Tribunale toglie a Sangemini SpA stabilimento di Fiuggi. Sindacati: ”Preoccupati per il sito ternano”

Una svolta epocale: così si può definire la sentenza del tribunale di Frosinone che obbliga Sangemini S.p.A. a restituire al Comune e all’azienda Atf (Acqua e Terme Fiuggi, società comunale) lo stabilimento in cui viene imbottigliata l’acqua Fiuggi. Una decisione che fa seguito al ricorso presentato dall’ente comunale dopo che lo stesso tribunale, pochi mesi fa, aveva deciso che l’imbottigliamento doveva ancora far capo alla società ternana.

L’INIZIO DELLA VICENDA

Tutto ha inizio nel 2002 quando la società umbra acquisisce il controllo dello stabilimento in località Spelegato, dove lavorano una cinquantina di operai per una produzione annua di 42 milioni di bottiglie, tramite la sottoscrizione di un contratto d’affitto regolare con scadenza al 2022. In precedenza, la gestione dell’Atf si era rivelata fallimentare ed era finita in liquidazione dopo una perdita di circa 68 milioni di euro. Il controllo dello stabilimento da parte di Sangemini prosegue senza intoppi fino al 2010 quando al palazzo comunale di Fiuggi sale come primo cittadino, Fabrizio Martini (candidato per una lista civica e appoggiato da una coalizione di centrosinistra) che nel programma della sua campagna elettorale aveva messo al primo posto l’obiettivo di tornare a controllare lo stabilimento d’imbottigliamento dell’acqua. Da allora è iniziata una battaglia legale tra il sindaco e la società umbra presieduta da Roberto Rizzo arrivata fino all’ultima sentenza emessa dal tribunale di Frosinone.

RISVOLTI DELLA SENTENZA

Lo stabilimento di Fiuggi oggetto della battaglia legale tra il Comune e la Sangemini S.p.A.

Fabrizio Martini e la sua amministrazione comunale esultano per questo risultato visto che con la sentenza emessa hanno raggiunto l’obiettivo primario che si erano prefissati in campagna elettorale. Dall’altra parte, la Sangemini S.p.A. non ci sta ad accettare la decisione presa dal tribunale e tramite una nota fa sapere di voler continuare la battaglia legale a tutela delle proprie ragioni, forte di un contratto regolare d’affitto fino al 2022 stipulato dieci anni fa: “In merito alla sentenza del tribunale di Frosinone relativa all’art. 700 – si legge in una nota – Sangemini S.p.A. ribadisce l’intenzione di proseguire nell’azione di tutela dei propri interessi, delle proprie ragioni, della correttezza del proprio operato. L’azienda, esprimendo la massima fiducia nella magistratura, esporrà quindi un reclamo nei confronti della sentenza del 3 agosto scorso e nel contempo rimane in attesa del pronunciamento in merito ad una serie di provvedimenti giudiziari pendenti che la contrappongono al comune di Fiuggi e ad Atf”.

I TIMORI DEI SINDACATI TERNANI

Mentre nelle istituzioni di Fiuggi la felicità è alle stelle, altrettanto non si registra a Sangemini, sede della società, dove i sindacati locali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil esprimono forte preoccupazione per i risvolti negativi che avrebbe il sito produttivo locale: “Esprimiamo forte preoccupazione per i risvolti che potrebbero interessare il sito produttivo di Sangemini. Qualora la sentenza dovesse diventare esecutiva, il gruppo si troverà a rivedere tutte le strategie aziendali e commerciali che potrebbero portare a conseguenze negative anche nello stabilimento umbro”.

I timori dei sindacati sono legati dal fatto che l’azienda sta rimandando di giorno in giorno il confronto per chiudere il contratto di secondo livello e l’attuazione degli investimenti annunciati precedentemente motivando tale ritardo adducendo di non poter dar seguito a queste richieste in quanto impegnati su un fronte giudiziario: “Questo per noi è intollerabile – dicono i sindacati – non possiamo continuare ad attendere la fine di un percorso giudiziario che è iniziato da più di due anni e che nessuno sa quando finirà. Anche gli annunciati investimenti sono al palo per lo stesso motivo, e adesso che i volumi sono aumentati in maniera considerevole, le difficoltà in produzione si fanno sentire in tutti i reparti”.

In conclusione i sindacati chiedono all’azienda di rispettare i propri obblighi prendendo decisioni fondamentali per “dare un futuro solido e di prospettiva a una delle realtà produttive più importanti della provincia di Terni e dell’Umbria”. Oltre a ciò, i sindacati chiedono alle istituzioni locali di vigilare sulla sorte dei 24 dipendenti del ramo “Sangemini Fruit”, in cassa integrazione straordinaria dal 2010.

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