Terni, Telecom presenta ricorso da 5 milioni, spada di Damocle su bilancio del Comune

Una spada di Damocle sul bilancio del Comune di Terni che si va ad aggiungere alle altre pesanti incertezze. Telecom ha infatti presentato ricorso contro il pagamento di 5,6 milioni di euro di Tosap: se i giudici daranno ragione all’azienda di telecomunicazioni, per palazzo Spada sarà difficile far quadrare i conti. A renderlo noto è il Movimento 5 Stelle di Terni che in un comunicato ricorda anche le altre incombenti criticità economico-finanziarie – la liquidazione di Usi e la mancata vendita dell’ex Foresteria – calcolando che complessivamente l’ammanco per le casse pubbliche, rispetto alle previsioni dell’amministrazione comunale, potrebbe sfiorare i 10 milioni di euro.

Il comunicato del M5S Terni:

“Telecom Italia non intende pagare al comune di Terni le sei cartelle di accertamento TOSAP pari ad euro 5.630.095,00 inviate dalla società ICA Srl concessionaria per l’accertamento e la riscossione della tassa per l’occupazione spazi ed aree pubbliche per il comune di Terni.

Lo si apprende dal ricorso che la stessa società di telecomunicazioni ha presentato presso la commissione tributaria provinciale di Terni.

In sede di chiusura del Bilancio preventivo il Comune aveva inserito una previsione di entrata da gettito TOSAP pari a 6.9 milioni di cui 4.7 da riscuotere da Telecom Italia SpA per lavori di cablatura che hanno richiesto l’occupazione di suolo pubblico.

Già il collegio dei revisori aveva suggerito all’Ente di non considerare quei soldi prima di averli incassati, vista l’incertezza del credito, vincolando una quota di spesa all’effettivo incasso del tributo.

Il M5S aveva anche presentato un emendamento al bilancio preventivo dello scorso agosto che accoglieva il suggerimento dei revisori, trasferendo l’importo di € 4.761.212 al fondo crediti di dubbia e difficile esazione, emendamento che fu respinto tanta era la disperazione che stava portando l’Amministrazione a raschiare il barile per chiudere un bilancio che poi si è dimostrato del tutto astratto e virtuale. Contestualmente al ricorso la Telecom ha infatti presentato istanza di sospensione della riscossione ai sensi dell’articolo 47 del D.Lgs 546/92.

L’oggetto del contendere sta principalmente nel metodo di calcolo della tariffa. Secondo la Telecom andrebbero applicate le prescrizioni di legge con il criterio utenti (che calcola la tassa commisurata al numero complessivo delle utenze) attraverso il quale la società ha determinato che l’importo esatto dell’accertamento sarebbe di € 166.729 € quota che sarebbe già stata versata nelle casse del comune di Terni. Secondo Telecom invece il Comune avrebbe notificato un importo calcolato con un “criterio di tassazione totalmente avulso da quanto previsto dalle prescrizioni di legge” corroborato da alcune tabelle in cui viene riportata l’entità dell’occupazione in metri quadri” di cui però nel complesso “rimane del tutto imperscrutabile la logica complessiva”.

Nelle 31 pagine in cui si articola il ricorso vengono rilevati molti altri motivi di illegittimità. Nel calcolare l’accertamento, il Comune di Terni non avrebbe neppure rispettato il proprio regolamento comunale della TOSAP, per violazione dell’art.17  che dichiara che per le occupazioni temporanee ed eccedenti il limite dei 1000 mq la tassa è calcolata in ragione del 10%.

Altri motivi di illegittimità sarebbero dovuti a vizi di notifica, in quanto l’atto sarebbe pervenuto a mezzo del servizio postale ordinario, con assenza di sottoscrizione, elemento che identifica concretamente il soggetto titolare della pubblica funzione, e con violazione del contraddittorio preventivo.

Nel corposo ricorso si da conto anche di un precedente contenzioso, riferito ad atti del tutto identici al presente e con le medesime controparti che si è concluso con l’annullamento degli accertamenti con sentenza nr 68/03/09 passata in giudicato per mancata impugnazione sia dell’ICA che da parte del Comune di Terni. Nel precedente contenzioso il comune aveva avanzato per gli anni riferiti dal 2004 al  2008 una pretesa di 4,8 milioni con un metodo di calcolo speculare a quello usato oggi.

Appare ovvio che se l’impianto del ricorso sarà giudicato valido il Comune dovrà pagarsi le spese del giudizio, oltremodo secondo quanto sostenuto da Telecom, dovrebbero sussistere i presupposti per riconoscere la responsabilità processuale aggravata in quanto l’ICA Srl avrebbe riproposto un criterio di tassazione già cassato. La Telecom inoltre non esclude ulteriori domande in sede di ordinaria amministrazione alla luce dei danni che la Società potrà eventualmente subire.

Alla luce del ricorso ed a ridosso dell’assestamento del bilancio del Comune, come intende l’Amministrazione gestire le risorse che ben difficilmente saranno esatte nel 2015, se mai lo saranno in un lontano futuro?

I nodi stanno venendo al pettine: non solo la stucchevole e patetica querelle ICA-Telecom, ma anche la messa in liquidazione dell’USI, che a breve comporterà ulteriori esborsi di denaro da parte del Comune. Per non parlare della mancata dismissione della ex foresteria alla Fondazione Carit, inserita a forza nel bilancio non avendo nemmeno una lettera d’intenti da parte del presunto acquirente. Sommate insieme, queste vicende potrebbero compromettere una cifra che si avvicina ai 10 milioni.

È necessario che l’Amministrazione chiarisca al più presto come intende muoversi su questi fronti”.

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