Terni, omicidio Raggi, Aassoul non doveva stare in Italia: rifiutata richiesta asilo

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Amine AassoulLa notte tra il 12 e il 13 marzo, nel centro di Terni, Amine Aassoul ha ucciso senza motivo il 27enne ternano David Raggi. Oggi arriva l’amara conferma che il marocchino non doveva essere in Italia, non ne aveva i titoli. Il tribunale di Caltanissetta ha infatti respinto il ricorso contro il rigetto della richiesta di riconoscimento di asilo politico presentato nell’autunno scorso da “Aziz”.

Secondo il legale della famiglia Raggi, l’avvocato Massimo Proietti, “i presupposti perché il giovane restasse qui al momento dell’omicidio non c’erano e questo fa riflettere sui meccanismi giudiziari. Finalmente è stata scritta la parola fine alla vicenda, anche nel merito. Tutte le tesi sulla legittimità della permanenza in Italia di Aassoul cadono”. I familiari di Raggi, spiega sempre il legale, “hanno appreso con soddisfazione, ma anche con la solita compostezza, la notizia del rigetto”.

L’avvocato ricorda anche che il tribunale aveva precedentemente respinto la richiesta di sospensione del provvedimento di rigetto della stessa istanza di riconoscimento di protezione umanitaria, provvedimento emesso dalla Commissione territoriale di Siracusa il 15 settembre, dopo che Aassoul aveva fatto rientro in Italia nel maggio 2014. Aassoul, nei confronti del quale recentemente la procura ha chiesto il giudizio immediato, rimarrà nel carcere di Spoleto in base all’ordinanza di custodia cautelare che l’ha raggiunto dopo l’omicidio, ma anche grazie al provvedimento di cumulo di pene (sei anni e otto mesi) per reati commessi tra l’Umbria e le Marche negli ultimi anni e che gli è stato notificato solo recentemente.

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  • Spirit

    Ragazzi lasciamo perde stu faccia de merda in fotografia, tanto non gli fanno niente. Cambiamo un attimo argomento. Ho saputo da un dipendente coop di via gramsci su come si lavora da loro. MI SI E’ ACCAPPONATA LA PELLE. Vi dico solo questa per rendervi conto. Se vogliono i dipendenti , portarsi un pacchetto di caramelle o una bottiglietta di acqua minerale, la portano delle marche vendute al Lidl o similari perché durante le perquisizioni se gli trovano in tasca un prodotto venduto alla coop stessa scattano le lettere di richiamo. Accusati di aver rubato dal negozio. La sera i dipendenti si fanno il segno della croce se tutto e’ andato bene. IO IMPAZZIREI !!! SECONDO LORO, DA BUON COMUNISTI DIRIGENTI, non esiste che uno abbia pagato la cosa. Deve subito dare spiegazioni e giustificarsi. STI CAZZO DE COMINISTI PENSANO CHE SO TUTTI COME LORO , OVVERO LADRI.

    • memme

      una cosa simile accade alla Lidl e in molti altri supermercati! Sono regolamenti interni (discutibili) che prescindono da chi governa la città!

      • Spirit

        Mia tu no hai ai lavrato La schiavitù e’ fia da un bel pezzo.E comunque si riempiono la bocca che e’ una cooperativa all’avanguardia nei dritti ai lavoratori. Io quando vado a lavorare, che se a campione , non ci ha mai perquisito nessuno.

      • Spirit

        comunque ti ha raccontato solo una piccolissima parte di cio’ che sono venuto a sapere Lettera di richiamo a una commessa – cassiera perché in cassa c’era un euro in piu’, quindi secondo l’azienda non ha dato il resto preciso ad uno o piu’ clienti. Per la dirigenza non esiste che qualche cliente lascia le monete da 1 e 2 centesimi. Va sempre punito il lavoratore. A PRESCINDERE !!

  • silvepaolo

    cazzo sono passati 3 mesi ed e ancora in galera?

    • Spirit

      QUESTO E’ ACCANIMENTO GIUDIZIARIO