Terni, sicurezza, l’immobilità della politica e il teatrino della ”strumentalizzazione”

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TerniIl copione è sempre lo stesso: cinque minuti dopo la tragedia, il Pd si scaglia contro le “speculazioni” e le “strumentalizzazioni” (indipendentemente dal merito delle dichiarazioni di altri schieramenti politici, ormai è un riflesso pavloviano), il sindaco diffonde comunicati di cordoglio aggiungendo frasi di circostanza e ammonendo gli “allarmisti” mentre le opposizioni, in ordine sparso, criticano l’amministrazione comunale spendendo però metà delle parole per giustificarsi del proprio intervento, spiegando e assicurando di non voler “strumentalizzare” l’episodio drammatico. Tutto si chiude senza l’adozione di provvedimenti concreti. Dal dibattito sui gravi fatti di sangue accaduti a Terni negli ultimi 3 mesi pare quindi emergere che il vero problema sia la “strumentalizzazione politica” e non le violenze stesse che continuano a verificarsi.

Dopo mesi di ripetizione del medesimo schema, viene da chiedersi in cosa consista di preciso questa “strumentalizzazione” che occupa gran parte del dibattito politico cittadino, cosa cioè rientri nella normale analisi politica e cosa sia invece da bollare come subdolo sfruttamento di fatti drammatici, cosa si possa dire e cosa sia off-limits. Ci si domanda chi siano gli “speculatori” locali visto che il Pd, che pare ufficialmente addetto alla distribuzione delle patenti da sciacallo, ne parla in continuazione – senza però fare nomi – mentre tutta l’opposizione esclude di esserlo ripetendo allo sfinimento di non voler “strumentalizzare”. Ci si chiede infine quanto siano effettivamente rilevanti ed efficaci queste “speculazioni” visto che a Terni, nonostante questo proliferare di sciacalli politici – che secondo il Pd dovrebbero ottenere grande consenso – a governare è sempre il Partito Democratico.

Insomma, perché si parla così tanto degli “speculatori”, che in ogni caso restano all’opposizione, e così poco degli amministratori che dovrebbero prendere decisioni? Forse per abilità del centrosinistra ternano che ha trovato il modo di spostare l’attenzione dal merito dei fatti e dal proprio operato. Non potendo applicare la formula del “piove, Governo ladro” (poiché l’Esecutivo è guidato dal Pd), ha creato un nemico valido per tutte le stagioni: il fantomatico “speculatore”, su cui vengono fatti ricadere tutti i mali del mondo, o almeno della città. Non c’è ovviamente alcun interesse a fare un’effettiva guerra alla “pericolosissima strumentalizzazione” in atto a Terni (dato che in realtà, per fortuna, non si registrano episodi di intolleranza e non si intravede la formazione di nuove organizzazioni violente), è sufficiente far aleggiare il fantasma degli “strumentalizzatori”. Una strategia comunicativa tanto misera – perché tesa a mettere in secondo piano il vero problema – quanto efficace visto che le stesse opposizioni hanno prestato il fianco per mesi, intimorite, apparentemente terrorizzate dal poter ricevere la patente di sciacallo.

Lo strepitoso successo di questa campagna comunicativa è certificato dal fatto che non ci sia politico ternano che abbia trattato il tema della sicurezza senza parlare anche di “strumentalizzazione” (per lanciare accuse o per discolparsi preventivamente, a seconda dello schieramento politico). Le due cose – sicurezza e “speculazione” – sono ormai inseparabili. Un binomio in verità grottesco, rappresentativo di un atteggiamento della politica ridicolo e insensato nei confronti di un problema che non può essere affrontato a suon di slogan ideologici e frasi propagandistiche.

Terni non è la città più pericolosa del mondo. E nemmeno d’Italia. Ciò non significa che la politica debba attendere inerte che lo diventi, assistendo in platea all’escalation di crimini ed ingannando il tempo con il teatrino della “strumentalizzazione”. Chi siede nelle istituzioni avrebbe il compito – retribuito – di proporre e adottare provvedimenti, non di recitare all’infinito un copione consunto e insulso.

L’ennesimo tragico episodio, la rapina di Gabelletta, sembra aver convinto parte dell’opposizione ad alzare i toni (pur con tutti i soliti, ormai odiosi, disclaimer circa la “speculazione”): il M5S ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco mentre il consigliere di FdI Cecconi, continuando ad incalzare lo stesso Di Girolamo, ha ottenuto l’impegno della presentazione di un “pacchetto-sicurezza”. Chissà se anche la maggioranza, in un sussulto dettato dalla repulsione per la scia di sangue degli ultimi 3 mesi, cambierà marcia mettendo sul tavolo misure concrete. Al momento non sembra il caso illudersi: visti i precedenti non è difficile prevedere che arriveranno altre parole di circostanza e un provvedimento di facciata ma dal nome altisonante (a proposito di precedenti, impossibile non ricordare il “Patto per Terni città sicura” sottoscritto poco prima dell’inizio della tremenda serie di fatti violenti).

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