Terni, Araba Fenice propone “splendido matrimonio fra pianoforte ed orchestra”

0

eseorchestra“La meraviglia dei concerti per pianoforte e orchestra”. Araba Fenice riporta a Terni “il sublime connubio fra lo strumento solista per eccellenza, il pianoforte, e l’insieme degli strumenti che creano quella perfetta forma espressiva e musicale denominata Orchestra”. Domenica 6 marzo alle 17.30 presso l’Auditorium del Gazzoli di Terni, il pianista e Direttore Giuseppe Bruno, eseguirà e dirigerà la ESE Chamber Orchestra nel celebre Concerto n.1 op.15 di Beethoven, uno dei cinque che il “genio” di Bonn, scrisse per l’orchestra a beneficio del pianoforte e viceversa.

Spiegano gli organizzatori dell’evento che “è un’opera dai temi fieramente marziali e dalle evocazioni mozartiane, con una fluidità interiore che lega in maniera indissolubile la voce del pianoforte e le voci di tutta l’orchestra, creando un fitto dialogo dalla trascinante carica ritmica. Il Concerto n.1 op.15 fu scritto alla fine dell’ottocento da Beethoven e fu dedicato ad una sua allieva, Anna Luisa Barbara von Keglevich.

Seconda parte del pomeriggio musicale, con Giuseppe Bruno, che spogliatosi delle vesti di pianista, vestirà esclusivamente quelle di Direttore.

Dirigerà la ESE Chamber orchestra in un percorso sonoro, con le opere del nostro Giacomo Puccini, prima con il “Preludio e Fuga” e poi con la conosciuta opera “Crisantemi”. Il Preludio e Fuga è un brano che fu composto da Puccini nel 1882 durante gli studi al Conservatorio di Milano per l’esame finale. L’autore sviluppa con maestria una frase iniziale di quattro battute affidata ai flauti, oboi e clarinetti e ripresa poi da violini e viole, il momento massimo di tensione lo si raggiunge nel “A tutta forza” dove gli ottoni squillano imperiosi contro l’ostinato degli archi.

Crisantemi, elegia per quartetto d’archi, fu composta in una sola notte tra gennaio e febbraio del 1890 perchè Puccini fu particolarmente toccato dalla morte di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, morto a Torino il 18 gennaio del 1890. Anni dopo l’autore impiegherà il tema nell’ultimo atto della Manon Lescaut.

Chiusa del Concerto con due opere del compositore inglese Edward Elgar. La prima “Salut d’amour” op. 12, un’opera che ha una storia particolare, visto che nasce da un incontro che l‘autore fece nel 1929 con una donna di nome Caroline Alice Roberts figlia di un generale. La ragazza gli regalò una sua poesia, “Love’s Grace”. Edward ricambiò componendo e dedicandole questo piccolo brano musicale a cui originalmente dette il titolo “Liebesgruss”. Quando l’anno seguente Edward rivide Caroline Alice, se ne innamorò. Fu un colpo di fulmine! La sposò nel 1932, contro il volere della famiglia di lei, nel Brompton Oratory di Londra.

La seconda a chiusa del concerto, la Serenata per archi in mi min. op. 20, scritta in tre brevi movimenti: Allegro piacevole, Larghetto e Allegretto. Ha tutto un suo fascino giovanile ed è la prima delle opere del giovane compositore di cui fosse pienamente soddisfatto. Il Larghetto centrale è forse la parte più matura del brano, tanto da essere spesso eseguito da solo, staccato dagli altri due”.

CONDIVIDI