Terni, riqualificazione piazza dell’Olmo, Italia Nostra: ”Intervento riprovevole, pavimentazione errata”

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pavimentazione Piazza dell'OlmoIl dibattito sui social network era iniziato un mese fa, innescato da Michele Rossi di Terni Città Futura (la foto a sinistra era stata pubblicata da lui sul proprio profilo Facebook) che criticava vari aspetti della pavimentazione di piazza dell’Olmo. In quell’occasione il dirigente del Comune, Federico Nannurelli, aveva difeso la riqualificazione, pavimentazione compresa: “In merito ai canoni estetici si possono aprire varie discussioni, tutte rispettabili ma non credo sia necessario introdurre punti di vista tanto ognuno dice la sua indipendentemente da quello che fa nella vita. Il ruolo del tecnico della PA è quello di concretizzare le scelte. La qualità del processo attuativo dell’opera ha prodotto i suoi risultati nonostante le difficoltà che si incontrano. Basta pensare che quella piazza aveva ancora le mattonelle in asfalto compresso frutto di una ricostruzione post bellica della città dove i canoni estetici erano posti in secondo piano”.

Oggi a rinfocolare il dibattito arriva Italia Nostra Terni che critica pesantemente la riqualificazione, giudicandola “riprovevole” e ritenendo scriteriata la pavimentazione. “Quel che preoccupa – scrive tra l’altro l’associazione in una nota – è che ora si vorrebbe intervenire strutturalmente su un altro luogo chiave della Terni medievale: piazza San Francesco e il sagrato del Santuario”, “non permetteremo alcuno scempio su questa piazza”.

Il comunicato integrale di Italia Nostra Terni:

“Cantata da Furio Miselli, piazza dell’Olmo è uno dei pochi spazi ancora intatti della Terni pre-industriale che reca in sé testimonianze ineludibili intrise di memoria storica, a cominciare dalla morfologia di case di età tardo-medievale, per continuare con la palazzina ottocentesca, la fontanella, la pianta che vi attribuisce il nome e infine la chiesa di San Marco, uno degli edifici sacri più antichi della città, luogo caro ai frati Minori.

All’inizio della loro presenza a Terni, correva l’anno 1265, essi ottennero la possibilità di abitare nella canonica della chiesa di San Cassiano – quello che oggi conosciamo come “Cenacolo San Marco” – superando la promiscuità delle capanne arrangiate da san Francesco.

Un luogo storico, ancora intatto nella sua identità, ora non c’è più, violentato da un intervento riprovevole. In nome della destinazione odierna che l’ha battezzata come snodo del circuito ternano della ‘movida’, la riqualificazione non tiene minimamente conto dei valori immateriali racchiusi in quello slargo. Il progetto – dichiarato “esemplare”, ma che, a ben vedere, potrebbe esserlo davvero solo se applicato in altri contesti – ha finito per stravolgere il gusto estetico della piazza di per sé identitaria e ora caricata di significati “altri” assolutamente incompatibili con la storia di quello spazio. Ciò che poi dimostra assoluta inconsapevolezza è la pavimentazione: ci si domanda come sia possibile autorizzare un intervento del genere senza uno studio preliminare sulla morfologia storica che, sappiamo con certezza, era composta da materiali molto più congrui come il cotto e la pietra calcarea di Vascigliano, documentati in un saggio che la stessa Italia Nostra presentò negli anni Ottanta e che altre autorevoli personalità, come gli architetti Leonelli e Struzzi, hanno attestato nei loro studi.

Si dimostri allora l’opportunità di cancellare la memoria storica con lavori discutibili e in taluni casi impropri, come le orribili “vele” che ingombrano terribilmente la piazza e offendono il verticalismo degli alberi, creando una sensazione di disagio e di spiacevole oppressione. Un simbolo dell’identità cittadina – quella che in molti tendono a cancellare, forse perché non la conoscono affatto – ridotto ad un “patchwork” lapideo, un nuovo episodio di obliterazione storico-culturale che impone per l’ennesima volta, magari prima che siano distrutte le residue testimonianze del passato, un richiamo forte a una presenza stabile sul nostro territorio da parte della Soprintendenza per i BBAAPP, gendarme di un patrimonio altrimenti destinato a morire nella trascuratezza fino, appunto, alla sua stessa completa rimozione, non di rado cagionata anche da inammissibili dinamiche clientelari.

