Azienda di telecomunicazioni di Terni sabotata: smontati apparecchi su tralicci

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Oxygen wirelessUn sabotaggio inquietante perché talmente esplicito e plateale da rimandare alla mente metodi mafiosi, intimidazioni e avvertimenti che non hanno mai fatto parte della storia di Terni. Ciò che mercoledì notte ha subito un’azienda ternana di telecomunicazioni, la Oxygen Wireless Adsl, solleva sinistri interrogativi.

OXYGEN La Oxygen Wireless Adsl è un’azienda che porta internet dove l’Adsl tradizionale non arriva, ad esempio in zone montane e in aree disagiate. Funziona “senza fili” e non c’è bisogno di avere una linea telefonica. Ovviamente il servizio funziona anche nelle aree urbane e l’azienda offre anche servizi di telefonia. Connessioni da 7 e 12 mega con banda minima garantita da 1,5 e 2 mega. Insomma, una vera e propria azienda di telecomunicazioni che copre buona parte della Regione Umbria, Viterbo, Rieti e Siena. Conta circa 700 clienti, tra i quali Enti pubblici.

IL SABOTAGGIO I problemi, scrive l’azienda stessa in un dettagliato report, sono iniziati alle ore 19:50, poco dopo “i sistemisti si sono attivati ed ad una prima diagnosi sembrava trattarsi di un guasto causato dall’interruzione di energia elettrica”. Alle 22 “i tecnici giunti sul posto per una verifica fisica della situazione si trovavano di fronte una situazione sconcertante”.

Uno dei responsabili dell’azienda, Enrico Fiorentini, spiega infatti che qualcuno era entrato all’interno della recinzione dove si trovano due tralicci, uno della Oxyen e uno di un’altra azienda. Ebbene, il fatto sconcertante è che gli autori avevano rimosso e portato via tutti gli apparecchi dell’azienda ternana – interrompendo la trasmissione dei dati – ma non avevano toccato le apparecchiature dell’altra azienda.

Qualche ora dopo, a distanza di diverse decine di chilometri, la scena si è ripetuta: sono stati smontati due apparecchi trasmittenti, ognuno del peso di circa 25 chili, da un traliccio alto 20 metri. Le apparecchiature di radio e televisioni che si trovavano su altri tralicci all’interno della stessa recinzione non sono state toccate.

RIPRISTINO I tecnici della Oxygen hanno atteso il sopralluogo dei carabinieri ed hanno poi effettuato il ripristino dei sistemi terminato alle 6,20. Spiega Fiorentini che il danno economico è di qualche migliaia di euro ma ad essere inquietante è l’evidente intenzione dei sabotatori, cioè quella di “impedirci di fornire il servizio ai nostri clienti. Nella notte, sotto l’acqua, al freddo e sotto caffeina, siamo comunque riusciti a ripristinare le apparecchiature così da garantire il servizio minimo di traffico dati e telefonia”.

SEGNALE INQUIETANTE Il fatto che in entrambi i casi siano stati portati via soltanto gli apparecchi della Oxygen e siano stati risparmiati quelli delle altre aziende, fa pensare ad un attacco pianificato e plateale. Per Fiorentini “o è un dispetto o un avvertimento. Non credo di aver mai fatto male a nessuno. Se, in senso buono, abbiamo ‘rubato’ un cliente a qualche altra ditta è solo perché quel cliente si trovava male con la precedente azienda ed è spontaneamente passato con noi. Infatti da parte nostra non c’è mai stata ‘aggressione’ verso i clienti di altre realtà concorrenti. Lavoriamo soprattutto con il passaparola. Con i clienti abbiamo un rapporto diretto. Non abbiamo call center, siamo radicati sul territorio”.

DENUNCIA Impossibile e inopportuno lanciare sospetti sui possibili autori. Tanto più per un’azienda da sempre convinta di non avere nemici. Fiorentini spiega però che è stata “sporta denuncia. Essendo operatori delle telecomunicazioni è sabotaggio e interruzione di pubblica utilità. Se lo avessero fatto ad un traliccio della Telecom probabilmente si sarebbe ipotizzato anche il reato di terrorismo. Ma noi, pur se in scala ridotta, rendiamo lo stesso servizio di Telecom. Ciò che hanno fatto non è quindi una bravata da poco”.

NESSUN PERICOLO PER UTENTI Infine la precisazione che gli utenti non corrono alcun rischio, né di privacy né di altro tipo: “Non si è verificato alcun furto di dati personali perché gli apparecchi dove sono immagazzinati i dati degli utenti (abbiamo solo quelli fiscali) non si trovano nella Rete del traffico internet ma sono al sicuro in ufficio”. Le attrezzature rubate servono ad inviare dati ma non li memorizzano.

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