Terni, sindaco indagato, Pd: “Piena fiducia in amministratori e giustizia”, Prc: “Incapaci e irresponsabili”

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discarica_villa_valleFa discutere l’indagine che vede coinvolto il sindaco di Terni, 9 ex assessori, 7 attuali assessori e 3 dirigenti comunali in merito all’affidamento del trasporto del percolato della discarica di vocabolo Valle.

In una nota congiunta del segretario provinciale, Carlo Emanuele Trappolino e del segretario comunale, Jonathan Monti, si dice “fiducioso nell’operato degli amministratori coinvolti, che, come dimostrato in vicende precedenti, hanno sempre agito nel rispetto delle regole. Confidiamo che l’azione della magistratura, a cui esprimiamo piena fiducia, confermerà le nostre valutazioni”.

Di tutt’altro avviso il Partito della Rifondazione Comunista di Terni che parla di “ennesimo esempio di una manifesta incapacità gestionale” e di “incapacità ed irresponsabilità del Partito Democratico, del Sindaco e della maggioranza che governa la città”.

Il comunicato del Prc di Terni:

“L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, recapitato al Sindaco di Terni e ad altri venti tra assessori e dirigenti, è un fatto di enorme rilevanza che impone una riflessione seria sulla condizione dello smaltimento dei rifiuti e sulle decisioni politiche sin qui praticate.

Spetterà ovviamente alla magistratura giudicare le dinamiche amministrative che oggi vengono imputate; il punto fondamentale rimane la responsabilità politica nella gestione di una vicenda che non ha ancora trovato una soluzione e che sta accrescendo rischi per la salute e danni alla economia cittadina.

Quella della ex discarica RSU di Vocabolo Valle è una vicenda che si trascina ormai da anni, ripetutamente denunciata da Rifondazione Comunista, con un contenzioso tra Comune di Terni (gestore della discarica dal 1978 al 2005) ed AST (proprietaria dell’area), mai risolto e fonte anche di altri, precedenti interventi da parte della magistratura.

Dopo la restituzione dell’area all’AST, da parte dell’Amministrazione comunale, il contendere era e rimane la gestione e lo smaltimento del percolato prodotto in quella discarica, con la società tedesca che non ha voluto mai farsene carico.

Percolato che veniva impunemente smaltito, dal Comune di Terni, direttamente nel sistema fognario fino al 2008, quando lo scarico abusivo fu fermato dall’ intervento delle autorità competenti.

Da quel momento in poi, il trasporto e lo smaltimento in discariche autorizzate fu appaltato ad operatori privati, con costi elevatissimi e molto pesanti per le casse comunali.

Dopo anni di affidamenti esterni (con procedure di assegnazione private e di somma urgenza) e milioni di euro spesi (ad esempio, i circa 4milioni di euro, fino al 2014, alla ‘Iosa Carlo srl’), nel 2014 la Giunta ternana decide, finalmente, di dotarsi di un proprio impianto di trattamento; una soluzione che era stata già individuata dai tecnici competenti nel 2008, prevedendo, allora, una spesa di circa 100 mila euro.

Dopo un maldestro tentativo, da parte del Comune, di trovare le risorse necessarie per la realizzazione dell’impianto (lievitato, nel frattempo, a 300 mila euro), sottraendole a quelle destinate per la bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin) Terni-Papigno, i fondi vengono finalmente reperiti ad inizio 2015, grazie all’aiuto della Regione Umbria. Nel frattempo, però, l’affidamento alle ditte private per il trasporto e lo smaltimento del percolato ha continuato a bruciare altri 227.590 euro di denaro pubblico. Ed oggi siamo ancora lontani dalla soluzione definitiva del problema.

Come Rifondazione Comunista, riteniamo che questa vicenda di sperpero e mala gestione, non solo delle risorse pubbliche, sia l’ennesimo esempio di una manifesta incapacità gestionale e di una “diffusa e continuativa approssimazione nell’esercizio di tutte le fasi di realizzazione dell’opera” così come affermato dal NOP (Nucleo anti-corruzione, sciolto incomprensibilmente qualche giorno fa dallo stesso Comune di Terni che lo aveva nominato). Ad essa si affianca la palese subordinazione alle politiche ambientali del governo Renzi testimoniata dal parere favorevole che la Regione Umbria, nella persona della sua Presidente, ha accordato, in sede di confronto tra stato e regioni, e che incatena il nostro territorio al piano di incenerimento contenuto all’interno del decreto “sblocca Italia”.

La giustizia seguirà il suo corso, così come deve, in piena autonomia dalle vicende politiche. Rifondazione Comunista ha però ben chiaro il livello di incapacità ed irresponsabilità del Partito Democratico, del Sindaco e della maggioranza che governa la città.

Una città alla quale occorrerebbe restituire dignità, assumendosi le proprie responsabilità una volta per tutte, a prescindere dagli esiti giuridici”.

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