Romanelli (Cgil): ”Per Terni non bastano strumenti ordinari, riconoscere status di crisi complessa”

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Romanelli“La crisi con la quale si deve confrontare il Ternano non può essere affrontata solo con gli strumenti ordinari”: a dirlo è il segretario provinciale della Cgil, Attilio Romanelli, che torna a sollecitare per il territorio il riconoscimento dello status di “crisi industriale complessa”.

Il sindacalista in una nota scrive che “nel primo semestre del 2013 il numero delle imprese operanti nel territorio ha toccato il minimo storico, mentre i dati relativi alla cassa integrazione, con il crollo di quella ‘in deroga’ e il massiccio incremento della ‘straordinaria’, confermano una tendenza ormai consolidata: le aziende medie e piccole chiudono e le grandi ristrutturano con perdite”. Per questo “è necessario trovare soluzioni che possono rappresentare un paradigma per affrontare in una logica non difensiva e di salvataggio, ma di nuova politica industriale per il rilancio di fondamentali settori di base dell’ industria italiana”.

In merito alla questione del polo chimico, secondo Romanelli è “necessario intervenire con una strategia di reindustrializzazione focalizzata alla realizzazione di un programma di sviluppo di iniziative nel settore della green economy declinata alle varie utilizzazioni del recupero e riutilizzo dei materiali plastici e alle verticalizzazioni del Mater-bi in un sistema coerente di attività di ricerca e innovazione”.

Per quanto riguarda l’Ast, affinché lo stabilimento continui ad avere un futuro industriale, bisogna invece “accelerare i tempi entro i quali si possa fare chiarezza sulla futura proprietà del sito individuando un partner industriale capace di competere sui mercati internazionali e con le risorse finanziarie per far funzionare una struttura produttiva complessa”.

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  • giovannini

    vorrei dire al segretario Romanelli “grazie” che qualcuno si ricorda che è esistito anche il chimico e con esso 3000 famiglie anno mangiato e fatto mangiare la città. Terni è dimenticata, spero no da Dio, ma dagli uomini è certo, sperare ancora è difficile non crede?