Ast, proseguono sciopero e presidi. Stipendi non ancora pagati. Occupata superstrada

Dopo gli scontri in piazza a Roma e gli sviluppi della vertenza, continuano lo sciopero e i presidi davanti a fabbrica, Comune e prefettura di Terni da parte degli operai dell’Ast. C’è infatti ancora ansia e preoccupazione, nonostante la convocazione del nuovo tavolo di trattativa tra le parti per giovedì. In effetti, anche se alcuni hanno parlato di “aperture” e “svolte”, la situazione è sostanzialmente rimasta invariata: il Governo propone ancora un piano industriale da 290 licenziamenti con il mantenimento di due forni (solo uno a pieno regime) e l’azienda si dice disponibile. Si tratta quindi della riproposizione della bozza di accordo che poche settimane fa era stata rifiutata sia da Thyssenkrupp che dai sindacati senza ulteriori garanzie sul mantenimento di livelli di produzione. 

Ad oggi intanto operai e impiegati non hanno ancora ricevuto gli stipendi di ottobre, che vengono solitamente pagati il 27 del mese. L’azienda, nei giorni scorsi, aveva infatti annunciato un ritardo nei pagamenti di qualche giorno. Il pagamento dovrebbe arrivare il 4 o il 5 novembre.

Nelle prossime ore è convocata una riunione delle rsu per fare il punto della situazione della vertenza e valutare eventuale decisioni in merito alle modalità di prosecuzione della mobilitazione. Tra le ipotesi anche la revoca dello sciopero, per la quale starebbero spingendo parte degli stessi lavoratori e alcune forze sindacali anche in considerazione delle ripercussioni economiche sui salari che iniziano a farsi sempre più pesanti.

Intanto proseguono in molte parti città d’Italia manifestazioni e attestati di solidarietà nei confronti dei lavoratori delle acciaierie dell’Ast.

Aggiornamento ore 16,10: SINDACO Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, dichiara: “In queste ore stiamo assistendo a una ulteriore grave provocazione da parte dell’ad di Ast. Il blocco dei salari che i lavoratori stanno subendo è del tutto ingiustificato e illegale, si tratta infatti di una palese illegittimità che mina la capacità di tenuta delle famiglie dei lavoratori e l’economia della comunità ternana in quanto ci troviamo di fronte a centinaia di famiglie in assenza di reddito e quindi del tutto inibite nel loro potere di acquisto e nella capacità di ottemperare alle scadenze economiche. E’ privo di ogni giustificazione che un’Azienda che non ha alcun problema di cassa si rifiuti di pagare quanto dovuto ai lavoratori. Per rimuovere questo blocco che ha dei chiari elementi vessatori e penalizzanti, ho subito chiesto al ministro Guidi di intervenire nei confronti della azienda per chiedere di onorare gli impegni dovuti e ribaditi in sede di trattativa al Mise”.

CAPIGRUPPO CONSIGLIO COMUNALE Questa mattina si è svolta anche la riunione dei capigruppo del consiglio comunale, e dell’ufficio di presidenza con la presenza delle organizzazioni sindacali delle Rsu dell’Ast. La conferenza dei capigruppo ha deciso di non tenere la seduta di lunedì prossimo dato che all’ordine del giorno non vi sono atti urgenti, ribadendo la solidarietà espressa alla lotta dei lavoratori. Il capogruppo del Pd Andrea Cavicchioli ha ribadito “l’impegno per la piattaforma unitaria condivisa con tutte le organizzazioni sindacali, in vista del prossimo appuntamento al Mise per la definizione della vertenza in atto”.

Cavicchioli ha precisato: “Come elementi determinanti il rispetto dei volumi produttivi dell’ultimo triennio come base di riferimento; la conferma dei due forni fusori e della loro operatività; lo spostamento della linea 5 da Torino a Terni e l’investimento per il nuovo laminatoio per una produzione complessiva di prodotti a freddo di 700 mila tonnellate; politiche commerciali adeguate al mercato sia per quanto riguarda la collocazione della produzione che per gli acquisti; investimenti per la ricerca e un impegno forte e tangibile del governo per quanto riguarda la questione dell’approvvigionamento energetico e delle infrastrutture con particolare riferimento al completamento della Orte-Civitavecchia”.

