Terni,TyssenKrupp-Tata Steel, Cecconi(Fdl): “cosa sta accadendo?” Fiorini(Ln): “Quali ripercussioni per Terni?”

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Affida i suoi pensieri sull’accordo TyssenKrupp-Tata Steel ad un comunicato Marco Cecconi, capogruppo FdI-AN nel consiglio comunale di Terni:

“Rincorrere gli eventi senza saperli gestire – si legge nel comunicato –  neanche quando si tratta di eventi annunciati e da tempo. Inseguire le emergenze, anziché programmare o, almeno, mantenere gli impegni programmati. Comportarsi come se si fosse “di lotta” (magari, se serve, anche con tanto di partecipazioni retoriche a sfilate e cortei, purché si accendano le luci della ribalta), quando invece si è di governo.”

“L’annunciata fusione TyssenKrupp-Tata Steel – commenta Cecconi – ha fatto riemergere l’ennesima incapacità parolaia delle istituzioni del territorio: con insigni parlamentari di
governo che chiedono al governo di intervenire; con Comune e Regione che adesso
chiedono a Palazzo Chigi un incontro per farsi spiegare perché mai Ast resti fuori dal
nuovo costituendo colosso, con ciò dimostrando di non esserne mai stati un
interlocutore in tutto questo tempo, ovvero di non aver mai parlato di Ast finora con
il proprio stesso governo, nonostante tutto quello che bolliva in pentola e che adesso
arriva semplicemente a cottura.”

“Del resto – si chiede il capogruppo –  con quale faccia le istituzioni del territorio avrebbero potuto o pensano di presentarsi a qualche tavolo in cui si faccia il punto della situazione, se praticamente tutti gli impegni sottoscritti due anni e mezzo fa per la parte che li riguarda non sono mai stati mantenuti? Zero sul fronte delle infrastrutture, con una bretella-Terni est di là da venire, un collegamento ferroviario con la piastra logistica altrettanto.
Praticamente zero a sostegno delle imprese dell’indotto, che non a caso hanno subìto
centinaia di licenziamenti, da sommare ai tagli in viale Brin.Se poi per caso avessero fatto fronte a qualche promessa in tema di ambiente ce lo dicano, perché a Terni non se n’è accorto nessuno, anzi.

“Sarà per questo, supponiamo. Sarà perché Comune e Regione – denuncia Cecconi – non hanno mai più parlato di Ast con il proprio governo e non hanno mai mantenuto alcuno dei propri impegni. Sarà per questo che nessuno ha voluto mai dare seguito a quella richiesta di seduta del Consiglio ad hoc proprio con la Marini dedicata alle acciaierie ternane, che
ho presentato già dall’inizio del 2015, reiterandola più e più volte e sollecitandone la
convocazione (è tutto agli atti) con preoccupata quanto inascoltata sollecitudine.”

“Che adesso qualcuno ci spieghi – richiede il capogruppo – cosa sta accadendo, come i sindacati giustamente esigono e come certa politica si ricorda solo adesso di richiedere a se stessa, è proprio il minimo. Nuovo colosso a parte (non esservi rientrati per Terni potrebbe essere persino un vantaggio), si tratta di capire se vi sia un futuro e quale per quell’acciaio italiano che si fa solo a Terni, in quella fabbrica che oggi qualcuno definisce giustamente “sartoriale” com’è del resto nella cifra migliore del Made in Italy: nella mani di un’altra proprietà?, con una utilizzazione degli impianti a pieno regime come oggi non è?”

“Se a Roma – conclude Cecconi – c’è qualcuno in grado di farsi dare finalmente qualche risposta, lo faccia immediatamente perché potrebbe essere già tardi. Se ce ne fosse qualcuno persino a Bruxelles, una buona volta, sarebbe meglio. Che a Terni e a Perugia purtroppo non ci sia nessuno, questo è chiarissimo a tutti.”

Di un punto di vista molte simile sono il capogruppo al consiglio regionale Emanuele Fiorini, e il senatore Stefano Candiani, in forza a Lega Nord, richiedendo un confronto con il MISE:

“Il Governo e la Regione Umbria si attivino per sollecitare un confronto al Ministero dello sviluppo economico e coinvolgere tutte le parti in causa al fine di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento ThyssenKrupp Ast di Terni alla luce della fusione ormai prossima con
Tata Steel.

“In attesa di conoscere i particolari del progetto – continuano i leghisti – ancora non è stato
chiarito se sia un bene o un male che le acciaierie ternane restino fuori da questo accordo. Tuttavia, quando ci sono in gioco interessi economici di portata mondiale, spesso, quello che potrebbe accadere nello stabilimento di una “piccola” città, non viene mai preso in considerazione. Stiamo parlando di un accordo che potrebbe far nascere il secondo colosso mondiale e portare stravolgimenti impensabili nel mercato dell’industria siderurgica
europea e globale.”

“Possiamo davvero pensare che non ci saranno ripercussioni per lo stabilimento di Terni?” si chiedono Fiorini e Candiani.

“E’ bene che si faccia subito chiarezza anche in virtù del comportamento della multinazionale – proseguono Fiorini e Candiani – che, ancora una volta, nella determinazione di questo processo di fusione con Tata Steel ha escluso a priori il coinvolgimento della città, delle istituzioni locali e dei sindacati.”

“In passato abbiamo rivolto alla Commissione Europea un’interrogazione attraverso la quale si chiedeva all’Europa stessa di intraprendere iniziative in merito a questa fusione Thyssen Krupp e Tata Steel, ma ci fu risposto che un’istituzione pubblica non poteva intervenire in accordi tra privati, anche se la questione riguardava interessi economici, occupazionali e produttivi straordinari, come sono, appunto, quelli in gioco oggi. E’ arrivato il momento che l’Europa si pronunci e a tal proposito ci sembra doveroso procedere quanto prima alla definizione di un tavolo operativo.”

Siamo assolutamente contrari – conclude Fiorini – al vociferato rientro nei ranghi aziendali ternani di Lucia Morselli. Sappiamo bene quali sono state le sue mansioni in passato e il motivo per il quale era stata convocata a Terni. Le acciaierie non possono permettersi un ulteriore depotenziamento in termini produttivi e occupazionali”.

Inoltre, il senatore della Lega Nord e segretario per l’Umbria, Stefano Candiani, si è impegnato a presentare quanto prima un’interrogazione al Ministro dell’industria “per conoscere – spiega Candiani – quali siano le intenzioni del Governo in merito ad una produzione strategica ed irrinunciabile come quella dell’acciaio e soprattutto in merito alla
ricaduta per il sistema industriale e occupazionale del territorio alla luce di questa fusione. E’ in atto un riassetto – conclude il senatore – e ad ogni riassetto ci siamo, purtroppo, abituati a vedere un disimpegno nel territorio italiano”

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