Si è svolta questa mattina, presso la sede di Palazzo Mezzanotte della Borsa Italiana, la presentazione dell’osservatorio “Green Economy sul mercato dei capitali” realizzato da IR Top. La società italiana, specializzata nella consulenza in investor relations e comunicazione finanziaria, ha rilasciato i risultati ottenuti in merito all green economy dove spiccano il +19% di crescita di fatturato in Italia nel 2011 e il + 18% di crescita di marginilità superando così la media europea, con un 61% di investitori istituzionali esteri nel capitale.
Oltre a ciò, sempre nell’ambito del “Green Investor Day”, la IR Top ha presentato in anteprima i principali risultati dell’osservatorio “Green Economy on capital markets – 2012” realizzato su un campione di 114 aziende italiane ed europee operanti nel settore green, nel corso del quale investitori qualificati, principalmente Family Office, Fondi di investimento e Private Banker, hanno seguito il confronto tra società quotate green ed esperti del settore. L’evento ha visto la collaborazione di Borsa Italiana con la Intermonte SIM in qualità di main sponsor. Tra le tante aziende partner dell’iniziativa spiccano le società di Nera Montoro TerniEnergia e TerniGreen.
I temi principali emersi durante il convegno hanno riguardato potenzialità, sistemi di governance, valore e costo del capitale come si evince dalle dichiarazioni rilasciate da Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top: “La green economy europea ha proseguito la crescita anche nel 2011 sia a livello dimensionale (+23%) che di marginalità (+9%); l’Italia si è confermata come paese in testa alla classifica europea per crescita della marginalità nel campione di aziende quotate green (+18%) generando un livello di occupazione che segna una crescita del 3% rispetto al 2010, con circa 7.000 dipendenti. L’identikit dell’azienda italiana green quotata è molto più solida e redditizia rispetto al 2010, con un fatturato medio di 112 milioni di euro e un EBITDA Margin medio del 20%. Le evidenze empiriche mostrano elevate prospettive di sviluppo e internazionalizzazione, una significativa componente internazionale di investitori nel capitale, un aumento del tasso tecnologico di innovazione “green” in numerosi settori merceologici nonché la positiva percezione da parte degli investitori istituzionali sulle potenzialità di crescita del settore. In tale contesto la nostra iniziativa VedoGreen risponde al forte interesse del mondo finanziario verso l’industria green, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra aziende quotate e investitori, nonché facilitare l’accesso a nuove fonti di capitale per le aziende non quotate. A livello mondiale vi è stata la creazione di numerosi indici azionari, accompagnati dalla nascita di fondi specializzati sul tema green: è il segno di un’evoluzione dell’industria green nei capital markets auspicabile anche per l’Italia attraverso la creazione di un indice green FTSE, considerando che la percezione degli investitori vede nel settore un’opportunità per una crescita superiore nel prossimo decennio. Elevate prospettive di sviluppo e di internazionalizzazione del settore spiegano la forte presenza di investitori istituzionali nel capitale delle società, che ammontano a 69, prevalentemente stranieri (61%) per un valore complessivo dell’investimento di 118 milioni di euro. Gli investitori esteri più attivi in Italia sono gli Stati Uniti (13%) e la Francia (12%)”.
In merito alla creazione di un indice green nella borsa italiana, tra i rappresentanti delle società quotate, si è anche espresso il presidente e amministratore delegato di TerniEnergia e TerniGreen, Stefano Neri: “La nascita di un Green Index non potrà che aumentare la visibilità delle società a più alto contenuto di sostenibilità ambientale presso gli investitori. Contemporaneamente assumerà un ruolo guida nel benchmarking delle aziende e dei settori che sono più impegnati nel migliorare i servizi e le tecnologie e nello sviluppare prodotti rispettosi dell’ambiente, vanificando i tentativi sempre più frequenti di greenwashing. Attraverso uno strumento come quello dell’indice borsistico, già attivo in Cina e U.S.A. e in linea con la crescita prorompente della low carbon economy, sarà sempre più evidente come le attività industriali ambientali siano passate dall’essere considerate un vincolo oneroso al processo produttivo, all’essere percepite come uno stimolo per l’innovazione e l’aumento della competitività”.