Quel che preoccupa è che ora si vorrebbe intervenire strutturalmente su un altro luogo chiave della Terni medievale: piazza San Francesco e il sagrato del Santuario, cuore religioso del centro storico, che l’anno prossimo si accinge a celebrare il 750° anniversario dalla fondazione. Non permetteremo alcuno scempio su questa piazza, né interventi dissacranti della storia laica e religiosa della città.

Qualsiasi iniziativa del genere sarà ostacolata con richiesta di vigilanza immediata al Ministero dei Beni Culturali, facendo appello all’art. 45 del Codice dei Beni Culturali che tutela l’integrità della nostra storia, impedendo interventi che danneggino contesto ambientale e decoro. Piazza san Francesco dovrà piuttosto rappresentare il segno della conversione architettonica, un cambio di rotta improntato al rispetto e alla sensibilità nei confronti di valori immateriali e materiali che non possono essere svenduti da alcuno”.

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  • Pierbruno Russell

    chi deve decidere l’aspetto di una città ? i cittadini o qualche architetto amico dei politici però a pagare sono quelli che ci vivono . Non ci meritiamo questa classe dirigente a tutti i livelli ma quanto ci incazziamo?

  • xx

    fortuna che vi autodefinite “quotidiano INDIPENDENTE”…

    • Pierbruno Russell

      quelli che tu chiami indipendenti prendono i contributi dei partiti

  • semplice cittadino

    Siamo in democrazia. L’aspetto della città lo decidono gli organi competenti che rappresentano legittimamente i cittadini. I tecnici hanno il compito di attuare le scelte secondo le linee d’indirizzo dell’esecutivo. In ogni caso questa opera è un esempio di democrazia attiva e i cittadini potevano partecipare in tutte le sue fasi. Purtroppo le Associazioni si limitano a criticare quando le opere sono state ultimate e sono state totalmente assenti precedentemente. E pensare che il progetto era stato illuistrato pubblicamente alla cittadinanza ed è stato istitutito un sito internet dedicato per garantire la massima trasparenza all’operazione (www.piazzadellolmoterni.it). In merito al costo l’opera è stato il primo esempio a Terni di esecuzione di un Piano di Sponsorizzazione. Rappresenta un modello operativo che ha ottenuto riconoscimenti internazionali. Peccato che alcuni ternani non sanno apprezzarne i risultati.

    • Anonimo

      Credo che l’oggetto del contendere non sia il progetto nella sua interezza ma la realizzazione del bollettonato visibile in foto. Difficile rappresentarlo anticipatamente in un progetto o anche proporne un rendering attendibile.
      Certo, la foto è stata presa in un momento critico, con i contorni delle lastre evidenziati dal bagnato ma, a mio parere, si tratta di una realizzazione piuttosto brutta a vedersi che non ha riferimenti storici o tradizionali di nessun genere (i giunti, per esempio, sono troppo larghi).
      Poi, certamente, ognuno vede le cose in modo differente ma, come in tutte le arti, anche nell’arte muratoria c’è il ben fatto e il mal fatto che può essere oggettivamente stabilito in base a canoni, appunto, tradizionali o storici.
      Questo, per esempio, è un bollettonato ben fatto:
      https://i.ytimg.com/vi/G6UzPvlSe2U/hqdefault.jpg

      PS:
      il suo link non funziona

  • un cittadino

    I tecnici devono essere tecnici e non raccomandati del partito.

  • Giovanni Di Claudio

    Con questa sistemazione Terni é certamente “sistemata”, si ma per le feste.
    Questa piazza, come la piscina, i fusti di lavatrice a posto delle fioriere davanti San Francesco, le rotonde, i muri imbrattati, il pattume nel centro storico, consacra questa città al titolo di VERGOGNA NAZIONALE 2014.

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