“Solo dopo un accordo sul piano industriale – aggiunge Cavicchioli – è possibile prendere in esame il quadro occupazionale, tenendo conto delle esigenze produttive delineate ed utilizzando, in presenza di eventuali esuberi, tutti gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento, come i contratti di solidarietà”.

“Appare incomprensibile e censurabile – conclude il capogruppo Pd – sotto ogni profilo il comportamento dell’azienda che non ha corrisposto gli stipendi introducendo un ulteriore elemento di forte frizione in un quadro già ampiamente compromesso. Sotto questo profilo verranno prese tutte le iniziative in ogni sede per rimuovere una situazione connotata da illegittimità sostanziali e da volontà non dirette a perseguire un clima favorevole a ipotesi di accordo”.

Aggiornamento ore 18,15: Lo sciopero va avanti nonostante le ripercussioni economiche in busta paga, prosegue almeno fino a giovedì, giorno in cui sindacati e azienda sono stati convocati al Mise. E’ quanto è stato deciso nel corso della lunga riunione delle rsu dell’Ast che si è tenuta nel pomeriggio.

Aggiornamento ore 19,30: Stefano Garzuglia, delegato Fiom ed uno dei protagonisti di questi difficili giorni (ha tra l’altro parlato dal palco di Roma alla manifestazione della Cgil) ha spiegato le ragioni per cui i lavoratori hanno deciso di proseguire con lo sciopero: “Non possiamo buttare al vento le lotte e gli sforzi di questi giorni, dobbiamo continuare con la lotta anche se siamo allo stremo”. Garzuglia lo ha detto con il megafono agli operai, un centinaio, che si sono radunati nel presidio di fronte ai cancelli di viale Brin. Domani si terrà invece un’assemblea con tutti i lavoratori.

Tensione tra i lavoraotori, che anche oggi non hanno ricevuto lo stipendio. “Siamo già a quattro giorni di ritardo – ha detto urlando uno di loro – mia moglie sono due giorni che piange”. “Ci sono lavoratori che non hanno un euro neanche per pagare il pane – ha spiegato ancora Garzuglia al megafono – non ce la facciamo più. Abbiamo provato a smuovere di nuovo l’azienda, entro domani vogliamo risposte”.

I sindacati hanno già chiesto al prefetto di intercedere con le banche per la sospensione delle rate dei mutui dei lavoratori.

Aggiornamento ore 19,40: Nel tardo pomeriggio i lavoratori, circa 200, hanno dato vita ad un corteo spontaneo partito da viale Brin e diretto in centro di Terni. Presenti anche esponenti delle rsu e i sindacati. Il traffico in viale Brin è al momento bloccato, ma non si segnalano problemi particolari.

Aggiornamento ore 20,40: i lavoratori si sono diretti verso l’imblocco della superstrada ed hanno bloccato il raccordo Terni Orte. Al corteo partecipa anche il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo. Lungo viale dello Stadio e lungo viale Borzacchini si

sono formate lunghe code.

Aggiornamento ore 21,10: i lavoratori sono intenzionati a bloccare lo svincolo E45.

Aggiornamento ore 22,10: gli operai hanno bloccato anche la E45.

Aggiornamento ore 23,00: la manifestazione con il blocco del raccordo e della superstrada sta terminando. I lavoratori rientreranno con dei bus messi a disposizione dal sindaco.

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Per circa due ore gli operai hanno interrotto il traffico in entrambe le direzioni sul raccordo Terni-Orte e sulla E45. La manifestazione è svolta in maniera pacifica, senza tensioni particolari ma con evidenti disagi per la circolazione. Con gli operai, insieme a diversi sindacalisti, anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo che ha dichiarato: “Anche gli automobilisti rimasti bloccati, dopo qualche momento di nervosismo hanno capito che era una manifestazione in difesa del lavoro”.

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