Terni, maxi-evasione fiscale, denunciati responsabili di una società e un prestanome

Un passaggio di quote societarie per attuare una maxi evasione fiscale: è ciò che hanno messo in atto i responsabili di una società di Terni operante nel settore dell’abbigliamento da lavoro per la sicurezza ed un prestanome. La guardia di finanza li ha denunciati al termine di una complessa verifica fiscale.

Le fiamme gialle avevano posto sotto la lente d’ingrandimento un sospetto passaggio di quote societarie da alcuni imprenditori ternani ad un “improbabile” soggetto di origini lituane, dichiarato irreperibile, ma rintracciato ed identificato dai finanzieri dopo accurate ricerche sul territorio nazionale: un barbone, di fatto, gravato da numerosi precedenti penali, in precarie condizioni economiche e senza fissa dimora, il quale aveva deciso di vivere nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara. I militari delle fiamme gialle si sono subito resi conto che si trattava di un prestanome. Per alcune centinaia di euro si era intestato formalmente le quote societarie di fatto rimaste in capo ai soggetti ternani, veri titolari e padroni della società.

Uno stratagemma che le fiamme gialle conoscono: talvolta viene utilizzato da chi vuole liberarsi dei propri debiti fiscali o di responsabilità giuridiche o amministrative di varia natura. Si cede la società svuotata di ogni bene: marchio, avviamento, certificazioni CE, licenze, autorizzazioni, beni strumentali e quant’altro. Una scatola vuota, riempita di debiti fiscali e societari, nei confronti dell’erario e di altri terzi creditori, per cifre pari a decine di milioni di euro.

In assenza della documentazione amministrativa e contabile della società, che non è stata esibita né dai reali titolari della società, né tanto meno dal prestanome, i finanzieri hanno dovuto procedere alla ricostruzione delle reali operazioni attive e passive poste in essere dalla società. Un lavoro piuttosto complesso che ha permesso di contestare quasi 15 milioni di euro di costi non deducibili, in parte inerenti a rapporti con paesi a fiscalità privilegiata (così detti “paradisi fiscali”) e portati in dichiarazione negli anni precedenti, oltre 4 milioni di euro di ricavi non dichiarati, circa 4,2 milioni di euro di I.V.A. dovuta e ricostruire una maggiore base imponibile ai fini I.R.A.P. per oltre 18 milionidi euro.

Al termine delle operazioni 3 soggetti ternani, identificati quali i reali responsabili della società e della relativa evasione fiscale sono stati denunciati – insieme al prestanome – alla locale procura di Terni, per i reati di omessa dichiarazione, occultamento di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

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