Terni, No Inc: ”Impianti non hanno autorizzazione per incentivi, ecco risposte Gse e Provincia”

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inceneritoreIl Comitato No Inceneritori Terni aveva sollevato la questione lo scorso primo marzo sostenendo che “l’inceneritore Aria srl, il biodigestore GreenAsm e l’atro di Sao Acea di biogas da discarica, non hanno mai fatto richiesta del procedimento di Autorizzazione Unica prevista dal decreto 387 del 2003” necessario per ricevere gli incentivi dal Gse. Ne era seguita la replica di GreenAsm. Ieri è arrivata anche la replica di Acea che in una nota ha tra l’altro scritto: “L’impianto risulta qualificato come impianto alimentato a fonti rinnovabili. Riteniamo che diffondere notizie non verificate, a scopo esclusivamente allarmistico, sia un atto che vada contro l’interesse dei cittadini e della comunità che invece si sostiene di voler tutelare. Per quanto ci riguarda siamo pronti a confrontarci, in qualsiasi sede e con la massima trasparenza, sulla assoluta sicurezza dei nostri impianti e sul pieno rispetto delle normative ambientali”. Oggi No Inc controreplica e fa sapere di aver ricevuto conferme a quanto sostenuto nelle scorse settimane.

Il comunicato del Comitato No Inceneritori:

“Tutto era nato a seguito del fatto che il Comitato No Inceneritori aveva segnalato per l’inceneritore di ACEA la mancata Autorizzazione Unica prevista dal decreto 387 del 2003 e che si occupa proprio dell’aspetto degli incentivi pubblici dati alla produzione di energia, molto contestati proprio dai comitati e associazioni, considerati una vera speculazione. L’impianto quindi ha una Autorizzazione Integrata Ambientale valida per il funzionamento, ma non quella valida per il riconoscimento degli incentivi e che oggi sembra essere un problema per Gse e Provincia. GreenAsm e ACEA secondo noi dovrebbero chiedere alle istituzioni che, anni addietro, hanno valutato positivamente il loro assetto autorizzativo, perché adesso abbiano cambiato idea.

La storia. Ad una nostra richiesta di chiarimenti in merto alla mancata Autorizzazione Unica inoltrata in Regione e per conoscenza al GSE contenuta nellle Osservazioni alla richiesta inoltrata da ARIA srl(Acea) di bruciare i rifiuti urbani, il GSE (l’ente cioè che eroga gli incentivi) il 26 gennaio ci ha risposto”…(il Gse) al riguardo ha avviato ai sensi del predetto art.42 (del decreto 28 del 2011, ndr ) un’interlocuzione con le Amministrazioni interessate, al fine di assumere eventuali determinazioni in merito al riconoscimento degli incentivi”. Sulla base di questa risposta abbiamo quindi rigirato la richiesta alla Provincia per sapere quale fosse stato il suo parere espresso al procedimento aperto dal GSE. Solo li abbiamo saputo che non solo l’inceneritore di ARIA srl, ma anche il biodigestore GreenAsm e il biogas da discarica di SAO (sempre di ACEA) fossero sprovvisti dell’autorizzazione agli incentivi. La risposta dell’ufficio del Settore Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia di Terni appare sufficientemente chiara, soprattutto nell’incipit, di cui uno stralcio “Premesso che le Società in epigrafe non hanno mai inoltrata, alla scrivente Amministrazione, formale istanza di rilascio della Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12, comma 3 del D.Lgs. 387/2003, non avendo pertanto legittimità ad esercire ai sensi di tale normativa;”.

Se quindi il GSE approvò l’assetto autorizzativo, cioè l’Autorizzazione Integrata Ambientale più la Valutazione di Impatto Ambientale ma senza la specifica autorizzazione valida per gli impianti a fonti rinnovabili, ed oggi ponga dei problemi, si evince appunto che c’è forse un problema procedurale in capo appunto al Gestore dei Servizi Energetici.

Dire che le nostre obiezioni sono strumentali e mal interpretate quindi è forse un modo per evitare di rendere pubblici pareri espressi da istituzioni competenti in materia”.

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