Terni con il Lazio, il referendum si terrà: raggiunte le 2500 firme per richiederlo

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“A poco più di un mese dall’avvio della raccolta firme, il Comitato referendario per Terni con il Lazio ha raggiunto la prima fondamentale tappa del percorso previsto dalla normativa: 2.500 cittadini hanno già deciso che debbano essere i ternani e non altri a stabilire la propria collocazione territoriale”. Ad annunciarlo in un comunicato è lo stesso Comitato rendendo noto di aver raggiunto il requisito per richiedere il referendum. A metà settembre le firme saranno consegnate al Comune di Terni che entro due mesi dovrà valutarne l’ammissibilità e poi trasmettere la richiesta referandaria alla Corte di Cassazione. Il referendum che dovrà essere indetto dal sindaco, potrebbe tenersi in primavera, magari accorpato alle elezioni politiche 2013 (quelle che si terranno alla naturale scadenza dell’attuale legislatura) in modo tale da non rappresentare un costo per le casse pubbliche. Quale che sia la data, è ormai certo che i ternani saranno chiamati alle urne per scegliere se rimanere in Umbria o passare alla regione Lazio.

“Con la fine ormai prossima della Provincia di Terni – commenta il Comitato promotore – e dopo 40 anni di sperequata gestione regionale, Terni rialza la testa per decidere se allearsi con la nuova Provincia della Tuscia e della Sabina o se rimanere dentro a un assetto istituzionale dagli evidenti limiti economico-finanziari”.

Il Comitato referendario non nasconde una grande soddisfazione per “la risposta della comunità locale, avvenuta senza indugi pur in un contesto climatico ostile e in un mese non certo ideale per tali iniziative. Per Terni una prova d’orgoglio e uno scatto identitario che stanno consentendo anche una riflessione aperta sull’esperienza regionalistica umbra e, in particolare, sui riflessi fin qui registrati per la Conca ai più vari livelli”.

La raccolta firme non si fermerà: “Il Comitato referendario ora proseguirà il lavoro, ottenendo un numero aggiuntivo di adesioni, necessario al fine di mettere in sicurezza la soglia delle 2.500 firme”.

Infine il Comitato ringrazia sentitamente “le forze civiche e politiche, produttive, sindacali, i singoli cittadini che, trasversalmente, fanno acquisire a Terni un importante risultato: la possibilità di decidere autonomamente del proprio destino, senza più decisioni prese sopra la testa della comunità. Per una città delle nostre dimensioni si tratta della prima volta in Italia”.

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  • Deraglio

    che 2500 cittadini, abbiano firmato per una str…..ata simile, lo accetto…..quello che non accetto è che facciano spendere soldi allo stato e che    200.000 cittadini della provincia siano “costretti” ad esprimersi sulla stessa. 
    E non mi dite che è democrazia

    • Otty

      il referendum è comunale, può essere abbinato alle elezioni politiche della prossima primavera. zero costi

  • Sandro

    si, si chiama democrazia diretta! Bene, almeno sarà di sprone per i politici e per tutti quelli che vogliono evitare la mostruosità di una regione mono provincia a trovare una soluzione alternativa per evitare il referendum : leggi, la ridistribuzione delle due provincie umbre!!!

