Terni, raccolta differenziata, Melasecche: “Dalla puzza alla tariffa, ecco 9 problemi”

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mastelle Asm raccolta differenziata rifiuti (1)Puzza in casa, tariffa puntuale applicata in modo ridicolo, ingressi dei condomini trasformati in isole ecologiche e questioni politiche scottanti. E’ il consigliere comunale Enrico Melasecche ad individuare 9 problemi relativi alla gestione della raccolta differenziata a Terni.

Il comunicato di Enrico Melasecche:

“Da molti anni ormai coloro che abitano in centro storico fanno la raccolta differenziata porta a porta anche per vedere concretizzate le promesse di una riduzione della tariffa. Ma la “tariffa puntuale”, chi più differenzia meno paga, rimane una presa in giro perché i risultati sono quelli che vediamo. Non solo, le premesse in questa seconda fase sono tutt’alto che rassicuranti. Alcuni problemi:

1)- mi telefonano alcuni cittadini disperati perché hanno un disabile in famiglia e i pannolini dovrebbero tenerli in casa nei nuovi mastelli “tecnologici” che distribuisce l’ASM, cioè semplici secchi di plastica aperti alle peggiori diffusioni di gas derivanti dai relativi processi chimici, per una intera settimana, poiché il Comune di Terni non ha i soldi per triplicare la raccolta ogni due giorni come fanno altri Comuni, nè è in grado di fornire i mastelli moderni che ben conoscono coloro che hanno neonati e che sigillano il contenuto senza diffondere in casa olezzi da brivido;

2)- altri si lamentano per l’abolizione dei sacchetti tradizionali per cui il materiale raccolto deve essere differenziato in casa, custodito nei modi che ognuno preferisce ma poi portato alla rinfusa e gettato nei cassonetti condominiali;

3)- molti condomini si ribellano per l’obbligo di dover trasformare gli ingressi dei palazzi, alcuni anche storici, in tante isole ecologiche alla mercé dei comportamenti più usuali, con fetori nauseabondi, sacchetti depositati fuori dai contenitori, un decoro che decisamente peggiora;

4)- controlli da parte del Comune di fatto inesistenti: in cinque anni ne sono stati fatti pochissimi, con una resistenza da parte del comando Vigili Urbani degna di miglior causa, con risultati disastrosi perché in un regime del tipo “ognuno faccia ciò vuole, tanto le sanzioni esistono solo sulle dichiarazioni per la stampa” i cittadini meno sensibili continuano a far i propri comodi; oggi si ripetono dichiarazioni già sentite ma ci permettiamo di dubitare delle stesse visti i comportamenti adottati da molti anni a questa parte;

5)- la tariffa puntuale per cui chi differenzia paga meno, deve essere realmente incentivante altrimenti si parte con il piede sbagliato. Ebbene il Piano d’ambito sembra abbia previsto una sorta di valutazione collettiva per cui se in un condominio ci sono cinque famiglie su venti che disattendono le regole della raccolta è inutile che le altre sperino di risparmiare perché questo non accadrà mai, vistala mancanza di responsabilità a livello di singola famiglia;

6)- chi guadagna in questo marchingegno sono solo i grandi operatori collegati al PD perché le tariffe sono state congegnate dal piano d’ambito dall’ATI 4, presidente Di Girolamo, garantendo, più che meccanismi concorrenziali virtuosi, una sorta di cartello dei gestori, dalla discarica di Orvieto di proprietà ACEA alla coppia COSP-ASM; dal che si deduce che difficilmente famiglie ed imprese andranno gradualmente a pagare meno ma, come sta accadendo da anni, in barba a dichiarazioni tranquillizzanti di circostanza si andrà a pagare sempre più;

7)- l’ASM ha sempre avuto rapporti complessi con il Comune di Terni, che non ha di certo favorito funzionalità ed efficienza: ancora giace all’odg della I commissione consiliare la definizione delle aree da adibire a centri di raccolta, analoghe a quello di S. Martino in cui si potrà effettuare il conferimento di rifiuti ingombranti, olii esausti, ecc. Il ritardo è di molti anni con il rischio di perdere anche i finanziamenti regionali. Anche in forte ritardo è il regolamento per il conferimento dei rifiuti che doveva essere approvato prima ancora di partire ma la giunta lo porta in I Commisione, non competente peraltro per materia, con almeno sei mesi di ritardo a campagna ed a campagna di informazione ormai di fatto conclusa;

8)- non parliamo dei disguidi accaduti nel corso di questi mesi, con la cooperativa che ha vinto la gara per la distribuzione dei cassonetti che, pagata da parte dell’ASM a 60 gg/fattura, non aveva i soldi per retribuire i dipendenti, in parte licenziati, altri in causa; altro problema quello relativo alla giacenza di masse di sacchetti sparsi per ogni dove proprio in questa fase di riavvio della raccolta in cui l’immagine del servizio andava salvaguardata;

9)- in questo quadro l’ASM, in evidenti difficoltà finanziarie, rivendica nei confronti del Comune il versamento puntuale della TARI che il primo incassa per remunerare il servizio di raccolta e smaltimento ma Piacenti trattiene subdolamente per evitare a sua volta di ricorrere alle anticipazioni di cassa della Cassa DDPP condannate dai revisori dei conti. Invece di fare un gioco di squadra si fanno gli sgambetti in famiglia mentre il sindaco sembra abbia promesso ad ACEA la vendita di quote di ASM per sopravvivere politicamente in questi ultimi tre anni di agonia”.

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  • Raffaele

    Una riflessione anche se forse sbagliata, spero che qualcuno mi dia una delucidazione, ma l’area condominale non è accatastata come isola ecologia e quindi di conseguenza è fuori norma, poi visto che vicino a tali cassonetti si possono innescare reazioni chimiche che possono provocare incendi e che non si è obbligati ad adoperarsi per tale adeguamento visto che comunque non è un isola ecologica, il depositare di tali cassonetti risulta alquanto illegale. Deduco quindi che il catasto deve rivisitare tutte le case per definire le zone adeguate e dire cosa deve essere fatto per essere a norma antincendio etc etc. Tale spesa come è palese ricadrebbe sul proprietario ma il proprietario può far rivalsa sull’asm visto che effettivamente si affitta suolo privato per una funzione pubblica, per la quale si paga pure?