Terni, Neri (Confindustria): ”Manifattura tecnologica per rilanciare la crescita”

“L’area ternana – nello specifico i comuni di Terni e Narni – ha, storicamente, camminato con una gamba sola: la grande impresa, prima pubblica poi privata e multinazionale, ed il suo indotto. Ma procedere a zoppa gallina oggi non è più possibile. Occorre dotare il territorio di una seconda gamba per rilanciare la crescita: quella della nuova manifattura tecnologica”: è quanto ha sostenuto oggi Stefano Neri, presidente della sezione territoriale di Terni di Confindustria Umbria, nell’intervento conclusivo del workshop ‘Ingredienti per il futuro, la voce degli imprenditori’, che si è svolto nella sede ternana dell’Associazione industriali regionale.

Il seminario, al quale hanno partecipato oltre 70 imprenditori ternani, ha preso le mosse dalla delibera di indirizzo del consiglio regionale del febbraio 2014 che – ricorda un comunicato di Confindustria Umbria – impegna la giunta di Palazzo Donini ad “attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di crisi complessa per l’area di Terni e Narni”. Il confronto è partito da alcuni dati sull’andamento dell’industria manifatturiera ternana, che negli ultimi anni ha subito una forte erosione: dal 1981 al 2011 gli addetti all’industria manifatturiera a Terni sono passati da 15 mila a meno di 7 mila. Un andamento di decrescita più marcata rispetto al dato nazionale e che stride con l’aumento, nello stesso periodo (+36%) della manifattura nel mondo.

“Quello di cui il nostro tessuto economico ha bisogno per potersi reggere in modo equilibrato – ha affermato Neri – è quello che mi piace definire il neo-manifatturiero. E cioè una sintesi tra l’innovazione tecnologica ed il tradizionale saper fare, che si aggiunge alla presenza massiva di stabilimenti di proprietà di società multinazionali, ed è la seconda gamba che deve far camminare Terni più speditamente verso lo sviluppo. Ad esso devono dare sostanza, essendone protagoniste, sia le imprese esistenti che hanno un accesso diretto al mercato, sia le nuove iniziative produttive, sia le future start up ad alto contenuto di conoscenza”.

Per il presidente di Confindustria Terni “il peso delle multinazionali nell’economia locale, per quanto grande, è storicamente in calo e non sono immaginabili inversioni di tendenza nel breve periodo. Esperienze internazionali maturate in situazioni simili dimostrano che è ragionevole pensare anche ad un altro binario”. Secondo Neri, infine, “il confronto, avviato dalla richiesta di riconoscimento dello stato di area di crisi complessa, può costituire l’occasione per definire una visione comune e per generare l’effetto positivo di ripensare in profondità Terni ed il suo sviluppo”.

Nelle prossime settimane, gli imprenditori ternani elaboreranno un masterplan che individuerà tre assi portanti di operatività per l’elaborazione di una progettazione strategica dello sviluppo industriale: Infrastrutture materiali e immateriali – Consolidamento delle attività industriali esistenti e competitività territoriale – Nuova manifattura, attrattività, servizi innovativi e ricerca e sviluppo.

Stampa