  • Mas

    Tecnicamente non saranno solo i cittadini “ternani” ad esprimersi. Difatti il regolamento comunale (ma chi l’ha scritto?) consente di votare anche a chi non ha la residenza ternana ma dimostri di lavorare nel territorio da un certo periodo di tempo. Saranno poi chiamati al voto anche i sedicenni, ossia coloro che, non certamente per colpa loro, non hanno mai ancora potuto studiare diritto costituzionale, amministrativo e diritto dell’UE. Chissà quali sono i criteri ispirativi del voto di un teenager? Chissà se questi “padri di famiglia” sapranno valutare attentamente i pro e i contro di un cambio di appartenenza amministrativa che potenzialmente rivoluzionerebbe i costi  ed i servizi nelle materie di competenza regionale, in primis la sanità, nonchè l’intero regime dei Fondi Strutturali europei, degli aiuti di Stato Regionali, degli Accordi di Programma e del Piano d’Azione nazionale (concordato con la Commissione europea) per la politica regionale di sviluppo. Ma sicuramente i promotori del referendum hanno già predisposto di divulgare degli studi approfonditi in merito, e non si saranno semplicemente appigliati a studi vecchi di 20 anni quando non c’era l’Europa a 27, il Comitato delle Regioni UE e la globalizzazione non era ancora tale da richiedere una pianificazione dello sviluppo territoriale di concerto con le autorità locali….E intanto dal Lazio si parla solo di ricorso per incostituzionalità contro l’art. 17 della Spending Review, e da inizio Settembre a Rieti comincerà la raccolta di firme per passare con Terni IN UMBRIA.

    • SuroSuro

      Appunto, questa mi sembra una politica ottima, dinamica, che si muove in anticipo… dando un messaggio forte e chiaro ai dominanti perugini ed intanto attendere che il movimento amministrativo naturale (nonché rispettoso della storia) porti Rieti in Provincia di terni e Rieti, in un Umbria più grande e maggiormente equilibrata. Se poi la classe politica umbra vuole fare la sua parte e passare la Valnerina nella nuova provincia avrebbe fatto il minimo di quanto atteso da essa. Grazie

  • Presipara

    Se serve come stimolo ai politici locali per fare in modo che trovino una soluzione all’interno dell’ Umbria, allora sono contento che abbiano raggiunto le 2500 firme, pero’ non credo che avranno possibilita’ di successo.
    poi vorrei capire, nel Lazio va solo il comune di Terni? E Narni, Stroncone, Sangemini ecc. che fanno rimarranno in Umbria?. Mi sembra un’assurdita’.

    • Otty

      il referendum secondo l’art.132 comma 2 della costituzione presuppone che sia il singolo comune confinante con altra regione a chiedere il passaggio. narni, sangemini e stroncone dovranno attivarsi anch’essi se vogliono seguire terni

  • Forza Fere

    Ottima notizia, io voterò a favore.

  • Patrizia

    Servono studi approfonditi, magari pagati da avidi consulenti, per decidere che collegarsi con Civitavecchia è necessario e non rinviabile? Quanti ne abbiamo pagati per fare NIENTE? E chi dice che analisi di 20 anni fa, come quelle della Fondazione Agnelli, non siano attuali? In questi giorni all’Europarlamento si parla proprio di macroregioni e lo stesso fanno i grandi giornali. Occorre legarsi a entità più importanti per reggere il mercato, è evidente. L’Umbria non conta nulla nel contesto nazionale, figurarsi quando il presidente di una microregione del genere va in Cina, dove si fanno le pulci alla dimensionalità, quale concreto riscontro si possa avere.
    Terni, in questo contesto, ce l’ha fatta con le sue industrie, non certo con l’aiuto della regione: tanto è vero che solo quest’anno, per la prima volta in 40 anni, il Consiglio regionale ha effettuato la propria visita alle Acciaierie. Fino e dopo di allora, tutti in ordine sparso

    • Bruno

      Le macriregioni di cui si discute al PE sono quelle “elettorali”. Sono cioè anni che si discute sulla creazione di circoscrizioni elettorali a carattere transnazionale. Le regione amministrative prese in considerazione per fondi strutturali ed aiuti di Stato da Bruxelles sono le c.d. “NUTS”, corrispondenti alle nostre regioni amministartive. Per l’appunto, nel caso dell’ùumbria, rilevano le articolazioni NUTS III di Perugia (ITE21) e Terni (ITE22), afferenti
      all’area “UMB1.Y10.02”. Calcoli ora lei, iche di certo non è un “avido consulente”, in base alle relative mappe nazionali presentate alla Commissione europea, se Terni ci perde o ci guadagna cambiando Regione. e lo speghi anche ai sedicenni ed a i “non ternani” che potranno votare al referendum.

