, aveva calcolato che l’esposizione al polo di incenerimento determina otto morti in più all’anno a Terni.

Per questi motivi, su istanza del commissario Andrea Smacchi, i consiglieri regionali si riuniranno d’urgenza non più a Perugia, ma a Terni, proprio per audire il sindaco, unitamente ad ARPA, ASL2.

Il M5S incalzerà la Regione a oltranza: le comunità non possono rimanere indifese.

Autorizzare impianti del genere rappresenta infatti un crimine che può evitare solo Catiuscia Marini, ancor oggi avvolta in un imbarazzante silenzio che odora di manifesta incapacità gestionale”.

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