Terni, Telfer di Papigno sarà rimossa perché ”pericolosa”. Centro Malfatti, Pace e Piccinini: ”Salvatela”

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Telfer Papigno (1)La Telfer di Papigno, la passerella metallica che univa due stabilimenti ed è ora pezzo di archeologia industriale, sarà smantellata e rimossa per sempre. La decisione è del Comune di Terni che considera pericolosa la struttura. Calcolatrice alla mano, Palazzo Spada ha inoltre considerato che i costi di un’eventuale manutenzione sono doppi rispetto a quelli necessari per la demolizione. A nulla sono quindi valsi gli appelli del Centro Studi Malfatti e del consigliere di circoscrizione Est Claudio Pace, che nei giorni scorsi chiedevano di salvare e valorizzare la Telfer come patrimonio industriale. Ora a lanciare un appello all’amministrazione comunale ci prova anche il consigliere comunale del Pd, Sandro Piccinini.

L’assessorato ai Lavori pubblici difficilmente cambierà però orientamento per due motivi: la manutenzione costerebbe 800 mila euro contro i 400 mila necessaria per smantellarla e la Soprintendenza avrebbe già dato il nulla osta alla rimozione giudicando la struttura priva di valore storico.

Centro Studi Malfatti. Nei giorni scorsi il Centro Studi Malfatti in una nota aveva sostenuto che con i 400 mila euro destinati alla demolizione si sarebbe potuto invece mettere la Telfer in sicurezza. “Fino ad oggi – scriveva il Centro – l’area dell’ex stabilimento di Papigno non è stata oggetto di alcun apprezzabile progetto di conservazione e riuso, per cui allo stato attuale non possiamo far altro che registrare la fallimentare esperienza degli studi cinematografici, l’abbandono in loco di numerose scenografie dei film di Roberto Benigni, che prima o poi dovranno essere smaltite come immondizia, la prossima demolizione della Telfer, lo stato di degrado della centrale idroelettrica Velino-Pennarossa e i continui furti di materiale dai pochi impianti rimasti. Ancora una volta un pezzo, preziosissimo, del patrimonio di archeologia industriale di uno dei più importanti siti d’Europa se ne va, senza che alcuno abbia valutato il suo valore storico e museale, in un ecosistema unico al mondo, in cui la bellezza della natura e l’opera dell’uomo si fondono creando un ambiente dal fascino unico, che invece, probabilmente, si candida ad essere sfruttato dai soliti palazzinari”.

Telfer Papigno (2)Claudio Pace. Anche Claudio Pace aveva sostenuto l’opportunità di salvaguardare la Telfer. Scriveva il consigliere di circoscrizione: “Non demoliamo un altro pezzo di Terni ma salvaguardiamolo, perché quello che distruggiamo non troveremo mai più! Le generazioni che verranno dopo di noi lo potranno vedere solo sulle cartoline o sui siti web specializzati, ma non è la stessa cosa avere la possibilità di ammirare le opere dell’ingegno dell’uomo e dell’ingegno ternano in particolare. Terni è infatti, e speriamo lo sia ancora per moltissime generazioni future, la custode dell’immenso patrimonio umano che è la cultura industriale, che ancora più della cascata delle Marmore, dovrebbe essere dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità! Facciamo in modo che le cifre stanziate per mettere in sicurezza la zona della Telfer, giustamente perché il rischio per l’incolumità delle persone che transitano sulla Valnerina è davvero alto, siano spese per consolidare non per strappare ai ternani di ieri e di oggi un pezzo del nostro territorio e della nostra cultura industriale che è la passerella della Telfer”.

Sandro Piccinini. Oggi anche il consigliere Piccinini lancia un appello: “Come è noto la Telfer è un importante testimonianza appartenente al patrimonio di archeologia industriale ternano, inserita in un importante contesto naturale, che personalmente ritengo necessario salvaguardare in quanto appartenente alla storia della nostra comunità e che rappresenterebbe un colpo mortale alla possibilità di individuare nuovi percorsi di sviluppo territoriale troppo importanti per una comunità come quella ternana, già fortemente penalizzata”.

“Più volte – continua Piccinini – abbiamo proposto di dare agli studios di Papigno un futuro, ebbene, mettendo a sistema l’area degli ex stabilimenti e la zona della Telfer opportunamente messa in sicurezza provvedendo intanto all’eliminazione della conduttura del gas che appesantisce fortemente l’intero manufatto. Contemporaneamente a questa operazione, si potrebbe tentare di realizzare quel polo museale di eccellenza comprensivo dell’archeologia industriale, di cui da anni parliamo e che sta muovendo i primi passi con la sistemazione di alcuni reperti presso il sentiero n° 5 della Cascata”.

Il consigliere invita la Giunta “a prendere in considerazione l’ipotesi di voler provvedere al salvataggio di questo manufatto, sulla scorta delle esperienze che si stanno facendo anche in altre realtà europee, come è avvenuto ad esempio in Germania con il recupero della miniera di Zollverein ad Essen, che dopo un periodo di totale abbandono è stata recuperata ed è diventata un punto di riferimento di straordinaria importanza per la comunità europea”.

Piccinini conclude chiedendo “con il cuore in mano all’Amministrazione comunale di mettere in sicurezza l’area salvaguardando questa importante testimonianza come sta avvenendo in queste ore con il recupero della fontana di Piazza Tacito dove la sinergia tra il Comune e importanti partner privati come la Fondazione Carit sta permettendo alla città di vedere restituito un bene di inestimabile valore”.

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