Terni, +4% assunzioni nel primo trimestre 2015: ”Effetti del jobs act”

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Penconi-Narciso-Di GirolamoCresce del 4% il numero delle assunzioni nel primo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo 2014. Lo dicono i dati dell’ufficio studi sul mercato del lavoro della Provincia di Terni presentati stamattina alla stampa dal presidente Leopoldo di Girolamo, dal responsabile del settore formazione e lavoro Fabio Narciso e dal responsabile dell’ufficio studi Algerio Penconi.

Di Girolamo e Narciso hanno sostenuto che “l’incremento deriva dagli effetti del jobs act specialmente sul versante degli incentivi per i contratti a tempo indeterminato e si inserisce nel quadro positivo a livello regionale e nazionale”. Le assunzioni a tempo indeterminato sono state 1.472, a fronte delle 866 rilevate nello stesso periodo dell’anno scorso e che equivalgono al 70% in più. “Si tratta di un primo dato positivo – ha spiegato di Girolamo – che inverte la tendenza degli ultimi anni e che, stando alle proiezioni, dovrebbe confermarsi anche nel prosieguo dell’anno”. Il numero totale delle assunzioni è stato invece di 8.965 cioè 342 in più rispetto al primo trimestre 2014, mentre le persone assunte sono state 6.637. “Questo perché – è stato spiegato – un soggetto può essere assunto più volte nel periodo considerato, come avviene ad esempio nella scuola per gli insegnati. L’incremento del numero di assunti è stato del 3,3%, le donne sono cresciute più degli uomini (+4,5%). In diminuzione i contratti a progetto (-22%) e gli apprendistati (-22,6%), mentre gli interinali registrano un +6%.

Da notare però che, a fronte di un aumento delle assunzioni, diminuisce rispetto al periodo immediatamente precedente il numero dei rapporti di lavoro trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato. Complessivamente nei primi tre mesi dell’anno sono stati trasformati n. 279 rapporti di lavoro a fronte dei 320 del primo trimestre 2014 (- 12,8%).

Il territorio ternano-narnese-amerino registra una crescita complessiva più marcata (+4,8%) rispetto all’orvietano (+1,6%). L’industria cresce dell’8,7%, il commercio del 13,2%, il settore sanità e assistenza sociale del 23,4%. In diminuzione invece le costruzioni (- 19,3%). Continua a crescere il numero degli iscritti al Centro per l’impiego che rispetto al 2014 aumenta dello 0,9% (38.543 iscritti, 362 in più rispetto al 2014). Rallentano le liste di mobilità, aumentano invece i ricorsi alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria con un +33,9%: segno di una evidente perdurante sofferenza delle imprese ternane. Complessivamente il quadro resta molto critico, distante anni luce dalla situazione economica e occupazionale della provincia di Terni prima della crisi che dura ormai da 7 anni.

I DATI 2014 Il 2014, a differenza della prima parte del 2015, registra ancora dati negativi che risentono dell’andamento a livello nazionale. Il tasso di disoccupazione provinciale, in linea con la tendenza nazionale e regionale, si attesta al 12,2%, in salita rispetto al 10,4% del 2013. Ad incidere è la componente femminile il cui livello di disoccupazione sale al 15,5%, gli uomini calano invece al 9,6%. Il tasso di occupazione è del 58,4%, in flessione dello 0,7% rispetto al 2013 ma ancora superiore alla media nazionale. Il numero degli occupati è pari a 85 mila, in calo dell’1,6% rispetto al 2013 con la donne in maggiore sofferenza rispetto agli uomini. Il 69% degli occupati si concentra nel terziario (il peso degli addetti del commercio, alberghi e ristorazione è del 19,1%), il 27,8% nell’industria e il 3,1% in agricoltura. Le assunzioni flettono leggermente (-0,6%) passando dalle 28.719 del 2013 alle 28.551 del 2014. La variazione è legata al territorio orvietano, mentre per le aziende del ternano registra un lieve incremento. Diminuiscono le assunzioni di stranieri in ragione della crisi di alcuni settori economici. Nel 2014 la riduzione è del 4,7%. Gli iscritti al Centro per l’impiego di Terni e Orvieto si attestano su 38.181, di cui 21.766 donne. L’incremento rispetto alla stessa data del 2013 e del 13% e riguarda soprattutto gli adulti con 40 anni ed oltre (+15,6%) e gli stranieri (+15%).

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