Numeri e statistiche dell’ospedale Santa Maria di Terni. Giovannini: ”Crescita costante”

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Crescono lievemente le attività di alta specialità, diminuiscono drasticamente quelle di medio-bassa specialità, si mantiene costante il numero dei pazienti provenienti da fuori regione, il costo medio per ogni ricovero, rispetto alla media italiana, è molto contenuto: questo, in sintesi, l’andamento dell’ospedale Santa Maria di Terni. I dati sono emersi stamani nel corso della conferenza stampa di fine anno sul bilancio dell’attività, tracciato dal direttore generale Gianni Giovannini. Insieme a lui erano presenti il direttore sanitario Leonardo Bartolucci e quello amministrativo Roberto Noto, oltre ad alcuni primari ospedalieri.

“Si conferma – ha spiegato Giovannini – la crescita costante e progressiva della nostra struttura ospedaliera che si è registrata già negli ultimi anni: i ricoveri complessivi sono stati 29.300, di cui 23.500 in regime di degenza, la dotazione dei posti letto è stata pari a 525 unità, con un tasso di occupazione che si attesta intorno al 90% e una media giornaliera di pazienti di 425 unità”. Nel complesso crescono lievemente (+0,5%) le attività di alta specialità erogate a pazienti umbri, anche se vengono registrati aumenti consistenti in alcuni settori: +3,1% nella Cardiochirurgia, +9,9% nell’Emodinamica, +22,6% nell’Aritmologia cardiaca, +20,2% nella Chirurgia digestiva, +7,9% nella Neuroradiologia interventistica. Aumenta anche la complessità della casistica, in particolare nell’area della Neurochirurgia, della Chirurgia spinale mininvasiva, delle Cardioscienze.

Calo drastico invece per il resto delle attività. “Per migliorare le modalità di gestione dei pazienti – ha spiegato il direttore generale – si è cercato ulteriormente di contenere i ricoveri di medio-bassa specialità in favore dei pazienti umbri: si è infatti passati dai 14.001 del 2008 ai 6.570 del 2011 ai 5.800 di quest’anno. Quanto invece alle prestazioni erogate agli utenti di altre regioni, si mantiene il livello dei volumi rispetto all’anno precedente: sono stati 5.500 i pazienti provenienti da fuori Umbria, circa il 19% del numero totale dei pazienti. Il Santa Maria si conferma quindi un polo di attrazione consolidato, in particolare per l’alto Lazio, e l’ospedale dell’Umbria con il più elevato afflusso di pazienti extraregionali”. Il volume finanziario delle prestazioni erogate per questi ultimi pazienti supera i 28 milioni di euro, mentre il numero dei pazienti che si sono recati al pronto soccorso (circa 45mila) e il numero delle prestazioni erogate in regime ambulatoriale (circa 900mila) corrispondono a un valore economico che sfiora i 20 milioni di euro.

“Con un finanziamento regionale che si è attestato su 125 milioni di euro in un anno e che rappresenta l’8% dell’intero Fondo regionale per la sanità – ha sottolineato Giovannini – noi riusciamo a garantire ben il 20% di tutti i ricoveri registrati annualmente nell’intera Umbria”. Quanto agli investimenti, “è ormai acclarato che i finanziamenti statali su cui la direzione aveva programmato gli interventi di parziale riqualificazione logistica e tecnologica non sono disponibili, mentre con i 6 milioni erogati dalla Regione nel corso del 2011, con un’oculata gestione, si è provveduto alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio e delle apparecchiature in dotazione e all’implementazione dei livelli assistenziali attraverso la realizzazione di nuovi servizi, come la struttura di degenza della Chirurgia urologica, mininvasiva, l’osservazione breve di pronto soccorso, il Centro salute donna, la nuova Terapia intensiva post operatoria di Neurochirurgia”.

Giovannini ha infine sottolineato il quarto posto raggiunto dall’azienda ospedaliera ternana nella classifica stilata dal ministero della Salute (riferita al 2009) sul costo medio per ricovero (6.990 euro, rispetto a una media italiana di 10.156 euro). “E’ una posizione piuttosto lusinghiera – ha commentato – anche se bisogna valutare questi numeri con attenzione perché dimostrano che qui è più difficile lavorare: dobbiamo mantenere la nostra credibilità pur con poche risorse”.

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