  • Deraglio

    Viste le limitazioni presenti, ma perchè non votare per essere aggregati a Bolzano????, dove è scritto che dobbiamo essere confinanti?????
    Ma ha ragione Patrizia, si combatte per difendere l’orto quando, spero presto, scompaiano L’Umbria, la Toscana, il Lazio ecc per fare un’unica regione del centro Italia. Meno politici e meno dipendenti regionali………….spero

    • David

      Ma io che sono nato a Terni ma ho la residenza a Perugia posso venire a votare?

      • Otty

        no. non puoi …. se non cambiando residenza .. 😉

  • Paolo Arena

    Perché dovremmo rinunciare alla discreta qualità della sanità umbra per scegliee quella fortemente indebitata del Lazio?
    Perché dovremmo dividere in due regioni diverse un territorio unico (ambientalmente, storicanente ed esteticamente) come la Valnerina?
    Perché dovremmo perdere la possibilità di poter sfruttare a fini turistico commerciali il riconosciuto slogan “Umbria, cuore verde d’Italia”?
    Perché non può una piccola regione (che poi tanto piccola non è, fra industria, agricoltura, manifattura e turismo fortemente settorializzati) avere un proprio piano strategico e con esso presentarsi alla Cina che, da qualche mese, sempre più vuole conoscere e sempre meno vuole produrre?
    L’Umbria da una decina di anni comincia ad avere un nome. Turisticamente, dall’amerino a Castelluccio passando per la Cascata, ha il fantastico sapore di una terra verde, sacra ed intatta ancora tutta da conquistare: perché dovremmo rinunciarci? Io voto per la grande provincia umbro-ternana, lasciando, per coerenza, Orvieto all’etrusca Perugia.
    Si può fare?

    • Alessandro

       Paolo .. tutto si può fare… il problema è che oggigiorno tutti gli umbri “interessati” fanno professione d’etrusco. La grande provincia umbro-ternana, o dell’umbria meridionale finora ha solo l’adesione di …Terni. Andate a leggere su Umbria24.it di ieri…

  • Acongiu7

    Se pensano di avere raggiunto la vittoria si sbagliano di grosso:sono solo all’inizio di un lungo percorso.Si può ben dire che questa è stata una bella vittoria di PIRRO!(guardare gli esiti dei molti referendum indetti nella nostra storia democratica,….)

    • luca

      La vittoria è che per la prima volta a Perugia sono obbligati a parlare di rapporti anche economici col Lazio, anziché pensare che il confine sud della regione rappresenti le colonne d’Ercole e più avanti ci sia il non plus ultra e non si possa andare.
      E’ il riflesso tuttora spocchioso di una Regione che non ha considerato l’esistenza della Capitale per gretti motivi d’immagine perugina. La vicinanza di Roma a Terni non è mai piaciuta al capoluogo regionale

  • Paolo Arena

    Aggiungo qualche domanda chiarificatrice ai referendari, credo necessaria: il referedum ha quorum? o basta che vada a votare una persona?il salto di regione riguarda solo il comune di Terni? Grazie.

    • Otty

      si ha il quorum, infatti il comitato mira ad abbinarlo0 alle prossime elezioni politiche. il referendum riguarda solo il comune di terni

  • Max

    Io vorrei solo far notare che se andiamo sotto il Lazio aumenteranno il costo di tutti quei servizi che sono calcolati regionalmente, come ad esempio RC auto…… E’ impensabile uscire dall’Umbria io non capisco come si è potuto anche solo pensare una cosa del genere.

