Rifiuti industriali altamente tossici bruciati anche negli inceneritori di Terni. E’ quanto emerge, tra l’altro, da un’articolata indagine della guardia di finanza di Firenze che ha portato all’arresto di 6 persone. Su questo interviene la Lega Nord, per bocca del consigliere regionale Emanuele Fiorini, chiedendo contestualmente di bloccare la rimessa in funzione dell’impianto Biomassa.
L’INDAGINE Due i filoni d’indagine. Quello che riguarderebbe Terni è il primo. Secondo l’accusa un’impresa di Pescia (Pistoia), avrebbe smaltito illecitamente, attraverso una ‘ripulitura’ fittizia e l’incenerimento, scarti di lavorazione provenienti dal ciclo produttivo della carta, contenenti sostanze chimiche molto nocive per la salute, interponendosi tra due importanti cartiere della Lucchesia e i vari impianti di smaltimento di Lucca, Livorno, Brescia e, appunto, Terni. Tra il 2013 e il 2014 in questo modo sarebbero state smaltite 36.000 tonnellate di rifiuti, con un profitto illecito di 2,2 milioni di euro, oltre a 75.000 euro di illeciti guadagni dovuti al mancato pagamento dell’ecotassa regionale.
L’altro filone di indagine riguarda l’attività di una società pisana, importante nel settore del trattamento dei prodotti reflui originati da diversi depuratori di fanghi industriali della Toscana. Sempre secondo l’accusa, l’azienda, grazie alla connivenza dei proprietari che venivano risarciti con somme di denaro, avrebbe sversato circa 45.000 tonnellate di fanghi in terreni agricoli su cui poi veniva coltivato prevalentemente grano, per una superficie complessiva di 800 ettari, nelle zone di Peccioli (Pisa), Palaia (Pisa) e Montaione (Firenze), con guadagni illeciti per circa 2 milioni di euro.
LEGA NORD Il consigliere regionale della Lega Nord, Emanuele Fiorini, scrive in un comunicato:
“I due impianti di incenerimento che si trovano a Terni verrebbero menzionati nell’ambito della maxi operazione della Guardia di Finanza di Firenze che ha scoperto il “giro illecito di smaltimento degli scarti industriali altamente tossici”. Lo apprendiamo da fonti di stampa. In particolare si parla di scarti di lavorazione provenienti dal ciclo produttivo della carta: il “famoso” pulper che nella conca conosciamo molto bene.
L’ennesima situazione opaca legata allo smaltimento dei rifiuti ed ecco che riappare l’ambito ternano con i suoi due impianti, uno fermo, ma, a quanto pare, di prossima apertura e uno ancora oggi in funzione.
Bisogna, però, prendere atto che ci troviamo di fronte ad una vicenda che nasconde ancora molte ombre e sulla quale dobbiamo fare una profonda riflessione. Ci rivolgiamo, dunque, al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ed al Prefetto di Terni, Angelica Pagliuca, affinchè blocchino l’attività dell’inceneritore attivo e rimandino la riaccensione di quello spento, in attesa di conoscere ogni risvolto dell’inchiesta e capire, quindi, a che titolo sono coinvolti gli impianti ternani”.