Terni, Uil: “Comune disincentiva affido familiare dei minori e favorisce case famiglie”

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UilIl Comune di Terni disincentiva gli affidi familiari dei minori favorendo così le case famiglia (che hanno un costo molto superiore e rappresentano una soluzione peggiore per il bambino). E’ quanto sostiene la Uil di Terni che, a supporto della propria critica, cita alcuni numeri del fenomeno.

Il comunicato di Uil Terni:

“È verdolino… è semplice, ma si nota. E’ il depliant diffuso dal Comune di Terni per promuovere l’affido familiare. Del resto lo sanno anche i bambini che è meglio una famiglia rispetto ad una ‘casa famiglia’. Persino la Regione nel nuovo piano sociale prevede “l’estensione dei programmi di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione”. Perché, naturalmente, l’alternativa è tra l’affido del minore ad una famiglia o la sua istituzionalizzazione.

L’affido consiste nell’accogliere temporaneamente un minore proveniente da una famiglia in difficoltà, soddisfacendo i suoi bisogni i affettivi e materiali garantendo il mantenimento dei legami con la famiglia di origine. E’ un importante strumento di solidarietà sociale che muove dal principio che ogni bambino ha diritto ad avere una famiglia, in quanto più idonea per favorire la sua crescita.

La Legge, per favorire l’affido familiare, obbliga i Comuni a dare alle famiglie che lo accettano un contributo economico, ma non ne definisce l’importo. In genere è una somma del valore di una pensione minima, cioè sui 500 euro. Favorire l’affido non solo è un dovere verso i bambini ma è quindi anche un notevole risparmio economico per la collettività.

La collocazione in una casa famiglia infatti costa al Comune di Terni sui 90 euro al giorno contro i 300 euro al mese del contributo per l’affido. Il Comune di Terni da sempre eroga un contributo che è il più basso in Umbria. Da una rilevazione di qualche anno fa della Regione risulta infatti che a Todi il contributo era di 450 euro, a Orvieto di 416, a Perugia di 400 mentre a Terni di 258 euro al mese. In Italia la quota più alta si aveva a Trento con 723 euro a in Calabria con 602 euro.

I minori fuori dalla famiglia di origine in Italia sono circa 30.000 distribuiti grosso modo in parti uguali tra quelli in affidamento e quelli collocati in strutture. In Umbria (dato 2012) le strutture residenziali sono 39 e accolgono 199 minori mentre gli affidamenti sono circa 250. Ogni mille minori in Umbria ce ne sono 3 fuori famiglia.

A Terni attualmente ci sono 51 affidi e 35 minori collocati in strutture. Si registra anche la disponibilità di famiglie per ulteriori affidi. Insomma, tutto sembrerebbe muoversi nella prospettiva giusta. E che fa invece il Comune ? Certo fa il depliant per promuovere l’affido familiare ma poi nella sostanza lo disincentiva favorendo di fatto la collocazione nelle case famiglie che, come detto, ha anche un costo decisamente maggiore.

Le famiglie che accettano l’affido lo fanno certo per solidarietà ma il contributo alle spese da parte del Comune ha un suo valore incentivante. Quello del Comune di Terni è il più basso (attualmente 300 euro al mese) e, a differenza di quanto avviene in altri Comuni, non vengono rimborsate neanche le spese mediche o riconosciute altre agevolazioni. Ora l’Amministrazione Comunale addirittura prevede l’obbligo per le famiglie affidatarie di presentare l’ISEE per determinare, al ribasso, l’entità del contributo. Si ipotizza che in alcuni casi esso potrà essere dimezzato e aggirarsi intorno ai 150 euro mensili.

In questo caso, è bene precisare, non si tratta della giusta compartecipazione alle spese da parte di chi usufruisce di un servizio reso dal Comune a suo favore ma, proprio al contrario, di un contributo alle spese che le famiglie hanno a favore di bambini non loro e a vantaggio del Comune stesso. Infatti la istituzionalizzazione nelle case famiglie comporta una spesa per bambino che già oggi è ben 9 volte superiore. Perché dunque il Comune di Terni fa i depliant per promuovere l’affido ma poi lo disincentiva?

Palazzo Spada vuole togliere il ‘cotto e mangiato’ dalle mense e disincentiva l’affido. Cosa gli avranno fatto mai i bambini per meritarsi questa politica?”

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