Ast, operai entrano in palazzina durante cda e chiedono colloquio a vertici

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ast-terni-lavoratoriSale di livello la protesta contro il piano industriale per Ast di Thyssenkrupp e cresce la tensione. Dopo la manifestazione di questa mattina, con il blocco dell’autostrada A1, i lavoratori delle acciaierie ternane hanno reclamato le attenzioni dei vertici dell’azienda.

Oggi pomeriggio nella palazzina interna allo stabilimento di Terni era in corso la riunione del consiglio d’amministrazione del gruppo con all’ordine del giorno – come avevano reso noto ieri i sindacati – anche lo scioglimento delle società controllate. Improvvisamente, poco dopo le 15,30, circa 150 dipendenti hanno dato vita ad una sorta di sciopero spontaneo: un centinaio di loro è entrato nella palazzina insieme ad alcuni sindacalisti, mentre altri, una cinquantina, si sono diretti in viale Brin, davanti all’ingresso della fabbrica. La richiesta dei manifestanti è di avere un colloquio con i vertici aziendali.

Lo scioglimento dei cda delle controllate Ast (Società delle fucine, Tubificio e Aspasiel) era stato duramente criticato ieri dai vertici delle istituzioni umbre (Regione, Provincia e Comune), che ne avevano sottolineato l’impatto negativo sul futuro delle stesse aziende.  In particolare la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, e il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, avevano definito “gravi” le azioni che in questi giorni l’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, sta mettendo in atto, volte allo scioglimento dei consigli di amministrazione di tutte le società del gruppo Ast. Per i vertici delle tre istituzioni umbre, le scelte dell’ad di Ast “rischiano di compromettere definitivamente le prospettive future e di mercato di alcune delle società”.

MARINI A proposito della richiesta di incontro dei lavoratori Catiuscia Marini scrive sul proprio profilo Facebook: “Sarebbe opportuno che Thyssenkrupp assumesse un atteggiamento di dialogo e di confronto e non certo quello della chiusura arrogante”.

Aggiornamento ore 19,15: L’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, non ha voluto sentire ragioni: è restata nel proprio ufficio rifiutando ogni confronto con gli operai. Ha anzi minacciato di non incontrare nemmeno il sindaco e il prefetto di Terni, qualora i lavoratori non fossero usciti dalla palazzina. Gli operai hanno allora accettato di sgomberare l’edificio permettendo l’incontro tra ad e rappresentanti istituzionali.

A quanto pare all’origine dell’irruzione spontanea dei lavoratori negli uffici di viale Brin ci sarebbe la voce di un incontro al ministero del Lavoro fissato per il prossimo 6 agosto con il fine di avviare le procedure di licenziamento previste dal contestato piano industriale di Thyssenkrupp.

Aggiornamento ore 22,45: Non si è ancora sbloccata la situazione alla palazzina interna alle acciaierie dell’Ast di Terni, dove da oggi alle 15,30 sono entrati, dopo aver proclamato uno sciopero, diverse decine di operai dello stabilimento mentre era in corso la riunione del cda del gruppo. In particolare gli operai chiedono un incontro con l’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli. Intorno alle 19 è stato trovato un compromesso: i lavoratori hanno accettato di liberare il corridoio in cui si trova la stanza della manager e in cambio l’ad ha accettato di incontrare il prefetto Gianfelice Bellesini.

Nel frattempo gli operai hanno comunque continuato ad occupare l’edificio: hanno sgomberato il corridoio ma si sono recati al piano inferiore. Il tutto con la sorveglianza delle forze di polizia presenti nell’edificio. Il prefetto ha poi comunicato che Morselli è decisa a portare avanti il piano poiché è il compito che ha ricevuto dall’azienda. Uno dei delegati sindacali è allora uscito dall’edificio ed ha comunicato ai giornalisti che l’intenzione è quella di proseguire lo sciopero a oltranza, assicurando la sola presenza nei reparti dell’acciaieria degli addetti alla sicurezza degli impianti.

Aggiornamento ore 01,00: L’amministratore delegato di Ast è ancora all’interno della palazzina del Cda che nel frattempo è stata liberata dagli operai. Nei paraggi dell’edificio stazionano ancora alcune decine di lavoratori che continueranno lo sciopero ad oltranza. A mediare tra i dipendenti (che chiedono un incontro) e i vertici hanno provato, nelle ultime ore, il sindaco e il prefetto di Terni, ma sinora la mediazione non ha sortito l’effetto sperato. Comunque, dopo alcuni momenti di forte tensione, intorno alle 23,30 la situazione si è tranquillizzata.

Aggiornamento: Morselli è uscita dal suo ufficio intorno alle 5,20, scortata dalle forze dell’ordine, dopo circa 14 ore trascorse all’interno. La polizia è riuscita a creare un diversivo, facendo uscire l’ad da una porta diversa rispetto a quella presidiata dai circa 200 manifestanti rimasti sul posto. È quindi scaturito qualche momento di tensione con i lavoratori. In questa fase non si sono comunque registrati feriti, mentre, nel corso della notte, un dirigente della questura impegnato a parlare con gli stessi manifestanti è stato ferito ad un’arcata sopraccigliare a causa del lancio di un corpo contundente. Gli sono stati applicati quattro punti di sutura.

Nel primo pomeriggio di ieri, al momento dell’entrata dei lavoratori all’interno degli uffici dell’Ast, una guardia giurata aveva invece riportato una lussazione alla spalla. All’alba sono usciti dalla palazzina anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e il prefetto, Gianfelice Bellesini. Sul posto anche il questore, Carmine Belfiore. Continua intanto lo sciopero ad oltranza proclamato dai lavoratori, con blocco delle portinerie. Stamani è in programma un’assemblea nel piazzale centrale dell’acciaieria.

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  • Terni

    solo i dipendenti che ”guadagnano ” meno di 1300 e nel senso che dato il problema di uno slittamento di una commessa si è ben pensato no di tagliare i benefit di molte persone come auto benzina ecc no di limitare gli stipendi di molti manager che superano i 10000 e al mese no di intervenire con chi fa il doppio lavoro come il costruttore edile no di intervenire. Con chi è in pensione già da molto tempo e continua a lavorare no di intervenire su persone che prendono stipendi elevati solo per rappresentanza ma si é ben pensato di colpire operai e piccoli impiegati tutto questo parole di Stefano Neri perché le spese sopra elencate sono ininfluenti mentre chi guadagni 1300e può anche vivere con 900 e al mese ora dimostrate di essere dei veri giornalisti liberi. Naturalmente non posso rivelare la mia identità per non subire ritorsioni da parte della società visto che ce già chi le ha subite con tanto di denuncia Grazie

  • censura@

    Il commento è riferito alla azienda Ternienergia…. Mi dispiace per occupare lo spazio della Terni ac, ma siamo in piena censuracensura