Terni, diossina in alimenti, Italia Nostra e WWF: ”Asl ci ha risposto. Intanto Tk continua a inquinare”

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Ast emissioni fumi (1)La Asl ha risposto ufficialmente a Italia Nostra Terni e WWF Umbria che da mesi chiedevano informazioni su diossina ed inquinanti negli alimenti. Una risposta che non convince affatto le due associazioni decise ora a rivolgersi al prefetto. Italia Nostra e WWF tornano inoltre a denunciare, con tanto di foto, l’inquinamento prodotto da Thyssenkrupp dalle acciaierie di Terni.

Il comunicato di Andrea Liberati (presidente Italia Nostra Terni), Giuseppe Rinaldi (segretario WWF Umbria), Marco Sansoni (segretario Italia Nostra Terni) e Amos Macinanti (presidente WWF Terni):

“E’ pervenuta la risposta ufficiale ASL alla nostra richiesta di chiarimenti scritti in merito agli inquinanti negli alimenti.

La nota contiene un errore marchiano in premessa, quando, differentemente dalle informazioni parimenti certificate del Ministero della Sanità, ASL descrive come perfetti in toto i prelievi del latte. Diversamente, secondo fonti statali ormai note, un campione era contaminato da piombo oltre la soglia massima prevista.

Ast emissioni fumi (2)La nota include la comunicazione ASL consegnata ai titolari dei quattro allevamenti di uova contaminate; a nostro parere le raccomandazioni ivi incluse sono assai discutibili, giacché si tace completamente del contesto in cui gli allevatori operavano, avendo costoro animali nel Sito da bonificare (S.I.N.), ove insistono soprattutto un’acciaieria e le relative pericolosissime di iscariche o, nel caso delle uova contaminate di Borgo Rivo, nell’area di massima ricaduta degli emissioni dell’inceneritore, impianti entrambi capaci di sprigionare notevoli quantità di diossine e PCB, come fonti ministeriali attestano ufficialmente. ASL invece rischia di adombrare una mera inadeguatezza comportamentale degli allevatori, come se questi vivessero in un’Arcadia felice, disturbata soltanto dalle loro pire di plastiche e sterpaglie. Piuttosto stravagante, considerando che gli allevatori sono i primi interessati ad alimentare nel miglior modo possibile la loro stessa famiglia e che i medesimi hanno una sensibilità ambientale infinitamente superiore a quella dell’industria pesante che, infatti, anche ieri, domenica, dinanzi a numerosi giornalisti si è continuamente prodotta in fumerie e sbuffi di ogni tipo, colorando i cieli della città di grigio e di rossastro con emissioni sfuggite a ogni controllo. Allegate alcune immagini che, assieme ad altre, saranno consegnate alla Procura per gli accertamenti di rito.

Ast emissioni fumi (3)Né si capisce perché certi dati siano rimasti per numerosi mesi come ‘secretati’, visto che Italia Nostra e WWF avevano già informato la pubblica opinione nel marzo 2014: è questo l’ordinario modo di procedere da parte di ASL, quindi Regione e Comune? Perché non rivelare per oltre sei mesi informazioni tanto gravi? Si può restare in silenzio per lungo tempo su certi argomenti?

Nella missiva avremmo voluto inoltre informazioni relative al pollame coercitivamente ‘trasferito’ all’inceneritore di Orvieto, con costi poi addebitati agli allevatori locali. Scriveremo una nuova PEC.

Detto questo, si renderà a nostro avviso servizio alla piena verità solo quando Comune e Regione comunicheranno a residenti e allevatori del S.I.N. Terni-Papigno i rischi -non solo potenziali- di quell’area, senza allarmismi, ma con chiarezza.

Si ritiene infine grave che, a fronte di casi del genere, non si inibiscano allevamento e coltivazione a iniziare proprio dal S.I.N. che oltretutto -stando alle parole di ASL- non si ha alcuna intenzione di perimetrare a fini precauzionali alimentari, attendendo invece le disposizioni del “Gruppo tecnico di coordinamento”. Quando?

Di certo, in una nota in possesso sia del sottoscritto che di alcuni giornalisti, il Ministero della Sanità dice altro, escludendo ulteriori interlocutorie iniziative da parte di gruppi e comitati a fronte dell’attestazione di contaminazione. Sarebbe infatti l’Autorità locale a dover assumere direttamente una decisione:

“Infine si rileva che gli adempimenti successivi al riscontro di non conformità sono di competenza delle Autorità/Enti locali.” (ultima riga della nota Ufficio stampa Ministero Sanità a firma VDS, inviata a testata nazionale sulla questione delle diossine a Terni)

Dopo le diossine, cosa faranno dunque Autorità locali, Comune, Regione e ASL?

Lo scrive nella missiva allegata il direttore Fratini: intendono ulteriormente approfondire, prendendo altro tempo, con un nuovo Piano di controlli fino al 2018.

Tutti i dati oggettivi già disponibili -dalle concentrazioni di inquinanti negli alimenti, a quelli nei suoli, al cromo esavalente e ai metalli pesanti finiti nelle falde della discarica, agli Studi Sentieri 1 e 2- ancora non bastano.

L’impressione è che non si voglia accettare la realtà in tutta la sua drammaticità, né tantomeno incalzare sui necessari aggiornamenti tecnologici l’inquinatore per antonomasia, cioè l’acciaieria -a voler tacere della vergognosa e ormai ventennale manfrina sull’inceneritore.

Crediamo sia pertanto utile avvertire il Prefetto di Terni

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Di seguito la PEC inviata ad ASL il 6 settembre:

Con la presente le sottoscritte associazioni chiedono la trasmissione in copia via PEC delle note inviate da ASL 2 Umbria nei confronti dei titolari di allevamenti di Terni i cui campioni di uova sono stati dichiarati contaminati da diossine e PCB a seguito dell’esecuzione nell’anno 2013 del c.d. Piano di monitoraggio per la ricerca delle diossine negli alimenti di origine animale nel S.I.N. ‘Terni-Papigno’ e a Borgo Rivo, ex DGR 1780/2012 Regione Umbria, proposto dal Ministero della Salute.

Si chiede altresì di conoscere se le Autorità in epigrafe:

1) abbiano mai informato per iscritto la popolazione residente nel citato S.I.N. in merito ai relativi pericoli dell’area, anche alla luce degli esiti prodotti dai relativi Studi Sentieri 1 e 2, Ministero della Salute; e se intendano farlo;

2) abbiano mai perimetrato le c.d. zone di pericolo anche alimentare; e se intendano farlo;

3) abbiano mai ritenuto di inibire l’allevamento e la coltivazione nelle intere zone suddette e in eventuali altre contigue, anche considerando gli altissimi tassi di concentrazione di nichel, cromo e altri metalli pesanti nei suoli (fonte: Arpa Umbria), tipicimarker dell’inquinamento originato dalla produzione delle acciaierie, nonché alla luce della presenza di discariche industriali Thyssen Krupp (scorie siderurgiche e altro materiale, oltre a RSU fino al 1998) solo limitatamente messe in sicurezza e impermeabilizzate, collocate oltretutto in posizione orograficamente dominante rispetto alla sottostante città, oggetto di ulteriore estensione proprio in questi giorni; e se intendano farlo”.

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