  • Patrizia

    Bruno,
    appari informato, ma non sufficientemente.
    Non voteranno sedicenni, né extra UE, perché dal momento che il Comune se ne occuperà, questi dovrà interessare la Cassazione e conformarsi alla legge nazionale sul referendum, la 352/70.
    Quanto alle macroregioni hai preso un abbaglio: vedi la polemica agostana tra Formigoni e Lega.
    Relativamente all’Umbria, spiegami perché per appena 900.000 persone dovremmo avere un Consiglio regionale assolutamente insignificante nel contesto nazionale e, aggiungo, retto da un presidente pesantemente sotto scacco. Un Consiglio che ha prodotto “ben” 13 leggi in otto mesi, di cui cinque legate all’esercizio finanziario e una importantissima sui Ceri di Gubbio… Suvvia.
    Sui debiti della sanità laziale, andiamo a vedere quando è stata commissariata: c’era un certo Marrazzo, correva l’anno 2008. Certo, qui il debito non c’è di sicuro. Il Santa Maria è tra i più vecchi dell’Umbria, non è antisismico, i grandi primari sono quasi tutti fuggiti mentre non si parla di mettere le mani seriamente sulla struttura, a voler tacere poi della concentrazione su Perugia di tante altre opportunità

    • Bruno

      Innanzitutto la ringrazio per l’attenzione. Andiamo per odine, e speriamo di aver capito bene, stavolta. Il Parlamento europeo ha certamente approvato (mi sembra il 4 luglio), in plenaria, la risoluzione dell’eurodeputato francese Francois Alfonsi sull’evoluzione delle strategie macroregionali dell’Ue. Tali aspetti sono riconducibili alla cooperazione interregionale e toccano solo alcuni apsetti (v. grandi infrastrutture) rapportabili alla politica europea di coesione. In tale campo l’Italia sta  muovendosi con due progetti: la macro-regione adriatico-ionica, che congiungerebbe le due sponde dell’Adriatico arrivando fino alla Grecia; dall’altra, la macro-regione alpina, che unirebbe Veneto, Lombardia e Piemonte ad altre regioni in Francia, Svizzera, Austria e Germania. Ma cosa c’entra questo con la quotidiana gestione delle nostre Regioni amministrative? riguardo il referendum ternano, mi sembra che la Cassazione dovrebbe esprimersi sulle firme, ma ancor oggi all’Ufficio elettorale del Comune di Terni rimanda al REGOLAMENTO SUGLI ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE POPOLARE (Delibera C.C. 134 del 28/04/2004), proprio il reg. che impone la raccolta di 2500 firme agli artt. 4, 5 e 11. Tale regolamento, all’art. 9 “Seggi ed operazioni referendarie” indica, al par. 2, che possono partecipare al voto !) i cittadini iscritti nelle liste elettorali comunali 2) i cittadini residenti a TR ma non ancora elettori che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età 3) i cittadini non residenti ma che esercitano la propria attività di lavoro o studio nel Comune di TR firmatari della richiesta del referendum 4) i cittadini non residenti che esercitano la propria attività di lavoro o studio nel Comune di TR da almeno 3 mesi (che ne facciano formale richiesta) 5) i cittadini dell’Ue residenti a TR 6) gli stranieri regolarmente soggiornanti e residenti a TR. chiedo quindi ragguagli sul perchè lei scomoda la legge nazionale sul referendum. Riguardo l’Umbria, lei cita episodi e questioni che chiunque, in qualsiasi Regione italiana, potrebbe citare. Non conosco un luogo dove il capoluogo regionale, e la susseguente politica, siano criticati o stigmatizzati. In primis nel Lazio. Riguardo proprio  il Lazio: che me ne importa chi ha fatto il buco nella sanità? Vuoe butarla in politica? No grazie. Quel buco c’è e non vorremmo certo pagarlo noi. Di sicuro il Lazio ha comunicato oggi che non intende nemmeno far fronte ai suoi debiti di 50 milioni di euro verso Umbria Mobilità. Tanto per capire con chi si vuole avere a che fare.

