Una quercia inforcata dal sole

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Una quercia inforcata dal sole

             Sta a destra rispetto alla mia casa paterna

In direzione delle ex scuole

Dalle strane finestre cieche arancioni e gialle formate dai rami che si inseguono fino alla cima del crepuscolo non fanno cuccù gufi o altre strane creature

  Anche se, se lo facessero sarebbe pittoresco

La mia casa mi ha visto sotto il porticato con lo stecchino scorticato

E ripetevo una strofetta che mi ero inventato perché gli scrittori mi avevano annoiato come farebbe l’attore sornione e maldestro di phatos inferocito o di molle orologio di Salvador lamentoso

E dico ci vuole tatto ci vuole pudore con

               Non guardate il culo alle signore mi disse la balia ma gli amici di Ringo

Il monellaccio

Strappate le sottane a morsichi  non scadete in contemplazione seducete portate a casa punti

Io con lo stecchino scorticato intanto sono il solo e il più scemo del porticato

E la sera in città seguirò il primo consiglio quello della balia

E con un gin tonico farò il platonico.

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