Terni, nomine Fondazione Carit, Pasculli: “No a piccole consorterie, M5S chiede trasparenza”

Proseguono le polemiche sulle nomine e sul futuro della Fondazione Carit di Terni. Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Federico Pasculli, sostiene che la Fondazione non abbia mai avuto una vera e propria indipendenza dallo scenario politico locale e che il sindaco, con le proprie nomine, abbia inteso “politicizzare e introdurre una forza di controllo in seno alla Fondazione”.

Il comunicato di Federico Pasculli:

“La Fondazione CARIT è un patrimonio della nostra città, che gestisce un ingente capitale costruito sui sacrifici di generazioni di risparmiatori ternani. La città non può permettersi il lusso di un dibattito ristretto tra piccole consorterie, spesso cristallizzate nella storia, quando questo patrimonio è in realtà di tutti e a beneficio di tutti, conformemente alla legge. Il M5S pretende pertanto trasparenza: i futuri candidati al vertice del Consiglio di Amministrazione si facciano ufficialmente avanti e rendano pubblici i loro programmi. No a giochi sottobanco.

Ai membri della Fondazione e a chi si candida a guidarla chiediamo dunque progetti concreti che tengano conto delle reali esigenze della città, senza facili proclami, da vecchia politica. Quel che ci aspettiamo è un’apertura alla società, una condivisione di priorità e idee. Dopo quanto accaduto sulla Fontana di piazza Tacito, emblematica dell’impotenza del vertice attuale, dopo le tante parole al vento sul teatro Verdi, occorre aprire un dibattito sul ruolo della Fondazione, avviando quella dialettica che sola può offrire nuovi spazi di protagonismo a una città ai margini, asfittica, deprivata di idee dalla maggioranza politica che la governa, così come da alcuni degli odierni apicali della Fondazione.

Tutto ciò anche alla luce delle nomine effettuate nel tempo dal Sindaco per politicizzare e introdurre una forza di controllo in seno alla Fondazione più vicina al PD che alla stessa città, cercando di condizionare un organismo che finora non ha mai espresso una vera e propria indipendenza progettuale rispetto al modesto panorama politico.

Avevamo provato ad inizio agosto a presentare un atto di indirizzo che impegnasse il Sindaco e la giunta a una discussione condivisa in Consiglio comunale prima di procedere alle nomine di competenza municipale, al fine di tenere in considerazione l’esigenza di premiare i meriti riconosciuti, verificando congiuntamente ex ante la sussistenza dei criteri di onorabilità e di idoneità, previsti dallo statuto della fondazione Carit

Il nostro atto aveva lo scopo di dare un nuovo indirizzo alla Fondazione stessa, scevro da meccanismi politici e aperto a nuove e più reali dinamiche della città, ma venne, manco a dirlo, bocciato dalla maggioranza, che tramite il capogruppo Cavicchioli promise che si sarebbe comunque aperta, da li a poco, una discussione più articolata e complessiva, cosa ovviamente mai avvenuta. Le solite barzellette, quando il disegno era a loro completamente chiaro.

Voci ancora più preoccupanti si muovono fra i corridoi e sono quelle che parlano di un tentativo di regionalizzare la Fondazione. Ennesimo regalo alla corte di Perugia.

Alla luce di queste riflessioni il M5S ha predisposto una puntuale interrogazione per sapere tra l’altro quali siano le motivazioni e i criteri di merito nell’individuazione delle figure fin qui promosse e perché, nonostante quanto promesso in aula, non c’è stata una minima discussione in Consiglio comunale”.

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