      • Otty

        peccato che per umbria mobilità le cose non stanno come la nostra regione vuole far credere …..
        leggi questo
         http://www.umbria24.it/umbria-mobilita-attacca-%C2%ABnessun-debito-colpa-dellincapacita-centrosinistra%C2%BB/115551.html

    • Otty

      brava patrizia mi sembra che qui sei l’unica che centri il punto.
      nessuno sembra considerare
      che il referendum non è per mettere sotto accusa il lazio o per
      giudicarlo migliore o peggiore o più conveniente o meno conveniente
      dell’umbria.
      il lazio che, a noi ternani, per altro non ha fatto nulla.
      nel bene ma anche nel male,
      qui è in ballo il diritto di una comunità a sottrarsi.
      è una decisione che riguarda solo i ternani e il loro rapporto con la regione umbria negli ultiumi 40 anni.
      la domanda giusta è:
      nel 1975 terni aveva 109mila abitanti, perugia 123mila.
      oggi dopo meno di 40 anni terni ne ha 115mila di cui 13mila immigrati residenti, perugia 170mila.
      come mai?

      lo sviluppo abnorme di questa “piccola washington” è dovuto alla
      regionalizzazione ed alle gigantesche inutili e improduttive strutture
      della regione umbria,
      centri direzionali, enti intermedi, agenzie regionali, università e chi più ne ha più ne metta.
      nulla di produttivo.

      per questo è stato necessario ed “è” necessario succhiare risorse da
      tutta la regione ed in primis dai distretti produttivi che producono
      ricchezza.
      quindi terni.
      questo ha significato una ineguale distribuzione delle richhezze prodotte e soprattutto delle possibilità di crescita.
      ecco, a mio giudizio è questa è la domanda da porsi.

      parlare delle magagne del lazio è come dire: “ti ho maltrattato per 40
      anni, ora tu hai una chiave per sottrarti a questo. io non cerco di
      trattenerti riconoscendo i miei torti e cercando di rimediare, ma ti
      dico che se esci da quella porta verrai maltrattato di più, come se il
      destino di terni fosse inevitabilmente quello di essere penalizzati”.
      spero che questa mia modesta considerazione faccia riflettere.

      • Adele

        Elencare dati oggettivi non è sparlare del Lazio.   Invece di battagliare per difendere la millenaria identità umbra si preferisce inventarsi una presunta identità laziale? Oppure tutto ciò che si chiama “Umbria” deve coincidere con Perugia? Se fuggite fate il gioco dei perugini e dei loro “servi”. Non si scappa, ma si combatte a casa propria!

  • Andred

    visto che adesso è ufficiale che si farà questo referendum pongo alcune questioni e faccio delle considerazioni. Questioni: il referendum si farà anche se dovesse andare in porto il riordino territoriale? L’eventuale vittoria del SI necessiterebbe di una ratifica da parte della Regione Lazio? In quale provincia andremmo? Considerazioni: occorre ora uno o più confronti PUBBLICI fra comitato referendario e cittadini sul tema: VANTAGGI E SVANTAGGI DEL PASSAGGIO NELLA REGIONE LAZIO.  Se non verrà fatto invito tutti ad astenersi, perchè non ci sono gli elementi per votare in maniera informata.

    • Otty

      si, va avanti lo stesso perchè segue la via maestra della costituzione.
      la ratifica della vittoria del si avviene con legge nazionale promulgata dal parlamento. probabilmente si andrebbe nella provincia del lazio nord , terni , rieti e viterbo.
      sono d’accordo con il confronto che dovrà avvenire tra comitato referendario categorie produttive, terzo settore e cittadinanza ternana e istituzioni regionali laziali.
      ma faccio solo un esempio banale, questione pendolari. ogni giorno dalla provincia di terni oltre 5.000 nostri cittadini si recano a roma per lavoro. solo da terni oltre 2.200 persone (una azienda più grande numericamente della asl 4) per anni hanno implorato, pietito fino ad elemosinare attenzione sulle loro durissime condizioni da parte della regione perugiaumbria. nulla di nulla. bene, pensate che per il solo fatto di essere nel lazio per loro l’abbonamento mensile del treno passerebbe da 180 € a 60 €, oltre 1400  di risparmio in un anno che per un capofamiglia non sono pochi … ecco credo che per loro basterebbe solo questo.

