Terni, convento di Collescipoli: storia di uno spreco all’italiana. Astrolabio scrive a vescovo

Collescipoli è un piccolo borgo medievale del Comune di Terni, caratteristico, per decenni animato dai residenti e, negli ultimi anni, da giovani universitari. Oggi, abbandonato e in via di desertificazione, è sempre più il simbolo, la plastica fotografia, dell’incapacità al potere. Nella scandalosa galleria degli errori commessi ai danni del borgo, c’è una storia che simboleggia meglio di altre l’approssimazione e la noncuranza con cui vengono gestite le risorse pubbliche ed il patrimonio storico: è quella di un convento settecentesco. Oggi il presidente dell’associazione Astrolabio, Andrea Giovannini, la racconta al vescovo di Terni attraverso una lettera aperta.

Non è la prima volta che Astrolabio tenta di sensibilizzare gli enti alla salvaguardia del borgo. Nel corso degli ultimi anni ha più volte, inutilmente, interpellato il sindaco e il Comune di Terni sollevando problemi e presentando possibili soluzioni. Si è battuta contro la chiusura della sede universitaria di Economia (con conseguente spreco di 6 milioni di euro che erano stati investiti nelle strutture rimaste vuote), ha lamentato il disinteresse del Comune di Terni nel riassegnare quelle strutture ad altre realtà, ha denunciato lo spreco pubblico a beneficio di un privato, ha protestato contro il totale abbandono del borgo, lasciato a se stesso, senza manutenzioni. Da Collescipoli sono quindi spesso giunte storie di ordinaria follia, ma la vicenda del convento sembra battere tutte le altre.

Il convento fu ristrutturato nel 2000, in occasione del Giubileo, con soldi pubblici: un intervento approssimativo, che provocò diversi danni. La struttura venne poi affidata in gestione ad un privato che ne fece un albergo a 4 stelle: chiuso poco tempo dopo. Con l’arrivo della facoltà di Economia, divenne sede degli studenti dell’Adisu, anche questa chiusa. Rimasto vuoto e inutilizzato, alcuni privati presentarono delle idee e delle proposte con l’intento di rilevarlo ma furono bloccati da richieste economiche troppo elevate. Nel 2011, ancora inutilizzato ed invenduto, è stato trasformato in centro d’accoglienza dei profughi della primavera araba: la presenza di decine di persone ha inevitabilmente portato al danneggiamento della struttura. Chiusa quell’esperienza, due anni fa la struttura è stata richiesta per il Jazzit fest, il festival musicale che nelle sue due prime edizioni ha riscosso grandissimo successo, ma è stata negata poiché “l’edificio era in vendita”. Nei mesi scorsi una fondazione universitaria americana ha manifestato interesse all’acquisto ma anche questa volta è stata richiesta una cifra economica troppo elevata. Ora l’edificio rischia di essere abbandonato a se stesso con conseguente spreco dei soldi pubblici fin qui spesi oltre che del patrimonio storico.

La lettera del presidente dell’associazione Astrolabio, Andrea Giovannini, inviata al vescovo di Terni:

“Eccellenza,

nel borgo di Collescipoli esiste un magnifico convento secentesco restaurato nel 2000 con i fondi pubblici del Giubileo, divenuto purtroppo la classica storia italiana di tante risorse gettate. Il recupero è stato oggetto di numerose critiche in quanto sono state disperse le porte antiche, gettati i pregiati pavimenti di cotto e dulcis in fundo scomparve un magnifico armonium del 700. Le osservazioni di molti hanno riguardato anche l’aspetto estetico, difatti non venne demolita una superfetazione che danneggia il prospetto sulle mura e non si rilasciò l’utilizzo pubblico il passaggio di collegamento con l’esterno delle mura, non rispettando quanto promesso pubblicamente alcuni anni prima.

Il risultato finale è stato comunque gradevole, tanto che la società alla quale venne affidato in gestione dopo il Giubileo, lo utilizzò come country house (hotel 4 stelle). L’esperienza non fu positiva e portò alla chiusura dell’albergo. Negli anni successivi l’immobile è divenuto sede degli studenti dell’Adisu per poi nuovamente chiudere. Il convento di Santa Cecilia (Conventino) venne utilizzato per alcuni anni anche come sede di seminari di associazioni religiose e di ordini religiosi rimanendo in perfetto stato di conservazione.

Lasciato per anni inutilizzato venne richiesto da alcuni giovani che volevano creare un ostello per l’accoglienza dei pellegrini che si recano sui luoghi di San Francesco, la risposta non fu negativa, ma venne richiesta una cifra talmente elevata da dissuadere gli aspiranti imprenditori. Da un’idea positiva per il paese si passò all’utilizzo (2011) come centro d’accoglienza dei profughi della primavera araba, con il risultato di danni diffusi in tutta la struttura e la sensazione di spreco di risorse pubbliche e di un patrimonio importante per la Diocesi. L’esperimento è stato talmente devastante da insinuare in molti residenti la convinzione che i soldi per la solidarietà non venissero utilizzati correttamente. Tutti ricordano i cassonetti di confezioni integre di alimentari buttati o l’utilizzo gratuito dei collegamenti pubblici, che di fatto precludevano a molti anziani di prendere l’autobus.

Non volendoci soffermare su questa avvilente pagina, veniamo ai giorni nostri quando la struttura è stata richiesta per la magnifica rassegna di Jazzit fest, sarebbe stata un’importante promozione del convento, ma la risposta fu negativa con la motivazione che il bene era stato posto in vendita. E’ dei mesi scorsi la richiesta di acquisto di una Fondazione Universitaria Americana, affare sfumato per l’importo eccessivo richiesto per l’acquisto.

Ora la magnifica struttura è vuota, come lo sono gli edifici pubblici che ospitavano l’università e la circoscrizione. La nostra Associazione che da anni si batte per la salvaguardia ed il recupero del borgo di Collescipoli, Le chiede d’intervenire direttamente per creare in questo magnifico spazio un centro per i pellegrini che ogni anno percorrono la via di San Francesco, dando un valore aggiunto alla Diocesi ed un contributo al recupero di questo borgo lasciato nel piu’ completo abbandono da parte della pubblica amministrazione”.

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