  • Civis Interamnensis

    Grande risultato democratico… ottimo lavoro.
    Finalmente sembra che anche i ternani si rendano conto di avere dei diritti ed incominciano ad assumersi responsabilità per il proprio futuro…
    Ora urge una campagna informativa seria ed a tappetto in città sui termini della questione… vedrete, se i cittadini saranno messi in condizione di scegliere consapevolmente, sarà un plebiscito di sì… perchè di questo regime sono arcistufi veramente tutti… basta andare con il cappello in mano ad elemosinare gli spiccioli dalla gran loggia di Pg…
    forza Terni, svegliati!   

    • Forza Fere

      Sono d’accordissimo, è giunta l’ora della riscossa ternana!

  • Paolo Ar

    Andred: se il referendum non ha il quorum, dovremo per forza tutti andare a votare se vogliamo far vincere la nostra parte. Non esiste, cioè, annullamento: per questo servirà parlarne in pizzeria o al bar con gli amici. E per questo sono qui a chiedere di nuovo: ci sarà il quorum?
    Inoltre, con tutto il campanilismo italico ed antiperugino che si può più o meno legittimamente avere, non capisco il senso di una Cascata ISOLATA da Norcia e San Gemini, in provincia della Roma/Tuscia/Sabina.
    Come non capisco come si possa azzerare il lavoro fatto, anticipando molte altre realtà cittadine nazionali, sul progetto di stampo europeo per la smart-city Terni Narni. Cui prodest?

  • F.C.

    Accantoniamo il calcio, perché non unirsi con Perugia? se è necessario per il bene del nostro Paese dobbiamo farlo, mica vi portano via casa, cerchiamo di essere più flessibili di mente…  La nostra amata Terni ormai è solo Calcio, Acciaieria e “Grezzate”… sbaglio?

    • luca

      Per come ci hanno trattato in 40 anni, dovevano aspettarsi che prima o poi i ternani non avrebbero più accettato di bere l’amaro calice della loro supponenza.
      Non c’è campanilismo nel dire che sono stati scorretti e, mentre noi tiravamo la carretta, loro si appropriavano anche delle nostre risorse.
      E infatti i dati sulla iniqua ripartizione della spesa non sono stati smentiti da nessuno. Hanno semplicemente tirato troppo la corda con la complicità di alcuni importanti ternani che contano

  • Paolo Arena

    Andred: se il referendum non ha il quorum, dovremo per forza tutti andare a votare se vogliamo far vincere la nostra parte. Non esiste, cioè, annullamento: per questo servirà parlarne in pizzeria o al bar con gli amici. E per questo sono qui a chiedere di nuovo: ci sarà il quorum?
    Inoltre, con tutto il campanilismo italico ed antiperugino che si può più o meno legittimamente avere, non capisco il senso di una Cascata ISOLATA da Norcia e San Gemini, in provincia della Roma/Tuscia/Sabina.
    Come non capisco come si possa azzerare il lavoro fatto, anticipando molte altre realtà cittadine nazionali, sul progetto di stampo europeo per la smart-city Terni Narni. Cui prodest?

    • Otty

       secondo me va vista in
      prospettiva, non solo terni rieti, ma un’area vasta, una provincia che
      comprenda anche viterbo. un territorio più grande dell’umbria con oltre
      700.000 abitanti con grandi risorse produttive, agricole, turistiche e
      con terni anche industriali, terni ha una sua esperienza che ne ha fatto
      una città moderna sempre all’avanguardia nell’innovazione, nei diritti
      civili, nell’organizzazione e nella sanità, la sanità umbra non nasce
      per volere divino, nasce neglia anni 70 con le esperienze dei servizi
      sul territorio dell’area ternana. il centro geriatrico, il mesop, il
      primo servizio di medicina del lavoro, la psichiatria territoriale,
      l’applicazione della legge basaglia hanno fatto di terni la prima città
      in italia ad attivare questi servizi. conseguenza della
      industrializzazione e delle lotte sindacali di questa città. è una città
      che ha dimostrato di saper reagire e guardare al futuro. 144
      bombardamenti non l’hanno piegata. pensi che non sapremo difenderci e
      manifestare il nostro pensiero e modus operandi anche nel lazio? tra
      l’altro terni sarebbe baricentrica tra rieti e viterbo non solo per le
      vie di comunicazione (devi per forza passare da terni) ma anche per una
      vocazione di integrazione di genti diverse, essendo una città di
      fortissima immigrazione

      • Andred

        il problema è che Terni ha perso la consapevolezza di essere importante..piegata e bistrattata dalle multinazionali dell’industria, e poco capace di diversificare i suoi punti di forza industriale. Inoltre
        vedere che ogni cosa si va sempre più concentrando su Perugia (con il consenso tacito di politici e imprenditori locali) , e inoltre , pure sbeffeggiati dai sindaci di mezza Umbria manco fossimo appestati, tutto queso è molto deprimente per la città. vorrei che tornassimo in piazza come cittadinanza per ricordare che la storia dell’Umbria l’abbiamo scritta pure noi. Tutti ci schifano adesso…specie i nostri “cugini” spoletini e della Valnerina..chissà se ricordano a quanti di loro TERNI HA DATO CASA, LAVORO E ACCOGLIENZA??

      • Bruno

        Ecco delle buone prospettive per lo sviluppo ternano nel Lazio.
        Il recente piano del ministro Passera prevede il tanto auspicato aeroporto “Ternano”  a Viterbo: in tal senso c’è da tempo un acceso derby con Latina. Vi rimando al link: http://www.viterbonews24.it/news/continua-il-derby-laziale-viterbo-latina_16680.htmp, oppure al link http://www.occhioviterbese.it/occhioviterbese_v2/passaggio.php?id=13639:Laeroporto-di-Viterbo-previsto-dal-piano-del-Ministro-Passera.  Nessuno ce l’ha con Lazio, ma mi sembra che qualcuno ce l’abbia oltremodo con Terni. Invece di spendersi per riequilibrare le ingiustizie umbre (ascoltando anche la voce di spoletini e valnerina che dicono cose ben diverse dagli amministratori locali), come si può solo pensare, in tale momento di crisi, di entrare (non invitati) nella Regione italiana che applica le imposte locali più alte? Al riguardo allego un passo dell’articolo tratto dal sito http://www.fiscoetributi.com/lazio-record-imposte-locali/#utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lazio-record-imposte-locali : “Il Lazio si è meritato una palma di cui francamente avrebbe fatto volentieri a meno: si tratta infatti della regione italiana che può vantare il record più alto per quel che riguarda il prelievo fiscale di stampo locale. Questo primo posto è stato raggiunto grazie a una media di 440 euro di imposte locali a carico di ogni singolo contribuente, un dato che proviene direttamente dal Tesoro, il quale ha cercato di capire come potevano essere tradotte le elaborazioni dell’Agenzia delle Entrate in merito al 2010 come periodo d’imposta. L’aliquota in questione, vale a dire quella che ha fatto conquistare tale record, era pari due anni fa a 1,7 punti percentuali, con un incremento dello 0,30% rispetto all’anno precedente”.

  • Max

    Io abito vicino a Fausto Moda.. Quindi Sangemini e  rimarrò in Umbria, mentre la ragazza mia che abita a Gabelletta andrà nel Lazio…..Perchè non andiamo tutti a Zelig?

  • Pingback: 2012.08.30 – Riordino delle Province – TERNI OGGI – Terni con il Lazio, il referendum si terrà: raggiunte le 2500 firme per richiederlo  | Rotary Fermo()

  • Paolo Arena

    Prescindendo solo un momento dal significato della scelta referendaria, vorrei per chiarezza riassumere l’oggetto e la forma della questione. Ci provo.

    L’anno prossimo a primavera, probabilmente contestualmente alle elezioni politiche, i residenti ed i lavoratori/studenti domiciliati nel comune di Terni saranno chiamati a votare, mediante referendum limitato da un quorum al 50%+1, affinché il territorio comunale cittadino passi all’interno della regione Lazio ed in particolare nella provincia non contigua di Roma.

    C’è qualche refuso?